Djokovic e l’avvelenamento da metalli pesanti
Gravi accuse mai sollevate se non dopo tre anni, nel corso di un'intervista, e senza portare alcuna prova. Perché?
Il 9 gennaio 2025 Novak Djokovic è stato intervistato da GQsports, un’intervista che da quando è stata pubblicata ha circolato un po’ ovunque viste le pesanti accuse fatte da Djokovic nel corso della stessa.
Vi riportiamo la parte che ha contribuito alla viralità dell’intervista (in corsivo le domande del giornalista di GQ):
“I had some health issues. And I realized that in that hotel in Melbourne I was fed with some food that poisoned me.”
Wait, what do you mean?
“Well,” he says, “I had some discoveries when I came back to Serbia. I never told this to anybody publicly, but discoveries that I was, I had a really high level of heavy metal. Heavy metal. I had the lead, very high level of lead and mercury.”
You’re saying from maybe the food or something?
He shrugs and raises his eyebrows. “That’s the only way.”
(When reached for comment, a spokesperson from Australia’s Department of Home Affairs stated, “For privacy reasons, the Department cannot comment on individual cases.”)
So you were feeling very sick when you were going back to Europe.
“Yeah, very sick. It was like the flu, just a simple flu. But when it was days after that a simple flu took me down so much,” he says, he had an emergency medical team treat him at home. “I had that several times and then I had to do toxicology [tests].”
Can I assume that you never got the vaccination after all that?
“No, no,” he says. “Because I don’t feel like I needed one. I just don’t feel like I needed one. I’m a healthy individual, I take care of my body, take care of my health needs, and I’m a professional athlete. And because I’m a professional athlete, I’m extremely mindful of what I consume, and I do regular tests, blood tests, any kind of tests. I know exactly what’s going on. So I didn’t feel a need to do that. Also, what is important to state is knowing that I’m not a threat to anybody. ’Cause I wasn’t. Because I had antibodies.”
Che tradotte:
“Ho avuto alcuni problemi di salute. E mi sono reso conto che in quell’hotel a Melbourne mi hanno dato del cibo che mi ha avvelenato.”
Cosa intendi dire?
“Beh,” dice, “ho fatto alcune scoperte quando sono tornato in Serbia. Non l’ho mai detto pubblicamente a nessuno, ma ho scoperto che avevo livelli davvero alti di metalli pesanti. Metalli pesanti. Avevo piombo, livelli molto alti di piombo e mercurio.”
Stai dicendo che potrebbe essere stato a causa del cibo o qualcosa del genere?
Lui alza le spalle e solleva le sopracciglia. “È l’unica spiegazione.”
(Quando è stato contattato per un commento, un portavoce del Dipartimento per gli Affari Interni australiano ha dichiarato: “Per ragioni di privacy, il Dipartimento non può commentare casi individuali.”)
Quindi ti sentivi molto male mentre tornavi in Europa.
“Sì, molto male. Era come un’influenza, solo una semplice influenza. Ma nei giorni successivi quella semplice influenza mi aveva debilitato così tanto,” dice, aggiungendo di essersi fatto curare da un’équipe medica d’emergenza a casa. “Mi è successo diverse volte e poi ho dovuto fare test tossicologici.”
Posso presumere che non ti sei mai vaccinato dopo tutto questo?
“No, no,” dice. “Perché non sentivo il bisogno di farlo. Non mi sembrava necessario. Sono una persona sana, mi prendo cura del mio corpo, mi occupo della mia salute, e sono un atleta professionista. E proprio perché sono un atleta professionista, sono estremamente attento a ciò che consumo, faccio test regolari, esami del sangue, qualsiasi tipo di esame. So esattamente cosa succede nel mio corpo. Quindi non sentivo il bisogno di farlo. Inoltre, è importante sottolineare che sapevo di non essere una minaccia per nessuno. Perché non lo ero. Perché avevo gli anticorpi.”
La prima cosa che occorre dire è che bisogna imparare a separare l’atleta dall’uomo, quanto segue non vuole affatto negare le grandissime capacità sportive del tennista serbo. Ma essere un grande tennista non significa automaticamente essere anche una brava persona o una persona intelligente. Djokovic persona, grazie ad alcune sue uscite pubbliche, ha dimostrato di essere – a scelta – nella migliore delle ipotesi un credulone e nella peggiore un gran furbone che sa come vendersi al meglio al pubblico che lo segue, oltre a sapere bene come veicolare prodotti fuffa senza alcuna evidenza scientifica a sostegno.
Ovviamente la dichiarazione del tennista riportata da GQ è priva a sua volta di evidenze scientifiche: come per la religione siamo di fronte a un racconto per il quale bisogna fidarsi di chi ce lo racconta, senza che porti prove di questo fantomatico “avvelenamento da metalli pesanti” a cui fa riferimento. Eppure sarebbe bastato mostrare le analisi di cui parla per dare una parvenza di credibilità al tutto.
Ovviamente risulta impossibile smentire le sue affermazioni, senza analisi e senza avere accesso a campioni del suo sangue dell’epoca, ma dovrebbe bastare un po’ di spirito critico.
Djokovic durante il suo soggiorno in Australia è stato aspramente criticato da tanti per la sua scelta di non vaccinarsi: se, una volta tornato in patria, avesse avuto le prove di un “avvelenamento da metalli pesanti” e l’avesse raccontato ai giornali, perlomeno quelli che erano a lui favorevoli, ne sarebbe scoppiato uno scandalo dalle proporzioni abnormi, che avrebbe travolto l’Australia e le regole imposte per la pandemia. Invece cosa fa il tennista di fama mondiale? Attende che passi del tempo e, senza mostrare alcuna prova a sostegno delle sue parole, racconta la storia a una rivista nel corso di un’intervista sulla sua carriera. Un comportamento che forse a qualcuno potrebbe sembrare un po’ paraculo, ma non solo: se noi fossimo feroci oppositori delle vaccinazioni – come molti dei sui sostenitori più rumorosi – lo avremmo vissuto come un vero e proprio tradimento, perché se ai tempi avesse denunciato il tentativo di avvelenarlo, ed esso fosse stato confermato, avrebbe aiutato i tanti convinti che la pandemia fosse un complotto, i quali avrebbero potuto sfruttare il suo racconto e le prove di quanto avvenuto per sostenere le loro narrazioni.
Il Dipartimento degli Affari Interni australiano ha rifiutato di rilasciare dichiarazioni al riguardo, ma in compenso il Guardian ha intervistato la dottoressa Barbara Cardoso, biochimica nutrizionale presso la Monash University australiana, che ha affermato che:
…gli australiani hanno “un’esposizione relativamente bassa al piombo e al mercurio” grazie a misure tra cui l’eliminazione graduale del piombo da vernici, benzina e impianti idraulici.
“Il mercurio può essere presente negli alimenti, ma gli alimenti con la più alta concentrazione di mercurio sono i pesci e i crostacei.”
“La concentrazione nei pesci e nei molluschi presenti in Australia è relativamente bassa”, ha affermato Cardoso. “Ci vuole tempo perché il mercurio si accumuli nel corpo e causi avvelenamento.”
“È improbabile che il cibo che le persone… che vivono a Melbourne e consumano localmente e che potrebbe essere stato raccolto qui o venduto nei negozi di alimentari locali possa causare un avvelenamento”.
Risulta quindi davvero improbabile che, volendo avvelenarlo durante il suo breve soggiorno, qualcuno abbia deciso di usare “metalli pesanti” e non qualche veleno che faccia effetto in tempi più brevi, lasciandolo poi libero di ripartire e di scoprire del tentativo di avvelenamento con dei semplici test tossicologici. Libero di scoprire i metalli pesanti nel suo organismo, di denunciare il tentativo di avvelenamento, di indagare nella struttura che gli avrebbe dato quel cibo, e dunque di individuare il colpevole e assicurarlo alla giustizia; tutte cose che comunque Djokovic ha scelto di non fare, preferendo aspettare tre anni e a quel punto raccontare la vicenda a GQ. Lasciamo a voi ogni ulteriore considerazione, rispettando lo sportivo, ma ritenendo che l’essere umano Djokovic abbia sicuramente dei gradi di miglioramento possibili. Quello che però ci fa più tristezza è notare come perfino alcuni divulgatori mettano in pausa la loro razionalità quando si tocca un loro beniamino.
maicolengel at butac punto it
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