I 205 milioni di lire trovati in cucina
L'ennesimo caso non verificabile (e non verificato) che serve come pubblicità gratuita a chi diffonde il comunicato stampa

Passano gli anni ma qualcuno che casca nei comunicati stampa che narrano di miracolosi e sfortunati ritrovamenti di denaro – o buoni postali – lo si trova sempre.
A questo giro per ora ci sono caduti finora Leggo, Il Centro, Il Messaggero, TgCom24, Lo Zoo di 105, Il Mattino e tantissime testate locali. Segno che chi invia questi comunicati stampa continua a farlo con una capillarità impressionante.
La notizia l’abbiamo vista in tanti:
Trova 205 milioni di lire nella credenza dei genitori morti: valgono oltre 100mila euro, battaglia legale per ottenere il cambio
Ma è il solito clickbait di cui qui su BUTAC parliamo da un decennio. La prima volta che abbiamo trattato uno di questi comunicati stampa, difatti, era il 2014, e già allora spiegavamo che:
Sui quotidiani nazionali continuano a girare notizie che raccontano queste favolette su pensionati e anziani che trovano tesori nascosti in valuta non più corrente e rivolgendosi a una fantomatica agenzia per la giustizia in Italia riescono a farsele cambiare. Ma sono tutte balle, la valuta italiana non si cambia più dal 6 dicembre 2011.
Non fatevi fregare, non ascoltate le sirene, se davvero avete valuta in lire ancora in casa …sorry, è carta straccia!
…è molto più facile costruire un articolo su falsi comunicati stampa che fare davvero il proprio mestiere. Io fossi in uno dei mille che firma quegli articoli mi vergognerei, la sera non sarei capace di dormire, conscio di non avere fatto il mio lavoro
Nel 2023 cercammo di scrivere una minuscola guida per giornalisti dedicata proprio a questa piaga dei falsi comunicati stampa – falsi nel senso che dietro il comunicato non c’è una vera notizia, ma spunti per far circolare il nome dell’associazione come se fosse vera e propria pubblicità. In quell’occasione spiegavamo che:
In Italia la pressione a produrre continuamente nuovi contenuti ha portato molte redazioni a pubblicare qualsiasi comunicato stampa, purché provenga da fonti apparentemente affidabili.
Spesso nessuna ricerca sui contenuti viene effettuata dalla redazione. Si pubblicano nomi e cognomi dei protagonisti delle vicende narrate senza alcuna verifica o, come nei caso legati ad associazioni come Agitalia e Giustitalia, le verifiche si fanno chiamando i numeri forniti dalle stesse associazioni. In pratica si fa verifica chiedendo all’oste se il vino che sta per servirci farà schifo o sarà buono.
Grazie a questi comunicati stampa, spesso come abbiamo detto pubblicati senza scrupoli o verifiche, queste associazioni riescono a costruirsi un’immagine di affidabilità. Un esempio recente è una certa associazione che, nella sua sezione “Parlano di noi” mostra una serie di articoli pubblicati su testate del Nord Italia (con rare eccezioni), tutti basati sui loro comunicati stampa.
Purtroppo passano gli anni e la situazione non cambia, questo decisamente non depone a favore dei numerosi corsi di formazione e aggiornamento che ogni anno vengono fatti fare a chi lavora nelle redazioni.
Sperando sempre di vedere smettere questa piaga ultra decennale non crediamo ci sia altro da aggiungere.
redazione at butac punto it
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