L’Europa, il velo e Giorgia Meloni
Da uno stimolo di Libero Quotidiano
Oggi, domenica 3 luglio 2022 sulla pagina social di Giorgia Meloni è apparso questo post:
Riporto il testo per chi faticasse a leggerlo, nel post c’è un’immagine che pare tratta da un articolo di Libero, si tratta di una ragazza che indossa lo hijab sulla testa, ma non sul volto. Sotto il logo di Libero c’è quello che sembra un titolo:
Ragazze state attente: l’Europa vi mette il velo
Poi subito sotto:
Per lo spot dell’anno della gioventù Bruxelles sceglie una modella musulmana. Un modo per normalizzare quello che è un simbolo di oppressione femminile.
E ancora sotto il post di Giorgia Meloni:
Per la campagna social dell’Anno Europeo dei Giovani 2022, l’UE affida ad una donna con hijab il compito di stimolare il dibattito sui valori europei.
Ma il velo islamico non rappresenta in alcun modo un “valore europeo”. In Europa le donne si sono liberate, dopo secoli di battaglie, da simboli di sottomissione come questi e non abbiamo nessuna intenzione di rinunciare alle nostre conquiste in nome del politicamente corretto caro alla sinistra.
Le femministe europee non hanno nulla da dire?
Giorgia ha condiviso qualcosa che precedentemente era stato condiviso sulla pagina della direttrice dell’ufficio sinistri di una compagnia assicurativa francese, Sabine Chaugny, il 3 giugno, un mesetto fa:
Pour l’année européenne de la jeunesse, l’UE met en scène une jeune femme voilée dans l’une de ses vidéos pour “parler de l’avenir” #EYY2022
Time to unmute: stop invasion of arab muslim culture and save the future of European values, education, arts and culture! #EuropeanUnion pic.twitter.com/aaPG4bNNQP— Sabine Chaugny (@SChaugny) June 4, 2022
Il file video che vedete è uno Shutterstock, ovvero un contenuto stock che chiunque può aqcuistare per ben 59 euro. L’ha comperata l’UE per la pubblicità dell’anno della gioventù? Può essere, non ci troverei nulla di male, il problema è che andando sui siti dedicati all’evento di questa campagna non si trova traccia, perlomeno non in maniera predominante sopra le altre. Ci sono tantissimi volti di ragazzi, tante immagini e tanti video, ma questo non ha particolare risalto. In evidenza nella home page, però, ce ne sarebbero di tutti i gusti per chiunque volesse fare un po’ di propaganda contro l’inclusione: tra i vari colori di pelle e capelli e forme degli occhi c’è perfino un ragazzo truccato, non vediamo l’ora di sapere cosa ne pensa il senatore Pillon di una deriva gender di questa portata.
Dare a intendere che questa sia la campagna stampa dell’Unione Europea per “normalizzare” un simbolo di sottomissione, perdonatemi il francesismo, ma è una cazzata. Se anche quest’immagine è finita nel calderone delle tante usate per promuovere l’anno della gioventù è solo perché in Europa ci sono tante gioventù differenti, di tante (tra le altre cose) religioni diverse, tra cui anche quella musulmana.
Non credo di poter aggiungere altro.
maicolengel at butac punto it
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