L’escort, il cliente che non paga e Giustitalia

L'ennesima ricerca di visibilità mascherata da notizia, sempre da parte dei soliti noti...

Ci è stata segnalata una notizia apparsa su Adnkronos e ovviamente riportata da svariate testate giornalistiche; ne parliamo anche se siamo in quel terreno paludoso dell’impossibilità di verificare, lo facciamo perché Adnkronos è una delle principali agenzie di stampa del nostro Paese e riteniamo vada spiegato come operano queste agenzie.

La notizia, pubblicata il 16 aprile 2015, è questa:

Weekend ‘romantico’ da 5mila euro, ma cliente non paga: escort chiede ingiunzione al giudice con codice Ateco

Si basa principalmente sulla novità dell’introduzione del codice Ateco 96.99.92, per “Servizi di incontro ed eventi simili” che includerebbe anche appunto escort e sex worker.

La notizia di per sé è di quelle che hanno tutte le caratteristiche per diventare virali, peccato che nel secondo paragrafo del testo di Adnkronos leggiamo:

Protagonista una 35enne originaria di Napoli, che si è presentata negli uffici di GiustItalia per essere assistita.

Come spieghiamo da anni marchi come Giustitalia, Agitalia, Fondazione Italiana Risparmiatori fanno capo alle stesse persone, che da oltre un decennio inviano comunicati stampa fuffa alle agenzie di stampa per avere visibilità. Se sei un giornalista e permetti a questi nomi di trovare spazio sulle tue pagine significa che sei un giornalista non interessato ai fatti, ma solo alla viralità di quello che pubblichi. E questo è grave, specialmente quando a farlo è un’agenzia di stampa da cui si riforniscono i media nazionali.

Pur non potendo quindi verificare la notizia, riteniamo importante evidenziare che il nuovo codice Ateco è sì una realtà introdotta dall’Istat per regolarizzare fiscalmente un settore spesso sommerso, ma l’uso che ne viene fatto in questa notizia appare quantomeno discutibile. Se è vero che tecnicamente una escort potrebbe emettere fattura e quindi tentare di ottenere un decreto ingiuntivo, nella pratica questo scenario resta estremamente controverso e improbabile da gestire sotto il profilo legale.

Sia chiaro, non abbiamo prove che questa specifica notizia sia falsa: non possiamo portarvene, in quanto appunto l’unica fonte della storia è chi la diffonde. Invitiamo quindi i lettori a riflettere criticamente – usando il famoso spirito critico – anche se i primi che dovrebbero farlo sono per l’appunto i giornalisti. Bisognerebbe sempre verificare in maniera più approfondita prima di diffondere simili notizie, soprattutto quando provenienti da fonti che hanno già mostrato più volte la loro scarsa attendibilità. Ma, come vedrete nei prossimi articoli, per Adnkronos sono parole al vento.

redazione at butac punto it

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