AIDAA e i botti di Capodanno, ed. 2025

Iniziamo l'anno con una certezza: il giornalismo è morto!

Il primo dell’anno sfoglio sempre il “bollettino di guerra” dei feriti (e a volte dei morti) causati da quella che dovrebbe essere una festa. Lo faccio sperando sempre che arrivi il giorno in cui non si tratti appunto di un bollettino pieno di gente con mani amputate da scoppi di fuochi d’artificio (illegali) e altre ferite, se non peggio. Lo faccio sperando di poter dire “ooh, finalmente siamo rinsaviti”.

Purtroppo ogni anno (eccetto quelli della pandemia) il bollettino invece che migliorare diventa sempre più tragico, da chi ha perso una mano, un occhio, un dito, a chi ci ha rimesso la casa a causa di incendi fuori controllo.

Quest’anno, mentre leggevo i soliti bollettini, sono arrivato alla parte sugli animali. Riporto da Il Corriere della Sera:

Il dramma degli animali

Secondo Associazione italiana difesa animali e ambiente (Aidaa) sarebbero centinaia gli animali domestici uccisi o fuggiti a causa dei botti. «Anche in questo Capodanno sembra delinearsi una strage di animali in particolare cani e gatti, ma anche volatili dovuta ai botti della notte di San Silvestro», dice una nota. «Da una prima sommaria conta fatta attraverso il controllo delle pagine social sarebbero diverse centinaia i cani e gatti, per paura o perché lasciati liberi, fuggiti a causa dei botti e sono decine i cani e i gatti morti in questa notte. Si tratta di dati molto parziali verificati attraverso il controllo sulle pagine social, anche se purtroppo temiamo che il numero di animali sia destinato a salire con il passare delle ore».

AIDAA, di nuovo – e noi che eravamo convinti che finalmente le redazioni avessero chiaro chi si cela dietro quella sigla e che i suoi comunicati stampa hanno lo stesso valore della carta igienica. Niente da fare, passano gli anni ma le redazioni italiane in questi trucchetti cascano sempre: che sia Lorenzo Croce con la sua AIDAA o una delle tante realtà dietro i marchi Agitalia, Giustitalia e compagnia cantante, state sicuri che qualche redazione blasonata che sottopaga i propri cronisti cascherà nell’ennesimo articolo basato su un comunicato stampa di cui non sono mai state verificate le informazioni.

Su BUTAC più volte abbiamo parlato di fuochi d’artificio e animali, dimostrando – dati alla mano – che l’allarmismo che viene lanciato da associazioni come AIDAA è privo di fondamento: non esiste traccia di dati che confermino il dramma raccontato. Sia chiaro, questo non significa che non possano esserci animali a cui i botti danno fastidio, ma inventarsi i numeri è tutta un’altra questione. Se non altro, sembra che dopo le nostre domande su come AIDAA raccoglie i dati sul territorio nazionale adesso si limitino a parlare di generica “sommaria conta fatta attraverso il controllo delle pagine social”, che però dovrebbe far nascere dubbi nel giornalista che si trova di fronte tale dichiarazione visto che nella sostanza non significa nulla. Invece no, com’erano prese per buone le raccolte di dati inventate adesso si prendono per buone le raccolte di dati basate “sulle pagine social”.

Il punto è che AIDAA è un’associazione nata per il diletto del proprio fondatore, e che della stessa non andrebbero mai e poi mai ripresi i comunicati stampa, l’abbiamo spiegato in lungo e in largo, da anni. Dalla gallina Rosita maltrattata da Banderas alle petizioni per boicottare Peppa Pig, dall’inesistente Gatto nero day alle accuse pubbliche di altrettanto inesistente zoofilia, nel corso degli anni Croce è salito alla ribalta delle cronache sì, ma come fonte totalmente inaffidabile. Che ci caschino piccole redazioni locali senza fondi e con poche firme è un conto, che succeda a testate come il Corriere (e siamo sicuri che ci saranno cascati anche altri) è grave, perché dimostra che basta saper scrivere un comunicato stampa, firmarlo con nomi che gli diano autorevolezza, e diffonderlo attraverso i canali giusti per essere pubblicati su qualche quotidiano a tiratura nazionale, senza che venga fatta la benché minima verifica.

Attendiamo a questo punto che ci venga raccontato del nuovo tesoro milionario trovato in soffitta che la (cattiva) Banca d’Italia si rifiuta di convertire, o dell’ennesimo buono postale scaduto nascosto dietro a un quadro che un’intraprendente associazione in difesa del consumatore vi aiuterà a convertire in denaro sonante (dietro il pagamento di una piccola sottoscrizione).

Il nuovo anno porta con sé una sola certezza: il giornalismo è morto e a nessuno importa molto.

redazione at butac punto it

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