Ci avete segnalato una nuova ondata di articoli allarmistici sul 5G, articoli che riprendono contenuti che qui su BUTAC abbiamo già trattato in passato più e più volte. L’articolo che ci avete segnalato oggi è apparso su una testata locale, Belluno Press, che il 16 giugno ha titolato:
Il titolone con l’uso di parole come “allarme” e “golpe” viene dal fatto che chi ha scritto il pezzo ha partecipato a un incontro dal titolo:
5G sperimentazione immorale – Cittadini e sindaci, cosa facciamo ora
Incontro simile alle centinaia di altri che da anni vengono organizzati su tutto il territorio nazionale per, a quanto pare, spaventare la cittadinanza.
Non abbiamo intenzione di ripeterci troppo, ma vi segnaliamo prima di tutto un errore fattuale. Nel testo, infatti, si fa riferimento alla legge 36/2001 sostenendo che sia una legge approvata durante il governo Monti:
Il primo (golpe ndmaicolengel) con il governo Monti (Legge n.36/2001), che per far rientrare nei limiti di legge le emissioni delle antenne di telefonia stabilì che le misurazioni nei luoghi di permanenza di almeno 4 ore (scuole, ospedali ecc.) venissero fatte nell’arco delle 24 ore anziché nei sei minuti di maggior traffico giornaliero.
Peccato che sarebbe bastato leggere la firma sulla legge 36/2001 per scoprire che si trattava del governo Amato, e non del governo Monti, ad averla approvata. Questo tipo di imprecisioni a nostro avviso sono sintomo di quanto pressappochismo c’è dietro questo genere di eventi.
Per quanto i limiti innalzati dal Governo Meloni è vero, sono stati approvati a dicembre 2023, ma non c’è nessun allarme da lanciare: i nostri limiti fino a quel momento erano molto più bassi di quelli del resto d’Europa, e anche ora restano più bassi di quelli approvati nel resto dei Paesi che hanno implementato la tecnologia 5G.
Come riportavamo a gennaio 2024:
Vi siete mai domandati perché, varcati i confini nazionali, spesso la rete sia più stabile e veloce? Perché i limiti arrivano a 61 volts per metro, quando in Italia finora erano di 6 volt per metro e ora, grazie all’aumento, diventano 15 volt.
E ancora:
Sia chiaro, la cautela verso ogni cambiamento normativo che riguarda la salute pubblica è comprensibile. La chiave è bilanciare queste preoccupazioni con dati e pratiche consolidate a livello internazionale. Informazioni che invece le varie associazioni contrarie a questo innalzamento non riportano in maniera trasparente, giocando più sull’emotività e le paure di chi li segue che sulla scienza.
Gli allarmismi lanciati tanto per fare sono una delle piaghe della nostra società, esistono da sempre, e ci saranno sempre nicchie di soggetti scettici nei confronti delle novità da cui si sentono minacciati. Il nostro scopo, quando parliamo di materie come queste, è quello di riportare i pareri della comunità scientifica internazionale che, a oggi, non ha evidenziato alcun problema nei Paesi in cui già da anni i limiti delle frequenze superano quelli italiani di svariate grandezze.
Sperando di avervi dato materiale su cui riflettere.
redazione at butac punto it
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Foto di Josh Withers su Unsplash