Amazon, i resi e il New York Post
Una notizia non verificata che diffonde informazioni che possono confondere: cerchiamo di fare chiarezza
Su alcune testate italiane nei giorni scorsi è apparsa una notizia, riportata ad esempio così da Repubblica il 28 dicembre:
Addio al “reso compulsivo”: ora restituire un acquisto non è più gratis
Fanpage, il 3 gennaio:
Stop ai resi gratuiti da Zara ad Amazon: cosa c’è di vero sulle nuove politiche di rimborso
Articoli che hanno come fonte un articolo del New York Post del 26 dicembre dal titolo:
No more free returns: 81% of retailers charge fee to send back items
Il New York Post è quel quotidiano americano che durante la pandemia spacciava bufale a tutto spiano, e che sotto all’articolo di cui sopra pubblicizza questi suoi link interni:
Il New York Post, come il Daily Mail, rientra tra quelle testate tabloid che non vanno prese come fonte nemmeno per sbaglio, può essere che qualche volta diano anche informazioni corrette, ma di base sono note per essere testate interessate solo ed unicamente a sensazionalismo e clickbait; se sei un giornalista e utilizzi il NYP o il DM come fonte per i tuoi articoli c’è qualcosa che non va.
Vediamo i fatti. Amazon ha delle regole specifiche che prevedono già dei costi di reso in casi specifici. Perché non ne vedo cenno negli articoli che circolano? Perché quasi nessuno ha fatto delle verifiche: si è semplicemente preso quanto scrive un tabloid di scarso livello e lo si è riportato tale e quale. Queste alcune delle regole di Amazon che già da qualche anno prevedono dei costi:
Reso tramite ritiro a domicilio
Se restituisci il tuo pacco utilizzando il servizio di ritiro a domicilio, non dovrai sostenere alcuna spesa aggiuntiva al momento della consegna del pacco al corriere.
Se la restituzione avviene per un tuo ripensamento in merito all’acquisto e tua decisione di avvalerti delle facoltà previste dalla politica resi di Amazon, ti verranno detratte dal rimborso totale dell’articolo le spese di restituzione pari a EUR 4,99. Nel caso in cui l’articolo venga restituito ai sensi della garanzia legale di conformità, non ti verrà addebitato alcun costo per l’utilizzo dell’etichetta prepagata.
Reso di un prodotto voluminoso tramite ritiro a domicilio
Se restituisci il tuo pacco utilizzando il servizio di ritiro a domicilio di prodotti voluminosi, non dovrai sostenere alcuna spesa aggiuntiva al momento della consegna del pacco al corriere.
Se la restituzione avviene per un tuo ripensamento in merito all’acquisto e tua decisione di avvalerti delle facoltà previste dalla politica resi di Amazon, ti verranno detratte dal rimborso totale dell’articolo le spese di restituzione pari a EUR 50,00. Nel caso in cui l’articolo venga restituito ai sensi della garanzia legale di conformità, non ti verrà addebitato alcun costo per l’utilizzo dell’etichetta prepagata.
Ma sulla maggior parte degli articoli venduti da Amazon stessa offre:
…resi gratuiti per la maggior parte degli articoli consegnati a un indirizzo situato in Italia, San Marino, Città del Vaticano, Livigno, Campione d’Italia e Svizzera. Cerca “Resi gratuiti” accanto al prezzo per confermare che l’articolo si qualifica per i resi gratuiti.
Nessuna di queste clausole è cambiata. Dare a intendere che succederà sulla base di un tabloid abituato a clickbait e sensazionalismo non è giornalismo ma solo un abbassarsi allo stesso livello di una testata che ha l’abitudine di fregarsene delle verifiche. Sia chiaro, nessuno di noi è sorpreso che alcune testate italiane si comportino così, ma crediamo che i lettori abbiano diritto a qualcosa di meglio.
La cosa che fa tristezza è notare la totale mancanza di verifiche, cita ad esempio Fanpage:
In Gran Bretagna è stata Zara la prima a voler dire basta al reso gratuito e da un anno a questa parte addebita 1,95 sterline (2,2 euro) a coloro che restituiscono un capo online, attraverso i punti di consegna gestiti da terzi; rimane gratuito, invece, il reso direttamente in negozio.
Vero, ma che sia stata la Gran Bretagna la prima importa poco, Zara in Italia da tempo prevede il reso gratuito solo se consegnato in negozio, altrimenti c’è un costo di € 4,95, non da oggi, non dal 26 dicembre, ma già da tempo. Lo stesso dicasi per altri shop online. Ma è evidente che chi ha scritto gli articoli che sono diventati virali nei giorni scorsi non avesse alcun serio interesse per l’informazione, bensì per fare quel sensazionalismo prezioso, in questo caso, per i proprietari di negozi fisici, che risentono della concorrenza degli shop online.
Non credo sia necessario aggiungere altro.
maicolengel at butac punto it
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