Aketa domesticus e le nostre farine
La fotografia di un foglio stampato contribuisce all'allarmismo generato in queste settimane sulla farina di insetti
C’è un classico post da boomer che sta facendo il giro di tantissimi account WhatsApp, e ovviamente state cominciando a segnalarcelo in tanti.
Lo definiamo “da boomer” perché è la foto di un foglio stampato, quella che vedete in testa all’articolo.
Nell’immagine si legge:
Elenco alimenti autorizzati a immettere farina di grilli secchi AKETA DOMESTICUS mei (sic) nostri cibi a partire dal 24 Gennaio 2023, e dal 26 larve in polvere della farina
Segue lungo elenco di alimenti in cui secondo il foglio verranno “immesse” le polveri di insetti. E il tutto si chiude con:
Testimonial a favore
Lidl, Eurospin, Coop, Conad, Barilla, Mac Donald (sic), Open, Republica (sic), Fca
Il foglio, scritto male, non dice cose sbagliate: è vero, dal 24 gennaio (che in italiano si scrive sempre con la iniziale minuscola, giusto per ricordarlo) potrà essere commercializzata la farina di grilli secchi a base di Acheta domesticus, e potrà essere usata in vari alimenti, come segnalato nel foglio stesso.
Quello che nel nostro foglio fotografato non viene spiegato è che per cinque anni solo un’azienda potrà commercializzare questo tipo di farine e che, come sulle confezioni di farina normalmente in commercio, sarà chiaramente indicato da che tipo di materia prima sono prodotte. Non è che domani vi capiterà di comperare, senza che la cosa sia bene evidente, snack (che si scrive con il -ck, e non con la sola -k come nel foglio) a base di grilli o larve. Chi fa circolare questo tipo di informazioni sta facendo leva sul facile sensazionalismo e sulla vostra paura di mangiare, per sbaglio, insetti – cosa che comunque succede già se bevete vino, se mangiate farina, se usate l’olio, e un sacco di altri prodotti di origine vegetale in cui è possibile che vengano accidentalmente “immessi” insetti durante il processo di produzione, senza che questo lo alteri in alcun modo o debba essere indicato in etichetta.
Purtroppo con sensazionalismo e populismo ci sono soggetti che riescono a raccogliere approvazione mediatica e donazioni, e a nulla serve fare fact-checking delle loro affermazioni: chi si fida di loro ci vedrà sempre col fumo negli occhi. Nel caso specifico vorrei rimandare tutti a un articolo apparso qualche giorno fa su una testata con cui non sempre andiamo d’accordo, ma che nel caso specifico ha fatto un ottimo lavoro di analisi dei fatti in merito alla farina d’insetti. Sto parlando dell’articolo apparso il 19 gennaio 2023 su Il Salvagente a firma del prof. Alberto Ritieni, professore di Chimica degli alimenti presso l’Università degli studi di Napoli Federico II.
L’articolo smonta alla perfezione tante delle credenze in merito a questo ingrediente. Le conclusioni dello stesso sono perlopiù condivisibili:
Abbiamo bisogno di mangiare insetti? La risposta è “non è necessario”, ma non è necessario avere allevamenti animali intensivi, o sfruttare le risorse del pianeta per poi sprecarle. Gli insetti sono un piano B per il futuro alimentare e per la nutrizione a basso impatto, ma per alcuni paesi in emergenza alimentare sono già oggi il loro piano A. Non siamo obbligati a mangiarli, nessuno può costringere ad accettare un prodotto sicuro dal punto di vista allergenico e tossicologico e utile dal punto di vista nutrizionale, ma è anche vero che non possiamo decidere per altri e paesi avanzati nel settore agro-alimentare come lo è l’Italia, possono dare le linee guida a chi ha bisogno di fonti alimentari alternative, assicurando sicurezza e qualità.
maicolengel at butac punto it
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