Diventa nero dopo il trapianto di fegato?
Googlando potrete trovare la notizia un po’ dappertutto e generalmente la fonte della notizia è Yahoo o il Mirror ma, essendo una storia partita dalla Russia, non sono loro la fonte originale, che nessuno linka. Questa sembra la prassi quando si tratta di
notizie provenienti da siti russi e non capisco il perché. Ovviamente pochissimi lettori conoscono il cirillico, ma i traduttori online possono fare anche un discreto lavoro e mettere un link non costa niente. Ovviamente copiare da siti “autorevoli” semplifica il lavoro dei giornalisti. Scavando nella storia ho sentito suonare tanti “campanellini della fuffa”. La mancanza della fonte originale è il primo campanellino.
Piccolo passo indietro e leggiamo cosa sarebbe successo.
MOSCA – Semen Gendler, 65enne russo, malato di cancro ed epatite C, si è sottoposto negli Usa a un trapianto di fegato donato da un uomo afroamericano. L’operazione è andata bene, ma subito dopo l’intervento Semen, guardandosi allo specchio, ha iniziato a vedere dei cambiamenti: “Sono diventato nero“.
Oltreoceano, l’uomo trova un donatore, un 38enne afroamericano. L’operazione, costata oltre 375mila euro, va a buon fine. Ma è dopo l’intervento che inizia a capitare qualcosa di strano. “Il mio collega Igor – racconta l’uomo – si è accorto che avevo il volto più scuro. Ed effettivamente, dopo che me lo ha fatto notare, mi sono reso conto che stavo diventando nero. Forse il motivo è legato al fegato del donatore di colore”. In realtà i medici non confermato questa tesi e stanno ancora cercando di scoprire le cause della mutazione. “L’importante – conclude Semen – è che io sia guarito e possa fare una vita normale. Se divento nero non cambia nulla”.
La fonte originale è questa e traducendolo – in inglese – con Google Translate si riesce a seguire tranquillamente l’articolo. Innanzitutto è una intervista e ci sono un paio di dettagli che si perdono nelle varie traduzione e scopiazzate. Prima però voglio che guardiate con attenzione quanto faccia schifo l’unica foto esistente – secondo campanellino della fuffa-
On the left Simeon Gendler 60 years. Before surgery a few months. And (pictured right), it looks like now, at 65. The changes in the truest sense of the word there. Photo: personal archive.
La foto a sinistra è orribile e scannerizzata probabilmente con uno scanner che il suo amico Igor del KGB usava negli anni ’60. La seconda foto sembra scattata dalla webcam e neanche in questa i colori sembrano proprio genuini. La notizia è che stia diventando nero, quindi un effetto visibile, e questo è quanto è stato prodotto per dimostrarlo. Come potete vedere dalla didascalia la foto di sinistra è di 5 anni fa, poco prima del trapianto. Già, un dettaglio che è andato perso è che il trapianto si è svolto 5 anni fa, non è successo da poco.
Il trapianto si è svolto negli USA: come anche da noi, generalmente i dati del donatore rimangono riservati. Generalmente significa che è possibile per il ricevente entrare in contatto con la famiglia del donatore e viceversa, ma non è la norma. Nella intervista si dice
Donor liver had come to me in many ways, – he explained the “KP” Simeon Gendler. – Blood group, Rh factor, and so on. At first, I was offered a liver transplant the white man, but warned that it is not completely healthy. A liver donor was pure black. Delay was impossible, and I opted for the second option.
Terzo campanellino. All’inizio gli è stato offerto un fegato di un caucasico, ma venne scartato in quanto “non completamente sano”. Il secondo fegato era invece di un afroamericano di 38 anni, morto in un incidente. Considerando la scarsità di organi poter scegliere tra due donatori è una gran fortuna. Mi chiedo però come potesse sapere che il primo fosse di un bianco. Capisco scoprire dettagli sul donatore nell’arco dei 5 anni successivi, ma dubito che al ricevente vengano offerti dettagli sulla etnia del donatore quando arriva l’organo. L’etnia del donatore è uno dei dati che vengono registrati, i medici possono accedere a questi dati che vengono trasmessi da chi espianta l’organo, ma ho dei seri dubbi che questo venga comunicato al ricevente ogni volta. Probabilmente era molto amico dello staff medico dell’ospedale che non lesinava informazioni riguardo ai donatori…
Quarto campanello. La questione “sta diventando nero!” sembra opera dell’amico ex colonnello del KGB, dettaglio di per sé inutile che viene messo in evidenza nell’intervista originale, dove c’è una parte in cui si parla di Semen in terza persona (ricordatevi che è una traduzione di Google)
Maybe it’s just a sunburn?
No way! The first feature of the skin seeds – she did not light up. And he lives in New York, rather than in a hot country. Secondly, doctors forbade him to visit the sun, so as not to provoke a new oncology. So he is always hiding in the shadows. And most importantly – the doctors in the United States it is clearly said that the darkening of the skin can be directly related to the liver transplant black. They say they see patients with liver transplant, and there are cases when people then become real blacks …
Si dice che Semen vive a New York e non in un posto caldo – mi sa che non è stato nella Grande Mela durante l’estate e non mi sembra un fattore che possa escludere l’abbronzatura – e i dottori gli avrebbero vietato di prendere il sole per non “provocare un altro cancro”. Il cancro era al fegato, cinque anni prima e causato dalla epatite: sicuramente prendere troppo sole non va bene, soprattutto se per il cancro aveva subito una radioterapia, ma anche questo non è un elemento per non considerare l’abbronzatura. Sempre queste parole difficili da attribuire dicono addirittura che i medici americani avrebbero detto chiaramente che la colorazione scura della pelle dipendesse dal trapianto del fegato. Addirittura ci sarebbero casi di persone diventate davvero nere dopo trapianti di fegato… (credo che il Ninth esclamerebbe: Basta vodka, Igor!)
Quinto campanellino. In fondo all’intervista si cita però un esperto, Sergei Gauthier, che dice
Hardly darkening of the skin associated with the liver of the donor, – the chief transplant Russia, Professor, MD, Head of the FGI “FNTS Transplantation and Artificial Organs” Sergei Gauthier . – At least, no evidence to that effect we have. But we have a black and donors, no, we’ve never seen patients with such cases. In principle, the liver does not affect the color of the skin. The skin may turn black due to other diseases.
Cioè a loro non risultano casi del genere prima – vero è che di afroamericani in Russia ce ne saranno pochi, ma non tutti sono biondi con gli occhi azzurri da quelle parti – e che il cambio di colore potrebbe derivare da altre malattie.
Partendo da questa affermazione consideriamo alcuni fattori. Avendo avuto un tumore non possiamo escludere che Semen abbia iniziato un trattamento chemioterapico o di radioterapia: il trapianto di fegato in questo caso è quasi una “ultima spiaggia”. Uno degli effetti collaterali di alcuni trattamenti oncologici è l’iperpigmentazione, che però dovrebbe sparire nel tempo. Non dimentichiamoci che dopo il trapianto l’epatite C non è scomparsa e il paziente si è dovuto curare ancora. Stando a quanto dice ora è guarito, ma non sappiamo per quanto tempo sia stato in cura e come si sia curato – sia per il tumore che per l’epatite.
Basandoci su quanto riferito dall’esperto russo, tenendo in considerazione anche il tumore e l’epatite, oltre a due foto pessime, probabilmente si tratta di una storia un pochettino gonfiata. Personalmente a me sembra solo abbronzato. Non abbiamo motivi di dubitare che abbia davvero subito un trapianto, ma il modo di raccontare il tutto mi sembra un po’ ambiguo, come ho spiegato finora.
La cosa positiva è che a lui non importa nulla del colore
Not afraid to be themselves eventually black?
– I do not think about it. Maybe I will continue to darken. But I do not bother about it. To me it is important that the liver is working well. Tests are normal. The state of health is excellent.
Sta bene, è felice e del colore non gli interessa. Magari anche il suo business sta molto meglio dopo questa pubblicità.
Ricordatevi di amare col cuore, ma per tutto il resto di usare la testa.
neilperri @ butac.it
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