Il grande inganno della vitamina C
La vitamina C, come tutte le vitamine, è molto importante per la nostra salute. C’è però una idea che oramai è marchiata a fuoco nel nostro cervello, che praticamente fa parte del bagaglio culturale di tutti senza una vera dimostrazione: la vitamina C è fondamentale per combattere e prevenire raffreddore ed influenza.
Riprendendo una vecchia tradizione, ho tradotto un articolo ben fatto di Vox.com – no, no tranquilli non è quel Vox. Dato che un lungo articolo in inglese è oltre la portata – e la voglia – di tanti navigatori del web ho deciso di tradurlo per voi. Qui trovate l’originale, scritto da Megan Thielking.
Come Linus Pauling ha fatto credere all’America che la vitamina C curi il raffreddore
Ti svegli con il naso che cola e la tua reazione automatica è quello di berti un bicchiere di succo d’arancia. Non sprecare tempo: tutto quello che sappiamo dalla ricerca è che mega dosi di vitamina C sono, in maniera positiva, praticamente inutili contro il raffreddore. Tutto quel succo d’arancia extra non ridurrà il vostro tirar su col naso.
Questo ci porta dritti alla domanda: come è possibile che l’America (e credo tutto il mondo occidentale ndNeil) sia cascata nel mito della vitamina C? Possibile che i produttori di integratori stiano solo cercando di venderci più pillole? Che i produttori di succo d’arancia stiano cercando di fregarci?
Un fatto che ha un ruolo importante nella faccenda è che la vitamina C sia raramente pericolosa e questo è un deterrente ad un intervento per limitarne l’uso.
Secondo Heater Mangieri, una nutrizionista della Academy of Nutrition and Dietetics, “c’è molta disinformazione in giro sulla vitamina C in quanto questa non è pericolosa” (la parola usata in inglese è misinformation che ha un significato leggermente diverso, cioè sono informazioni errate non necessariamente diffuse in maniera intenzionale).
Parte di questa disinformazione ha come origine uno scienziato molto famoso, Linus Pauling, convinto che la vitamina C fosse una cura miracolosa per una grande varietà di disturbi e, nonostante non sia più tra noi, continua a fregare milioni di persone.
Metà della popolazione degli Stati Uniti assume integratori di vitamine regolarmente. In genere non fanno alcun male, ma secondo molti nutrizionisti non fanno neanche un granché. Così come neanche delle mega dosi di vitamina C aiutano un granché, ma ciò nonostante gli integratori come l’Emergen-C rimangono dei must quando arriva la stagione dei raffreddori e dell’influenza. Di seguito trovate la storia di come si sia arrivati alla scoperta di questa vitamina, da dove vengono alcune idee sbagliate e a cosa può servire veramente.
LA SCOPERTA DELLA VITAMINA C
Per molto tempo nessuno sapeva cosa fosse la vitamina C, però si conosceva la scorbuto, malattia che ora sappiamo essere causata da una estrema mancanza di quesra vitamina . I marinai che si avventuravano in lunghi viaggi non potevano avere una grande scorta di frutta e verdura e questo portava allo scorbuto. Avevano gambe gonfie e gengive tremendamente infiammate.
Oggi lo scorbuto è molto raro nei paesi più ricchi: per sviluppare lo scorbuto bisogna assumere quotidianamente meno di 10mg al giorno – di gran lunga molto meno della quantità minima raccomandata – per svariate settimane. Ma ai tempi era un grave problema e si stima che la malattia abbia portato alla morte circa 2 milioni di marinai tra il 1500 e il 1800.
Lo scienziato James Lind ha condotto una sperimentazione su 1747 marinai con lo scorbuto, trattandoli con diversi metodi. Ha scoperto che il metodo più efficiente tra tutti quelli testati era l’assunzione di arance e limoni.
Il perché quei frutti fossero così efficienti nella cura non fu chiaro fino al 20° secolo. Nel 1928, Albert Szent-Gyorgi, ricercatore presso l’Università di Szeged in Ungheria, isolò una sostanza presente nelle ghiandole surrenali e la nominò acido hexuronico. Nel 1931 due biochimici americani, J.L. Svirbely e Charles Glen King, scoprirono che la vitamina C cristallizzata dai limoni aveva le stesse proprietà dell’acido hexuronico.
Linus Pauling e la mania della vitamina C
Queste scoperte spinsero un altro ricercatore, Linus Pauling, a scavare ancora di più. Pauling è l’unica persona ad aver mai vinto 2 premi Nobel non condivisi. Nel 1949, Pauling e il suo team stabilirono che la anemia falciforme fosse una malattia genetica, ma fu una delle persone responsabili della diffusione del mito della vitamina C.
Durante un convegno nel 1960 Pauling disse che gli sarebbe piaciuto poter vivere almeno altri 25 anni per poter assistere al progresso della scienza. Ad assistere c’era un uomo, Irwin Stone, che influenzerà in maniera significativa la carriera di Pauling. In una lettera indirizzata a Pauling, Stone gli raccomandò di assumenre almeno 3’000 mg di vitamina C per poter vivere più a lungo. Pauling disse in seguito di sentirsi “più vivo e più in salute” dopo aver iniziato a seguire il suggerimento di Stone. “Nello specifico, i tremendi raffreddori che ero solito avere nell’arco dell’anno ogni anno della mia vita sono spariti”.
Progressivamente Pauling incrementò la propria assunzione di vitamina C fino a 18’000 mg al giorno. La vitamina C divenne la sua ossessione scientifica.
Nel 1970 pubblicò un libro intitolato “La vitamina C e il raffreddore”, dove incoraggiava la gente ad assumerne almeno 3’000 mg.
“Sfortunatamente molti non addetti ai lavori finiranno per credere alle idee dell’autore” scrisse Franklin Bing in una recensione al vetriolo di quel libro, definito “irritante”, nel Journal of the American Medical Association. Bing aveva ragione.
Uno degli effetti diretti si può trovare in un articolo del 1971 del quotidiano dell’Oregon The Bulletin, dove riportano un enorme incremento della vendita degli integratori. “I negozi della zona hanno riscontrato un incremento fino a 10 volte delle vendite degli integratori di vitamina C dalla pubblicazione del libro del Dottor Linus Pauling nel settembre scorso”
“Il farmacista Bob Gabriel ha anche affermato che le persone non solo stanno comprando più vitamina C, ma hanno cominciato a chiederla in dosaggi più alti per via di quanto scritto da Pauling. Finora le tavolette da 100mg erano la scelta più comune. Ora la gente compra per prima quelle da 250 o 500mg”.
Pauling divenne un fanatico della vitamina C. Affermò che la vitamina C avrebbe fatto sparire dalla faccia della terra il raffreddore. Affermò anche che le vitamine e gli integratori avrebbero potuto curare quasi qualsiasi cosa, dal distaccamento della retina ai morsi di serpenti all’HIV.
Va detto che i suoi metodi non erano definibili convenzionali. Una volta testò una mega dose di vitamina C su degli allievi di una scuola di scii nelle Alpi svizzere e affermò di aver osservato una diminuzione dei raffreddori e della loro durata. Ma come fecero osservare altri ricercatori, ciò non voleva dire che quei risultati si sarebbero potuti riscontrare anche nella popolazione.
Pauling dovette combattere contro i critici per il resto della sua vita. In una intervista nel 1990 disse che le persone che assumono vitamina C e altri integratori “nella dose corretta” possono vivere dai 25 ai 30 anni di più. “Non solo, vivranno liberi da malattie”.
Le dosi massicce non funzionano
Nel frattempo la vitamina C non collaborava molto a questo mito: i ricercatori continuavano a riscontrare che i raffreddori evolvevano nello stesso modo indifferentemente da quanto succo di frutta si consumasse.
Uno studio della Cochrane su circa 30 diversi studi su persone col raffreddore che assumevano una dose normale quotidiana di vitamina C ha riscontrato una diminuzione della durata media di circa l’8% . Questo significa che se il tuo raffreddore durasse cinque giorni potresti al massimo accorciarlo di 10 ore.
Molti ricercatori hanno speso molte energie nello studio delle potenzialità nella diminuzione del rischio di cancro grazie alla vitamina C. I risultati ottenuti finora evidenziano che gli integratori di vitamina C (solitamente assunto insieme a vitamina E e zinco) non abbiano questo effetto. Lo stesso risultato quando si è cercato di stabilire una connessione tra vitamina C e polmonite.
“In molti hanno cercato di trovare riscontri in malattie cardiovascolari, cancro, cataratta e così via alla assunzione di alti dosaggi di una singola sostanza, ma la maggior parte di questi test sono stati un fallimento” dice il Dott. John Erdman, nutrizionista membro del panel che stabilisce le dosi raccomandate delle vitamine.
Ma la gente le prende lo stesso
Le mega dosi possono anche essere rischiose. Il National Institute of Health suggerisce di non assumere più di 2’000 mg di vitamina C al giorno. Oltre quella soglia si richiano crampi allo stomaco, nausea e diarrea.
E potrebbe non essere solo quello: in uno studio svedese i ricercatori hanno riscontrato che gli uomini che assumevano troppa vitamina C avevano il doppio delle possibilità di sviluppare calcoli ai reni.
Perché quindi compriamo gli integratori quando possiamo assumere quanto ci serve dalla nostra normale dieta? L’idea che possa fare davvero qualcosa per il nostro raffreddore è dura a morire ed è continuamente pubblicizzata da chi li produce.
“Quando l’industria degli integratori ha la opportunità di spargere notizie, distribuire informazioni a suo vantaggio coglie sempre l’occasione” è quanto dice il Dott. Stephen Barrett, psichiatra in pensione che collabora con Quackwatch.org.
Alla fine ci ritroviamo con 20 gusti diversi di Emergen-C che sul proprio sito ci assicura che potenzierà il nostro sistema immunitario e avremo più energia, affermazione che dichiarano non essere stata verificata dalla FDA (Food and Drug Administration).
Il mercato degli integratori di questo tipo è enorme: nel 2012 la Euromonitor International ha stimato che le vendite di integratori siano stati di oltre 23 miliardi di Dollari solo negli States.
Chi ha scritto questo articolo – e noi che ve lo stiamo proponendo – non vuole attaccare quanto di buono ha fatto Pauling per la scienza o denigrare l’importante della vitamina C o lo studio dei suoi benefici. Anzi, per quanto ci riguarda almeno, si vuole solo invitare la gente a farsi qualche domanda sulla provenienza di quelle nozioni che ci sembrano scontate. “Gli agrumi aiutano a far passare il raffreddore” è praticamente un dogma al giorno d’oggi, ma in realtà è un mito. Le vitamine sono importanti e ci sono tanti modi per essere sicuri di assumerne la quantità necessaria – mangiate frutta e verdura, non siate pigri – ma, come per una infinità di sostante e alimenti che abbiamo trattato, non può essere la soluzione ad ogni male.
Ricordatevi di amare col cuore, ma per tutto il resto di usare la testa.
neilperri @ butac.it
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