La barriera corallina e il cambiamento climatico

La Grande barriera corallina è alla sua massima estensione? E cosa significa questo?

Su alcune bacheche social sta circolando la notizia che siccome la Grande barriera corallina avrebbe raggiunto, per il terzo anno consecutivo, il record di dimensioni, allora questa sarebbe la prova provata che il riscaldamento globale sia in realtà un’invenzione giornalistica.

La notizia iniziale, ovvero che la Grande barriera corallina abbia raggiunto un’estensione record, è corretta. Ma prima di tutto vediamo di capire di cosa stiamo parlando, da Wikipedia:

La Grande barriera corallina (in inglese Great Barrier Reef) è la più grande estensione di corallo nel mondo, composta da oltre 2 900 barriere coralline singole e da 900 isole; si estende nell’Oceano Pacifico per 2 300 km, su una superficie di circa 344 400 km².

La notizia come dicevamo è corretta, secondo le stime (qui quelle di agosto 2022) la barriera è cresciuta, ma la notizia non è tutta qui, ci sono piccoli dettagli da aggiungere:

All’inizio del 2022, dopo quattro delle più grandi ondate di calore marine nella storia della GBR, l’ondata di calore si è brevemente placata, aprendo una piccola ma significativa finestra per alcune specie per reclamare il territorio. Una parte del motivo per cui gli scienziati sono ancora diffidenti nei confronti del futuro della barriera corallina ha a che fare con quali di queste specie stanno tornando più di altre…

la maggior parte di queste è un genere di coralli infestanti a crescita rapida noti come Acropora. Tra questi rientrano specie come staghorn, elkhorn e tabletop corals, che, sebbene prolifici, vengono facilmente disgregati dai cicloni, eventi atmosferici che si prevede diventeranno più frequenti e intensi. Peggio ancora, sono il cibo preferito dei COT, una specie che continua a sentirsi più a suo agio nella Grande Barriera Corallina man mano che le acque circostanti si riscaldano.

E ancora:

…Come la maggior parte delle barriere coralline, la Grande barriera corallina ha sempre sperimentato alti e bassi naturali nella copertura corallina e nella biodiversità. Quanto siano bassi questi bassi può dirci di più sugli impatti complessivi dell’attività umana e del cambiamento climatico. Durante quest’ultimo periodo di ricrescita, le barriere coralline della Grande barriera corallina settentrionale e centrale hanno visto un aumento medio della copertura corallina fino al 36%, rispetto a un minimo storico del 27%. Questo potrebbe essere di breve durata, poiché l’Intergovernmental Panel on Climate Change prevede un’ulteriore moria del 70-90% dei coralli globali se il mondo raggiungesse 1,5 °C (2,7 °F) di riscaldamento.

Queste sono le parole di Konrad Hughen del WHOI, e principale ricercatore della Reef Solutions Intiative.

Ma non ci sono le sue affermazioni, sul sito del Governo Australiano dedicato al Parco naturale della Grande barriera corallina a marzo spiegavano che i coralli della barriera, a causa del calore, si stanno sbiancando:

I rilievi aerei condotti dalla Reef Authority in collaborazione con l’Australian Institute of Marine Science (AIMS) su due terzi del parco marino confermano che nella Grande Barriera Corallina è in corso un diffuso fenomeno di sbiancamento dei coralli…

…”I risultati sono coerenti con quanto abbiamo visto con temperature della superficie del mare superiori alla media in tutto il Parco Marino per un lungo periodo di tempo”, ha affermato il dott. Beeden.

Sostenere quindi che la crescita record della Grande barriera corallina sia la dimostrazione che il riscaldamento globale è una fake news è sbagliato, purtroppo i negazionisti ci saranno sempre, la scelta migliore sarebbe ignorarli e passare oltre, infischiandosene delle loro lamentele.

maicolengel at butac punto it

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