Sergio Mattarella, Danilo Toninelli e la Costituzione

Danilo Toninelli, a poche ore dalla rinuncia di Conte al mandato da Presidente del Consiglio dei Ministri, pubblica sulla sua pagina Facebook uno screenshot tratto dal testo della Costituzione di Costantino Mortati.

Il post di Toninelli ha solo questo commento:

Questo è Costantino Mortati da “Istituzioni di diritto pubblico”, quello che la Costituzione l’ha scritta.

Il testo che lo accompagna dice:

Il Presidente della Repubblica ha un ristretto margine di discrezionalità nella scelta del Presidente del Consiglio (mentre non ne ha alcuno nella scelta dei ministri, formalmente demandata al Presidente del Consiglio).

Siamo di fronte a un grande classico, omettere elementi per fare indignare al meglio i propri follower. Il testo pubblicato sembra dare ragione a chi sostiene che il Presidente della Repubblica non possa fare quello che invece ha fatto. L’indignazione nasce spontanea se spinta da post come questo.

L’omissione

Peccato che si omettano completamente altre parti da quel testo, la prima riprende subito dopo dallo screenshot di Toninelli e riporta:

Ciò non toglie che, fermi restando siffatti principi, il Presidente della Repubblica possa, alle volte, specie dopo una crisi di Governo dovuta a frantumazione della maggioranza uscita dalle urne, esercitare una effettiva influenza nella determinazione di una nuova maggioranza poiché, in un regime a pluralità di partiti e politicamente non omogeneo come il nostro (ancora tale anche dopo l’introduzione del maggioritario), non è da escludere che le camere siano in grado di esprimere più di una «formula politica» e, conseguentemente, più di una maggioranza. Ben si intende però che, nello svolgimento della sua azione di moderatore tra i diversi partiti che possono concorrere a formare il Governo, o, ancor di più, di organo compartecipe alla soluzione della crisi, il Presidente della Repubblica dovrà sempre mantenersi al di fuori degli interessi strettamente partitici e mirare soltanto ad assicurare al Paese un Governo che dia ragionevoli garanzie di rispondere all’effettiva volontà popolare e di assicurare il rispetto e l’osservanza della Costituzione.

La seconda è la seguente:

Un ruolo attivo e propositivo può tuttavia essere assunto con somma cautela, dal Presidente della Repubblica (quale “magistratura di influenza”) in caso di “crisi del sistema” e può coinvolgere, in misura più o meno ampia… Occorre però tenere conto che il condizionamento dei partiti nella indicazione dei futuri ministri non può giungere a scuotare del tutto il potere di autonoma proposta da parte del Presidente incaricato come richiede l’art.92, comma, II Cost.

Ovvero, il Presidente della Repubblica ha il diritto di non concordare con la scelta proposta. Come è già successo. Senza che i vecchi partiti spingessero il popolo all’indignazione di piazza.

I precedenti:

Uno dei casi più noti fu nel 1994, quando Oscar Luigi Scalfaro non accettò come Ministro della Giustizia l’avvocato Cesare Previti. Non ci fu rivolta popolare, Berlusconi accettò la decisione, propose Previti come Ministro della Difesa e la cosa fu accettata da Scalfaro.

Ma anche Pertini si oppose a suo tempo alla proposta fatta da Cossiga di avere Clelio Darida alla Difesa, Ciampi si oppose a Maroni alla Giustizia, e Napolitano si oppose alla proposta avanzata da Renzi di avere Matteo Gratteri come Ministro della Giustizia (questo nel 2014, non mille anni fa).

Avete visto i presidenti del Consiglio a cui i presidenti della Repubblica hanno detto no cercare di sobillare il popolo? Convincerlo che era in atto un sopruso da parte del Presidente? No, hanno accettato e hanno cercato la mediazione proponendo altri nomi per quelle cariche.

Conclusioni e opinioni

Politici neoeletti che cercano di spingere i propri elettori a scendere in piazza.

A me onestamente questo preoccupa, perché mai come oggi la categoria degli elettori è facilmente suggestionabile. Un tempo, basando ciò che sapevano di quel che avveniva su ciò che diffondevano giornali e media, perlomeno c’era una mediazione. Oggi sono i politici (anche quelli inesperti) a comunicare direttamente e in tempo reale all’elettorato, fomentando, indignando, raccontando mezze verità. E il popolo purtroppo non ha elementi sufficienti per capire.

Nel frattempo, raccontando ulteriori sciocchezze ci sono svariate pagine che stanno cercando di indignare contro il nostro Presidente della Repubblica, ma che forse, per una volta, ne pagheranno le dovute conseguenze...

Non credo sia necessario aggiungere altro.

maicolengel at butac punto it

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