Come disobbedire al green pass secondo l’avvocato Fusillo
...e partecipare alla class action da 70 euro!
Sì lo so, che palle, un altro articolo dedicato al famigerato green pass. La prima cosa che vorrei dire è che quanto segue non vuole essere una difesa tout court del certificato digitale, misura che riteniamo necessaria ma che è, a nostro avviso, stata studiata davvero male dal governo. In pratica quanto segue è una copia un po’ estesa di un articolo che avevamo già scritto a inizio mese.
La prima cosa che vorremmo evidenziare è che il video – apparso sui canali di LuxAlibi, con quasi 50mila follower e oltre 340mila visualizzazioni – è chiaramente finalizzato alla raccolta di adesioni per una class action. Chiedono 70 euro a cranio per partecipare… lo dicono fin dall’inizio della video intervista. Curioso, abbiamo già visto un altro avvocato in Germania fare esattamente la stessa cosa un anno fa, senza che nulla sia cambiato grazie alla sua class action. L’avvocato tedesco è stato portato in palmo di mano da ByoBlu, altra gente che adora raccogliere fondi con la pala. Sì, lo sappiamo, arriveranno a dirci che anche noi lo facciamo, ma la differenza è che noi non minacciamo di chiudere se non fate donazioni, non proponiamo fantasmagorici contenuti esclusivi, non lanciamo class action di sorta. Chi vuole supportarci può farlo, chi non vuole può continuare a leggere BUTAC come gli altri, e vomitare il suo odio contro di noi senza alcuna fatica.
Fa molto sorridere quando l’intervistatore dice che sono stati limitati i costi per la class action fino all’impossibile, la frase non ha molto senso: se alla class action partecipano quattro gatti quei 70 euro non coprono nulla, mentre se partecipano tutti quelli che hanno visto il video l’avvocato e i suoi sodali hanno vinto al lotto. La cifra di 70 euro è sufficientemente bassa per far sì che chiunque abbia davvero paura del green pass partecipi senza grossi problemi e ripensamenti, ottimizzando al massimo l’entrata. Ci dicono:
…lo facciamo veramente cercando di non pesare sulle tasche dei cittadini
A quanto ci risulta siamo alla seconda richiesta di denari, la prima era rivolta solo agli operatori sanitari che desiderassero parteciparvi, con un IBAN su una banca belga. Nel caso precedente ai sanitari venivano chiesti 100 euro, con un numero minimo di 800 partecipanti. E visto che il ricorso è partito significa che un’entrata minima di 80mila euro è già stata raggiunta. Probabilmente sono stati più di 80mila gli euro entrati nelle casse dell’associazione. Soldi per ora spesi per presentare una memoria circa sessanta pagine a cui l’avvocatura dello stato ha prontamente risposto in maniera dettagliata, spiegando perché il ricorso presentato (per cui, ripetiamo, sono stati pagati più di 80mila euro) non è ammissibile.
Nel video di cui sopra l’avvocato Fusillo esorta a rifiutarsi di esibire il green pass (lui lo chiama “marchio verde”, perché le parole sono importanti e questa gente sa come usarle per fare leva sull’indignazione), giacché sostiene che il D.L. 105/2021 non legittimerebbe la discriminatoria richiesta fatta dai gestori dei locali.
Houston, we have a problem…
Nel Decreto Legge richiamato, come avevamo già spiegato, è esplicitamente specificato chi è abilitato a chiedere l’esibizione del green pass; vi riportiamo dal punto 2.2 titolato “Verifiche delle certificazioni verdi COVID-19”:
Alla verifica sono deputati:
a) i pubblici ufficiali nell’esercizio delle relative funzioni;
b) il personale addetto ai servizi di controllo delle attività di intrattenimento e di
spettacolo in luoghi aperti al pubblico o in pubblici esercizi, iscritto nell’apposito
elenco disciplinato dall’art. 3, comma 8, della legge n. 94/2009;
c) i soggetti titolari delle strutture ricettive e dei pubblici esercizi per l’accesso ai
quali è prescritto il possesso di certificazione verde COVID-19, nonché i loro delegati;
d) il proprietario o il legittimo detentore di luoghi o locali presso i quali si svolgono
eventi e attività per partecipare ai quali è prescritto il possesso di certificazione verde
COVID-19, nonché i loro delegati;
e) i vettori aerei, marittimi e terrestri, nonché i loro delegati;
f) i gestori delle strutture che erogano prestazioni sanitarie, socio-sanitarie e socioassistenziali per l’accesso alle quali, in qualità di visitatori, sia prescritto il possesso di
certificazione verde COVID-19, nonché i loro delegati.
Oltretutto:
Il comma 6 dell’art. 13 prevede che il controllo relativo alla corretta esecuzione delle verifiche è svolto dai soggetti di cui all’art. 4, c. 9, del decreto-legge n. 19/2020; si rammenta che il citato comma 9 prevede che: Il Prefetto, informando preventivamente il Ministro dell’interno, assicura l’esecuzione delle misure avvalendosi delle Forze di polizia, del personale dei corpi di polizia municipale munito della qualifica di agente di pubblica sicurezza e, ove occorra, delle Forze armate, sentiti i competenti comandi territoriali.
Di tutto questo l’avvocato e i suoi sodali non fanno cenno nell’intervista. Tanto, se vi beccate una sanzione, a loro importa poco: siete voi che la dovrete pagare.
Non credo sia necessario aggiungere altro, il video dura 19 minuti, ma quanto riportato sopra dovrebbe bastare per farvi capire che genere di messaggio sbagliato venga passato. Tanto se siete convinti sostenitori di questa gente nulla possiamo fare per farvi cambiare idea.
La redazione di BUTAC
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