La cattiva Unione Europea
Un piccolo vademecum della disinformazione antieuropeista di cui abbiamo parlato negli ultimi anni
La disinformazione contro l’Unione Europea parte da lontano: nel nostro Paese è almeno un decennio che viene diffusa, ieri grazie a partiti che nascevano di nicchia e che nel frattempo sono cresciuti, oggi grazie a partiti sovranisti che siedono in Parlamento e hanno raggiunto il potere.
Purtroppo questo genere di disinformazione dilaga in certi ambienti, pertanto a una settimana dal voto abbiamo pensato sia una cosa sensata fare un piccolo riassunto dei numerosi articoli dedicati a smentire la tanta disinformazione antieuropeista che circola nel nostro Paese.
Gli insetti in tavola
Sono tante le fonti che negli anni hanno sostenuto che l’UE avrebbe voluto imporre insetti e farine derivate dagli stessi come alimentazione sul nostro territorio, a discapito dei prodotti (buoni e sani) italiani. Ma si tratta di una bugia, pura malinformazione, l’UE non impone nulla ma semplicemente offre alternative alimentari sostenibili.
Vino e alcolici
Politici e influencer populisti affermano che l’UE voglia vietare vino e birra, quando in realtà l’Unione Europea sta solo sviluppando linee guida per la vendita degli alcolici basate su studi che dimostrano l’assenza di livelli sicuri di consumo di alcol per la prevenzione del cancro. Questo non significa un divieto, bensì una regolamentazione per proteggere la salute pubblica. Il consumo informato è alla base di un’alimentazione consapevole.
Le zucchine di mare
Un’affermazione fatta prima di diventare Presidente del Consiglio dei Ministri da Giorgia Meloni riguardava presunte normative UE sulle dimensioni minime delle zucchine, creando confusione con i cetrioli di mare. Anche la disinformazione su queste normative alimenta sentimenti antieuropeisti, nonostante in realtà non ci siano limiti imposti dall’UE per le zucchine.
Regolamenti sulle vongole
Un mito diffuso è che l’UE imponga un limite minimo di 2,5 cm per le vongole pescate, con sanzioni severe. In realtà, questa normativa esiste in Italia dal 1968 per proteggere le risorse marine, ben prima dell’entrata in vigore di leggi europee.
I tappi che non si staccano
La direttiva UE sui tappi attaccati alle bottiglie di plastica è stata introdotta per ridurre l’inquinamento. Studi hanno dimostrato che i tappi delle bottiglie sono tra i rifiuti più comuni trovati sulle spiagge europee, contribuendo significativamente all’inquinamento marino. L’obiettivo della normativa è quindi ecologico, per assicurare che i tappi vengano riciclati insieme alle bottiglie e non dispersi nell’ambiente.
Direttive sui decibel dei tosaerba
Viene spesso affermato che l’UE abbia regolato i decibel dei tosaerba in modo insensato. In realtà, esistono normative per ridurre l’inquinamento acustico, ma queste norme sono parte di un approccio più ampio per tutelare l’ambiente e la salute pubblica, non specificamente mirate ai tosaerba.
Le viti degli elettrodomestici
Si sostiene che l’UE imponga l’uso di viti particolari per elettrodomestici, rendendole introvabili per motivi oscuri ma sicuramente malevoli. Questa normativa esiste per motivi di sicurezza, per assicurare che le apparecchiature non possano essere facilmente manomesse. Tuttavia, questa informazione è spesso travisata per dipingere l’UE come oppressiva.
Sanzioni in Grecia
È stato falsamente riportato che in Grecia si rischi il carcere per manifestazioni contro le sanzioni dell’UE. La realtà è che le sanzioni riguardano violazioni normative e non il diritto di manifestare. Questo tipo di disinformazione mira a creare un’immagine, anche stavolta distorta, dell’UE come regime dittatoriale.
Le valvole termostatiche
La direttiva che obbliga l’installazione di valvole termostatiche nei sistemi di riscaldamento è vista come un costo inutile imposto dall’UE. In realtà, queste valvole permettono di risparmiare energia e ridurre gli sprechi, contribuendo a una gestione più efficiente del riscaldamento domestico.
Il divieto di produzione su certi elettrodomestici
La UE, con la normativa a cui si fa riferimento, non aveva nessuna intenzione di vietare tostapane, asciugacapelli, telefoni cellulari, ascensori, distributori automatici, bollitori e così via, ma solo di regolare i consumi massimi possibili con questi tipi di prodotti. È ovvio che i prodotti che non sono in linea con le nuove norme non saranno più in commercio, ma solo per una questione legata ai consumi troppo alti.
Il divieto degli orti casalinghi
Una delle bufale più ricorrenti è che l’Unione Europea voglia vietare gli orti casalinghi per favorire le multinazionali produttrici di sementi OGM. In realtà, le normative europee sui semi mirano a semplificare e regolare la circolazione dei semi tra i grandi produttori e coltivatori, senza intaccare la possibilità dei cittadini di coltivare il proprio orto. Le norme riguardano principalmente le aziende agricole di grandi dimensioni, con un fatturato superiore a due milioni di euro e almeno dieci dipendenti, non i piccoli orticoltori domestici.
Il patentino per l’orticello
Un’altra falsa notizia sostiene che l’UE richieda un “patentino” per chiunque voglia coltivare un orto domestico. In realtà, il certificato di abilitazione è necessario solo per l’acquisto e l’uso di prodotti fitosanitari destinati a un uso professionale e potenzialmente pericolosi. I piccoli orticoltori possono continuare a utilizzare prodotti meno pericolosi senza bisogno di alcun certificato.
Concludendo
È fondamentale non cadere nella disinformazione antieuropeista perché mina la collaborazione tra i Paesi membri dell’Unione Europea. La disinformazione e la propaganda mirano a creare divisioni, indebolendo le istituzioni europee e ostacolando sfide comuni come l’economia, la sicurezza e l’ambiente. Sfide che solo uniti possiamo sperare di vincere. Oggi ci sono molte realtà a cui farebbe comodo che l’UE fallisse nel suo intento di unione tra popoli, realtà che da anni diffondono disinformazione dannosa per l’UE, disinformazione che purtroppo ha già raggiunto il suo scopo in paesi con il Regno Unito.
BUTAC da sempre è europeista, non l’abbiamo mai nascosto, ma oggi più che mai riteniamo sia importante schierarsi non con un partito politico, bensì con qualcosa di superiore, quell’idea di un Paese senza confine che leghi tra loro culture diverse unite fra loro da secoli di vicinanza. Paesi che oggi dovrebbero muoversi fianco a fianco, come un solo fronte.
Per voi che ancora non sapete chi votare, a questo link potete trovare uno strumento facile per capire meglio quali sono i programmi dei vari partiti e confrontarli con quelle che sono le vostre opinioni in merito. Bravi i ricercatori che l’hanno realizzato, che vengono dall’Università di Milano “La Statale” con colleghi di Unimi e dell’Università di Friburgo. Lo strumento si chiama VoteSwiper.
redazione at butac punto it
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