“Bisogna eliminarli”, Giordano e l’eutanasia in Canada
Se possiamo evitiamo di dare visibilità a quel quotidiano che non è nemmeno buono per lavare i vetri, perlomeno quando gli articoli che ci segnalate sono firmati da uno dei tanti giornalisti sconosciuti che vi scrivono. Quando invece si tratta di firme note come Mario Giordano riteniamo sia importante perlomeno cercare di fare chiarezza su quanto riportato.
Cosa c’è di vero in quel titolone fatto apposta per generare reazioni inorridite? Poco, ma cerchiamo di spiegare meglio i fatti. Giordano fa riferimento alla vicenda di un uomo dell’Ontario, di cui non si conoscono le credenziali, quasi cinquantenne, con precedenti di malattie mentali, che è morto appunto per eutanasia.
La storia trova spazio su un quotidiano vicino alla destra conservatrice canadese, il National Post, senza però entrare mai nel dettaglio dei fatti. Quello che raccontano è davvero poco, sufficiente per pontificare e gridare allo scandalo, ma in realtà si tratta di un resoconto assolutamente insufficiente per poter valutare i fatti.
Scrive il National Post:
Un uomo dell’Ontario sopra i 45 anni, con una storia di malattia mentale, è morto tramite eutanasia dopo che i periti per la morte assistita avevano deciso che la spiegazione più ragionevole per il suo declino fisico fosse una “sindrome da vaccinazione” post COVID-19.
Il termine è controverso (l’attuale sistema canadese di segnalazione degli eventi avversi dei vaccini non include la “sindrome post-vaccino”) e diversi specialisti consultati prima della sua morte non sono riusciti a concordare su una diagnosi, sollevando dubbi sul fatto che le condizioni dell’uomo soddisfacessero i criteri per una condizione “irrimediabile”, ovvero una condizione incurabile e senza speranza.
Solo leggendo tutto l’articolo scopriamo che:
Soffriva anche di depressione, disturbo da stress post-traumatico, ansia e disturbi della personalità e, “mentre gestiva i suoi sintomi fisici”, è stato ricoverato due volte in ospedale, una volta contro la sua volontà, con intenti suicidi.
Ovviamente nessuno ha obbligato l’uomo a praticare l’eutanasia, ma è lui che ne ha fatto richiesta, e dopo lunga discussione -pur senza concordare su una diagnosi unica – i periti hanno concesso che questo avvenisse, sostenendo appunto che oltre agli altri problemi che l’uomo già aveva la sua situazione potesse essersi aggravata a causa di una condizione di sindrome da stress post-vaccinazione.
Concludendo
Quindi, per chiarire le cose una volta di più, siamo di fronte a un soggetto già noto per disturbi mentali che ha avuto intenti suicidi, intenti non portati a termine grazie a un suo precedente ricovero coatto, che a un certo punto ha fatto richiesta di far ricorso all’eutanasia, per porre fine a quelle che lui riteneva essere sofferenze non superabili. Anche se i medici che l’hanno visitato non concordavano tutti sul fatto che tali sofferenze fossero non superabili, alla fine hanno espresso parere favorevole all’eutanasia. Titolare come se la decisione fosse una scelta dei medici e non del paziente è sensazionalismo atto a disinformare.
Qui potete trovare tutte le regole legate alla morte assistita in Canada. Quella che vorremmo fosse ben chiara a tutti dice che per procedere dobbiamo:
- make a voluntary request for medical assistance in dying
- The request cannot be the result of outside pressure or influence.
Che tradotto:
- fare una richiesta volontaria di assistenza medica al suicidio
- La richiesta non può essere il risultato di pressioni o influenze esterne.
Non crediamo sia necessario aggiungere altro.
maicolengel at butac punto it
Se ti è piaciuto l’articolo, sostienici su Patreon o su PayPal! Può bastare anche il costo di un caffè!
Un altro modo per sostenerci è acquistare uno dei libri consigliati sulla nostra pagina Amazon, la trovi qui.
BUTAC vi aspetta anche su Telegram con il canale con tutti gli aggiornamenti e il gruppo di discussione, segnalazione e quattro chiacchiere con la nostra community.