Gli articoli sponsorizzati generano mostri
Non siamo solo noi a dire che il nostro prodotto è ottimo... ah sì scusate siamo sempre noi
Sfogliare il feed delle news può portare a scoperte scientifiche di altissimo livello, ad esempio io durante il weekend ho scoperto che esiste un prodotto che è un toccasana se si ha un intestino irritabile:
Il prodotto è Vitalongum, un probiotico che dovrebbe appunto aiutare in situazioni come quelle descritte nel post sponsorizzato che vedete qui sopra.
Il problema è che il post riporta il logo del Corriere della Sera e un’affermazione che, secondo la pubblicità, sarebbe stata detta da qualche cronista del Corriere stesso. Il post sponsorizzato che veniva fatto girare sui social riporta proprio queste parole: Non lo diciamo solo noi. E a supporto di queste parole Neobilive ha pubblicato svariati post sponsorizzati:
Corriere, Ansa, Today, La Repubblica, sono tante le testate che a detta delle pubblicità di questo magico probiotico ne avrebbero esaltato le proprietà. Io, lettore pigro che vedo pubblicità del genere, mi convincerò che appunto le testate citate abbiano chiesto a dei medici un parere e abbiano pubblicato articoli entusiastici in merito. Invece le cose non stanno proprio così, basta cercare le frasi estrapolate per scoprire che quelle che vengono condivise come recensioni entusiastiche pubblicate su testate nazionali altro non sono che publiredazionali scritti dalla stessa azienda.
O ancora:
In pratica prima pago una testata per pubblicare sulla stessa un publiredazionale sul mio prodotto dai toni entusiastici, poi uso lo stesso testo per dare a intendere sia un articolo originale della testata, quando in realtà è stato pubblicato a pagamento come una qualsiasi pubblicità.
Sia chiaro, magari è un prodotto fantastico, noi non siamo qui per mettere in dubbio le doti del probiotico, ma solo per mostrarvi il sistema scelto per avere visibilità. Anche sul sito dell’azienda vengono mostrati i marchi delle testate su cui è stata fatta pubblicità:
Da piccolo imprenditore quale sono mi vergognerei a usare delle pubblicità da me pagate (e redatte) per convincere della bontà del mio prodotto i potenziali clienti.
redazione at butac punto it
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