Gli auricolari alla guida e il Codice della Strada

Le modifiche di Salvini al Codice della Strada hanno introdotto multe per chi indossa gli auricolari alla guida? Cerchiamo di fare chiarezza

Sul profilo di Massimiliano Tonelli, professore a contratto presso la Luiss Business School e la IULM, nonché direttore editoriale presso CiboToday, è apparso qualche giorno fa un post molto lungo, che non riprenderò nella sua interezza. Basta la prima, comunque lunga, parte:

Mi hanno ritirato la patente. Dopo mesi di mobilitazione e militanza in prima persona contro l’allucinante Codice della Strada di Salvini, mi hanno tolto la patente proprio a causa di un articolo di quella norma a quanto pare. Così ho confermato a me stesso la bontà di quelle proteste, ma così ho fatto pure la figura del cretino.
Cosa è successo? Beh, sollitamente mi sposto in bici, talvolta coi mezzi pubblici, ma ogni tanto capita di avere bisogno di un motorino e l’altro giorno ne avevo noleggiato uno di quelli elettrici che si trovano facilmente con un’app. 2 Un’auto della Polizia Locale di Milano che stava facendo tutt’altro (presidiavano una strada temporaneamente chiusa per lavori) mi vede fermo al semaforo, mi ferma, mi chiede patente e libretto (il libretto di uno scooter in sharing…?) e dopo qualche controllo mi ritira la patente fino a 60 giorni, mi spiega che avrei dovuto anche pagare 250 euro di sanzione e che mi sarebbero stati tolti (è la prima volta che mi succede) ben 5 punti. Se avessi ripetuto poi la stessa grave infrazione nell’arco del prossimo anno, sanzioni e penalità sarebbero state molto molto superiori.
Ma cosa avevo fatto? Cosa sta scritto nel verbale? Ebbene: avevo gli auricolari alle orecchie. Le mie cuffiette erano collegate al telefono ed erano al loro posto ancorché spente e inattive. È bastato questo. Sappiatelo, se non lo sapete. Se ne può tenere una, ma se le tenete tutte e due a quello andate in contro. I primi ad essere in imbarazzo erano gli agenti..

Ma il divieto di guidare con gli auricolari esiste dal 2002. Salvini non c’entra nulla. Vediamo l’Art. 173 comma 2 del Codice della strada, in vigore dal 2002:

E’ vietato al conducente di far uso durante la marcia di apparecchi radiotelefonici ovvero di usare cuffie sonore, fatta eccezione per i conducenti dei veicoli delle Forze armate e dei Corpi di cui all’art. 138, comma 11, e di polizia, nonché per i conducenti dei veicoli adibiti ai servizi delle strade, delle autostrade ed al trasporto di persone in conto terzi. E’ consentito l’uso di apparecchi a viva voce o dotati di auricolare purché il conducente abbia adeguata capacità uditiva ad entrambe le orecchie che non richiedono per il loro funzionamento l’uso delle mani.

Si usa “auricolare” al singolare quando si parla di ciò che è consentito perché appunto è concesso utilizzarlo su un solo orecchio, e solo in caso di “adeguata capacità uditiva ad entrambe le orecchie”. La frase chiave infatti è proprio quella sull’adeguata capacità uditiva: significa che devi avere almeno un orecchio libero in ogni momento, ovvero non puoi avere due auricolari inseriti, anche se sono spenti. E questo vale anche per i monopattini o i motorini in sharing. L’obbligo di non usare dispositivi che impegnano le orecchie alla guida è entrato nel Codice della Strada con il D.Lgs. 285/1992, ma la versione che introduce l’auricolare singolo è del 2002, Legge 214/2003, che ha convertito il DL 151/2003.

Quindi: più Lunardi e Berlusconi che Salvini.

La sanzione per questa infrazione è regolata dall’art. 173 comma 3 (questo sì aggiornato di recente, con un aumento minimo rispetto al passato, da 76 a 83, da 306 a 332):

  • Multa da 83 a 332 euro

  • Decurtazione di 5 punti

  • Sospensione della patente da 15 giorni a due mesi se si tratta di una recidiva entro due anni.

Quindi forse gli agenti gli hanno applicato una sanzione aggravata pensando fosse una recidiva, oppure c’è stato un errore di interpretazione. Ma la norma base prevede già multa + 5 punti.

E quindi tutta la parte di post scritta per criticare le norme volute da Salvini è sbagliata. La cosa che mi ha fatto più sorridere del racconto è il riferimento all’imbarazzo degli agenti, che dovrebbero sapere che quel divieto esiste da anni, e quindi non provare alcun imbarazzo, anzi magari dovrebbero dare le informazioni corrette al cittadino.

Peccato, perché una persona con ruoli professionali nel mondo della comunicazione e dell’editoria dovrebbe sapere quanto sia importante verificare le fonti. E invece… “condivido ergo sum”, perché viviamo immersi nella disinformazione e a nessuno interessa approfondire: tutti sentono la necessità di dire la loro, senza però che siano andati a verificare se stiano diffondendo informazioni corrette o meno.

Sia chiaro, Tonelli nel suo lungo post solleva alcuni spunti legittimi – come la sproporzione tra certe sanzioni o l’impunità per la sosta selvaggia – ma li affoga in un fiume retorico pieno di piccoli errori e omissioni. E quando a farlo è un professionista dell’informazione, il problema diventa culturale, non solo personale.

La proporzione delle sanzioni è un tema legittimo di discussione, ma Tonelli semplifica troppo:

  • Su autovelox e multe cumulative, è vero che c’è una soglia oltre la quale si fa un’unica sanzione, ma è per evitare che sullo stesso tratto uno venga multato più volte di fila senza saperlo (si tratta, nella pratica, di una garanzia per l’utente).
  • Lo sconto del 30% è previsto dal Codice della Strada da anni, anche su sanzioni per la sosta selvaggia.

La morale della storia non è che le norme sono troppo dure – quelle nuove probabilmente lo sono, ma questo non è il punto della questione. La morale è che parlare senza sapere le cose è pericoloso, soprattutto se hai un ruolo pubblico. E se perfino chi fa informazione non verifica i fatti prima di lanciarsi in un pistolotto su Facebook… come possiamo pretendere che lo faccia il cittadino medio?

Ricordate: la disinformazione può colpirvi anche mentre siete fermi al semaforo. Ma se indossate due auricolari, il Codice della Strada può colpirvi prima.

maicolengel at butac punto it

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