Importiamo 155mila tonnellate di concentrato con ortaggi marci e contaminati
Premessa
Quanto trovate qui sotto non è farina del mio sacco, riporto solo ed unicamente parole scritte da altri, ma non aveva davvero senso scrivere di più quando negli ultimi tre anni Il Fatto Alimentare si è occupato più e più volte della faccenda.
Contro la Coldiretti già nel 2013
Si, la Coldiretti, nel 2013, si lamentava delle importazioni.
“Il flusso ininterrotto di prodotti agricoli che ogni giorno dall’estero attraversano le frontiere serve a riempiere barattoli, scatole e bottiglie da vendere sul mercato come Made in Italy”
Il Fatto Alimentare però smentiva la maggioranza delle accuse con un lungo articolo ben dettagliato, in cui il percorso delle importazioni dalla Cina è spiegato molto bene:
I pelati, la polpa, la passata e i pomodorini in scatola che mangiamo tutti i giorni, e che i consumatori trovano sugli scaffali, sono italiani, di ottima qualità e ottenuti da “pomodoro fresco”. Questo viene interamente prodotto in Italia, nel bacino del Nord (province di Piacenza e Parma) e in quello del Centro Sud (principalmente nella provincia di Foggia), e trasformato, a distanza di poche ore dalla raccolta, nel periodo che va da luglio a settembre. Le aziende di lavorazione si concentrano principalmente in Campania ed Emilia-Romagna.
I pomodori pelati, i pomodorini e la polpa – per i quali è necessario lavorare la materia prima a distanza di poche ore dalla raccolta – possono essere prodotti solo da pomodoro fresco. La passata potrebbe generare qualche dubbio, ma anche in questo caso è obbligatorio per legge (D.M. 17/02/2006) indicare l’origine della materia prima utilizzata, precisando la Regione o lo Stato in cui è avvenuta la coltivazione del pomodoro e, in ogni caso, può essere prodotta solo da pomodoro fresco (Decreto 23 Settembre 2005).
L’Italia importa concentrato di pomodoro (semilavorato) da altri paesi. Nel 2012 la quantità di prodotto cinese si è ridotta di quasi 2/3 rispetto al 2011, con una tendenza a diminuire ulteriormente nei prossimi anni a causa di una serie di fattori legati alla crescita esponenziale degli impianti produttivi e della conoscenza delle aziende cinesi.
In ogni caso le importazioni, sia dalla Cina che dagli altri paesi, avvengono nella piena legalità. La merce che arriva in Italia è sottoposta a controlli qualitativi e quantitativi effettuati dalle Autorità Doganali, che possono essere documentali, fisici e analitici. A questi vanno aggiunti le verifiche realizzate dalle aziende presso i propri stabilimenti.
Il concentrato di pomodoro è una commodity e arriva nel nostro paese attraverso un regime doganale favorevole definito TPA (traffico di perfezionamento attivo) o “temporanea importazione”. La procedura prevede che una merce proveniente da un paese extracomunitario sia rilavorata, in Italia (o in un altro paese europeo), per poi essere esportata verso un paese terzo. Quindi il concentrato cinese (al pari di quello californiano o di altri paesi extra UE) viene rilavorato in Italia e riesportato interamente verso mercati extracomunitari, prevalentemente nord e ovest dell’Africa e Medio Oriente. La quantità di merce che entra in Italia è la stessa che esce (temporanea importazione per identità) e tutto il percorso viene documentato e sottoposto a controlli da parte della Guardia di Finanza, delle Dogane e delle autorità sanitarie. Questo vuol dire che in Italia non resta il concentrato, ma il valore aggiunto derivante dalla rilavorazione.
A me, oggi, nel 2015, tutto questo basterebbe per bollare gli allarmismi della iena Nadia Toffa e dei tanti giornali che le sono subito andati dietro come bufale, esagerazioni basate sul niente.
Infatti non ci sono assolutamente prove, se non le parole di un non ben precisato produttore cinese. Ma non è finita qui: sempre il Fatto Alimentare, in un articolo di quest’anno, che anticipava l’inchiesta delle Iene, ci spiegava che:
Il concentrato di pomodoro importato, viene acquistato e rilavorato da un gruppo di dieci aziende conserviere per produrre tubetti e vasetti destinati ai paesi europei ed extra europei per le bottiglie di ketchup, per i sughi pronti e altri prodotti dove il pomodoro risulta un ingrediente minore.
Le conserve di passata e di polpa vendute in Italia contengono il 100% di prodotto made in Italy, come scritto in etichetta. La raccolta del pomodoro fresco per la trasformazione è più che sufficiente a coprire la necessità delle nostre imprese che lavorano solo materia prima italiana. In media si trasformano ogni anno circa 5 milioni di tonnellate di prodotto fresco e il 60% viene esportato.
E ancora, sempre dal Fatto Alimentare in un articolo di ieri l’altro dedicato al servizio delle Iene:
Il servizio è molto efficace ma poco attendibile e a volte scade nel ridicolo, tanto da risultare quasi una bufala.
A dimostrazione di quanto ci spiegavano gli autori del Fatto già nel 2013:
…le importazioni dalla Cina sono ridicole. L’anno scorso solo il 10% delle 144 mila tonnellate di concentrato importato proveniva dalla Cina. Si tratta dello 0,28% del pomodoro lavorato dall’industria italiana (una quantità cinque volte inferiore rispetto al 2013).
La raccolta del pomodoro fresco in Italia è più che sufficiente a coprire la necessità delle imprese che lavorano e imbottigliano solo materia prima locale. In media si trasformano circa 5 milioni di tonnellate l’anno di prodotto fresco e il 60% viene esportato.
A tutto questo lascio che la nostra Thunderstruck, esperta nelle leggi che regolano l’importazione, aggiunga le proprie considerazioni in un prossimo articolo dedicato al Made in Italy.
Vi lascio però con un piccolo suggerimento: ben venga guardare le Iene, come Report, e tutte le altre trasmissioni che fanno questo genere di giornalismo. Ma bisogna aver sempre presente che la logica è e resta quella di mercato, quindi per raggiungere un pubblico più ampio occorre sempre mirare allo scoop, alla notizia gonfiata, a volte gonfiata così tanto da risultare una bufala.
Sull’argomento negli scorsi giorni sono usciti tantissimi interessanti articoli, vi evidenzio:
NextQuotidiano
Giornalettismo
Scatti di gusto
e i veloci colleghi di:
Bufale e dintorni
Bufale.net
Più la corretta informazione gira, miglior servizio si fa al lettore.
maicolengel at butac.it
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