Ancora morti improvvise e allarmismo ingiustificato

Quando l'allarmismo sensazionalista si traveste da giornalismo...

Ci segnalate un articolo apparso suI Giornale d’Italia, dal titolo:

22 morti improvvise in 20 giorni tra persone under 60, pochi screening cardiaci e autopsie superficiali, complicanze vascolari associate a Vaccino Covid

L’articolo ripete lo stesso dato tre volte nelle prime quindici righe, per poi spiegarci che:

“Il perito quasi sempre si ferma all’esame macroscopico del tessuto, degli organi lesi e si limita ad affermare: ‘Arresto respiratorio’ o ‘Arresto cardiocircolatorio’, guardando e descrivendo solo l’area alterata per necrosi, o per altro di patologico», ha spiegato Robbi Manghi, medico legale, tra i consulenti tecnici d’ufficio (Ctu) del tribunale di Reggio Emilia.

Di queste morti improvvise quindi difficilmente si conosceranno quali sono le cause che le hanno generate.

In tutto l’articolo, però, si omette sempre di segnalare quanto qui su BUTAC abbiamo riportato alla noia, ovvero i dati sulle morti improvvise in Italia pre-pandemia. Dati che dicono che ogni giorno nel nostro Paese muoiono circa 110 persone di morte improvvisa, un dato che è conosciuto da decenni. Sempre nei nostri vecchi articoli abbiamo riportato le statistiche sulle età di questi 110 morti, segnalando come non siano tutti ottuagenari fragili, ma che ogni giorno una buona percentuale sia sotto ai 60 anni, e che addirittura si parlasse del fenomeno tra i giovani sportivi già nel 2013.

Da Il Sole 24 Ore, 27 gennaio 2013

Le autopsie più approfondite si fanno se esiste un sospetto sufficiente sulla loro necessità. Ad esempio se ci fosse stato un incremento delle morti improvvise post-pandemia. Ma non è così, a oggi il numero di decessi improvvisi registrato nel nostro Paese (tranne nei due anni di pandemia, in cui però le cause erano facilmente riscontrabili) è invariato, non ci sono motivi di allarme.

Ma una lettura più completa del testo ci fa scoprire qualche dettaglio che riteniamo interessante evidenziare. Giuseppe Barbaro viene citato per collegare il vaccino anti-COVID-19 a potenziali complicanze cardiovascolari, come “aree fibrotiche subepicardiche e instabilità elettrica del cuore”, che potrebbero condurre ad “aritmie maligne”. Ma nell’articolo stesso ci dicono che “senza un adeguato screening non si può ottenere una correlazione oltre ogni ragionevole dubbio”. Questo è un punto importante, perché significa che anche le stesse dichiarazioni riportate restano ipotesi, non dati conclusivi. Sempre Barbaro parla di un effetto cardiotossico della proteina Spike, ma bisogna chiarire (per l’ennesima volta) che simili osservazioni devono essere validate da studi scientifici robusti e pubblicati in riviste sottoposte a peer-review. Studi che qui non vediamo citare, come purtroppo non abbiamo visto citare ogni altra volta che qualcuno ha attribuito rischi di questo genere alla proteina Spike. In compenso dall’articolo scopriamo che il dottor Barbaro ha un libro in uscita; questa informazione potrebbe significare che nel libro il dottore intende approfondire l’ipotesi. Il problema però è che non è con libri e articoli di giornale che si fanno gli approfondimenti in campo medico, ma con studi che vengano pubblicati da testate scientifiche e che vengano revisionati da altri esperti del campo. Il Giornale d’Italia non è una testata scientifica, un libro in libreria neppure. Il metodo “Compra il mio libro”, d’altro canto, è indicato tra i campanelli d’allarme a cui prestare attenzione quando si cerca di valutare la bontà di un’affermazione scientifica.

Concludendo

Al momento, non ci sono evidenze scientifiche sufficienti per affermare che i vaccini anti-COVID-19 causino le problematiche descritte nell’articolo in maniera in qualche modo significativa. Gli enti regolatori come l’EMA, l’AIFA e l’OMS continuano a monitorare la sicurezza dei vaccini e a ribadire che i benefici superano di gran lunga i rischi. Le miocarditi post-vaccino sono state segnalate, ma in una percentuale molto bassa, principalmente in giovani maschi dopo la seconda dose, e con un decorso generalmente benigno. Non riportare queste cose significa non avere a cuore l’informazione completa sui fatti.

redazione at butac punto it

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