Il paragone tra Kennedy a Cuba e Putin in Ucraina
Lo specchietto per le allodole della propaganda filorussa
Tra le tante falsità che vengono propagandate sull’invasione russa dell’Ucraina, una è particolarmente nociva perché è stata ripetuta da accademici di una certa rilevanza (Canfora, Orsini, Odifreddi, Rovelli): la guerra di Putin in Ucraina sarebbe paragonabile al comportamento avuto dagli Stati Uniti con Cuba durante la crisi dei missili del ’62. Esisterebbe infatti, in particolare secondo Orsini, una «legge ferrea» della politica internazionale, secondo la quale le grandi potenze impediscono ai Paesi confinanti di mantenere una linea di condotta contraria ai propri interessi. Vediamo se le cose stanno veramente così, ma prima facciamo un passo indietro.
Piccolo preambolo storico
Nel 1959 i rivoluzionari cubani rovesciarono il regime di Batista sostenuto dagli americani. Gli Stati Uniti riconobbero il nuovo governo guidato da Fidel Castro, ma ben presto si creò una frattura insanabile tra i due Paesi. Il 17 aprile del 1961 la CIA sponsorizzò un tentativo di invasione dell’isola da parte di un manipolo di esuli cubani. L’operazione fallì miseramente, perché l’amministrazione Kennedy non volle supportare militarmente la spedizione. Questo velleitario tentativo segnò il punto di non ritorno nei rapporti tra gli Stati Uniti e Cuba.
Nell’ottobre del ’62 gli aerei spia U-2 americani evidenziarono la presenza di missili balistici, potenzialmente capaci di trasportare testate nucleari, sull’isola. Dopo alcuni contrasti interni Kennedy ordinò un blocco navale attorno all’isola cubana per impedire che potessero essere inviate ulteriori armi di distruzione di massa al regime di Castro. Fortunatamente il premier sovietico, Chruščëv, e quello statunitense, Kennedy, trovarono un accordo: l’Unione Sovietica avrebbe ritirato le armi da Cuba e gli Stati Uniti avrebbero garantito di non invadere l’isola. Un ulteriore accordo segreto stabiliva che gli americani dopo qualche mese avrebbero tolto i missili schierati lungo il confine tra Unione Sovietica e Turchia.
Ha senso un paragone con l’invasione Russa dell’Ucraina?
No, ma siccome questo paragone viene continuamente ripetuto, vale la pena spiegare il perché una volta per tutte.
È vero che gli americani provarono a rovesciare il regime cubano, soprattutto con lo sbarco nella baia dei Porci e le sanzioni economiche. Gli Stati Uniti però non hanno mai utilizzato direttamente le loro forze armate per invadere il Paese e rovesciarne il governo. Quello che sta facendo Putin oggi è usare la gran parte delle capacità offensive dell’esercito russo per occupare militarmente l’Ucraina e cambiarne il governo scelto con regolari elezioni. Il tutto con ampio disprezzo della popolazione civile, russofona o meno.
È vero che gli americani imposero la quarantena navale ed erano pronti ad un’invasione militare di Cuba. A differenza dell’Ucraina però, nell’isola caraibica erano presenti delle testate nucleari che costituivano una minaccia concreta alla sicurezza degli Stati Uniti. Sapete invece dove sono schierate le armi nucleari in Europa?
Come si può vedere nessun paese NATO ai confini della Russia ospita armi nucleari. E meno che mai l’Ucraina.
A questo elenco possiamo aggiungere un’ultima considerazione: gli Stati Uniti dopo la crisi dei missili del ’62 non hanno provato a rovesciare il regime di Castro con la forza, nemmeno dopo la caduta dell’Unione Sovietica. Oggi Cuba è ancora tranquillamente “socialista”.
Alla luce dei fatti nessuna equiparazione possibile può esistere tra l’atteggiamento USA verso Cuba e quello della Russia verso l’Ucraina.
Conclusione
Le paure russe per la propria sicurezza non hanno alcun fondamento reale tale da giustificare la carneficina in corso.
Stupisce molto che degli accademici molto noti, in alcuni casi esperti di storia o di relazioni internazionali, non sappiano fare un paragone così semplice.
C’è qualquadra che non cosa.
Michele Armellini
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