False balance, divulgazione e informazione biodinamica
Qualche settimana fa qui su BUTAC, in seguito ad alcune segnalazioni ricevute, abbiamo trattato un servizio sulla biodinamica® andato in onda su una rete nazionale in prima serata. Il nostro articolo cercava di approfondire il tema biodinamica® perché ritenevamo che il servizio visto in tv fosse troppo sbilanciato a suo favore.
Pochi giorni dopo ho ricevuto una chiamata dalla redazione del programma, erano abbastanza infastiditi dal nostro articolo, che ritenevano scorretto. Secondo la redazione avevamo sfruttato il nome della trasmissione per avere visibilità, attaccandoli senza motivo. Proprio per questa ragione oggi non faremo nomi, come sempre non sono quelli l’importante, l’importante sono i fatti e le fonti.
Differenza tra esperto e blogger
Alla telefonata della redazione ho risposto come ritenevo corretto, spiegando che non ero un esperto in biodinamica®, ma un blogger, che aveva scritto un articolo a quattro mani con uno studente di biologia (Tommaso di Mambro, collaboratore di BUTAC da meno di un anno), basandosi su delle fonti liberamente consultabili anche da loro. Se volevano qualcuno che andasse a spiegare perché la biodinamica® non è la “bazza” che si vuol far credere servivano esperti noti e riconoscibili, non due anonime firme su un blog. Ho dato alla redazione il nome di due esperti italiani che si sono più volte occupati della materia. La redazione li ha contattati, proponendo loro di fare un confronto con degli esperti in biodinamica®. In pratica sarebbe venuto un servizio dove sarebbero stati esposti pareri a favore e contro la stessa. I due esperti che avevo fornito io hanno rifiutato: si trattava di un false balance, ed è una di quelle cose che non andrebbe messa in pratica quando si vuole seriamente informare il pubblico.
False balance
Il problema è che è chiaro che né la redazione né il pubblico a casa ha ben presente cosa sia un false balance. Forse è il caso spiegarlo in poche parole. Se io presento al pubblico due soggetti che parlano di un tema, e uno è a favore e uno è contro, l’idea che si fa il telespettatore è che esistano appunto due pareri opposti, senza che uno dei due sia predominante. L’abbiamo visto fare in moltissime occasioni, basta ricordare il prof. Roberto Burioni a parlare di autismo e vaccini, messo a fianco a Red Ronnie o a una mamma preoccupata. Per il pubblico da casa non è importante chi siano le due fazioni, è importante che gli venga dato lo stesso peso da parte degli autori della trasmissione. Basta pochissimo per disinformare dando a intendere che ci siano davvero due correnti di pensiero che si equivalgono.
Il problema è che sulla biodinamica® non esistono due “correnti di pensiero”: se prendiamo la comunità scientifica internazionale l’opinione è una sola. Non esistono prove scientifiche che dimostrino il suo essere migliore di un’agricoltura convenzionale. È solo un sistema di coltivazione che costa di più ai coltivatori. Certo, ci saranno sempre alcuni “ribelli” che non la pensano così, ma vanno rappresentati per quello che sono: una piccola percentuale. Quindi se parlo di un tema su cui la stragrande maggioranza della comunità scientifica la pensa in un modo, e solo una nicchia la pensa in un altro, dovrei rappresentare questo ai miei telespettatori. Purtroppo l’unico modo corretto sarebbe quello di invitare 99 esperti da un lato e 1 solo dall’altro, dando spazio alle due correnti di pensiero nella maniera corretta.
Purtroppo raramente vediamo rispettato questo metodo divulgativo, anzi sono più le volte che si sceglie d’invitare presunti esperti di una materia piuttosto che i veri esperti della stessa. I veri esperti sono poco televisivi, parlano poco alle pance, usano freddi dati che al telespettatore non interessano. Mentre i presunti esperti hanno tutto l’interesse a esaltare quanto sostengono, e lo fanno benissimo, magari omettendo le criticità che farebbero crollare il castello di carte che hanno creato.
Non è mia intenzione parlare nuovamente in maniera tecnica di biodinamica, lo fanno benissimo i due esperti che avevo proposto alla redazione. Qui di seguito vi linko alcuni post che sono stati scritti in merito alla questione nell’ultima settimana, l’autore è Enrico Bucci, adjunct professor presso la Temple University di Philadelphia (dove conduce attività di ricerca sulla biologia dei sistemi del cancro) e ha fondato una piccola azienda dedicata all’analisi dei dati scientifici, con particolare riguardo alla loro integrità (Resis Srl). È autore di circa 80 pubblicazioni peer-reviewed e di un libro divulgativo dedicato alla frode scientifica pubblicato nel 2015 (Cattivi Scienziati, ADD editore, Torino) :
Lobbismo
La biodinamica® è un prodotto che ormai da anni sta cercando di sfondare sul mercato internazionale. Per farlo si sfruttano tutti i modi possibili, come si è fatto per l’omeopatia. Sono moltissime le redazioni giornalistiche che hanno tra i collaboratori amici dell’omeopatia, lo dimostrano i tanti articoli a favore della stessa, anche quando la scienza ha dimostrato che non sia meglio di un placebo (solo più costosa). Lo stesso avviene con la biodinamica®, come dimostra un dialogo apparso sui social tra uno dei massimi sostenitori della stessa e alcuni suoi follower.
Si parte il 9 gennaio, per condividere il servizio della trasmissione, che viene introdotto con questo post:
Nei commenti al post qualcuno chiede a questo esperto come siano arrivate le informazioni alla redazione della trasmissione TV, vi riporto il dialogo:
- Carlo, chi ha dato a TRASMISSIONE DI PRIMA SERATA le informazioni?
- Io. Due mesi di contatti, col bravissimo autore, ma senza clamori e da formichina. Persone intelligenti a cui ho inviato la documentazione scientifica e i riferimenti, ma che hanno la capacità di individuare una notizia da sé.
Interviene qualcun altro nei commenti, che ci tiene a raccontare che Cristian:
- È un nostro ex alunno della Libera Scuola Rudolf Steiner … evidentemente abbiamo seminato bene.
Quindi per capirci: il primo Carlo si lamenta del lobbismo che vorrebbe nascondere i benefici della biodinamica®, ma è stato lui stesso a imboccare un autore della trasmissione, autore che guarda caso è anche un ex alunno di una scuola che diffonde la cultura biodinamica®, visto che porta il nome dello stesso inventore. A me onestamente è proprio questo che sembra lobbismo. Tutte le persone coinvolte hanno a che fare in qualche maniera con Steiner e la biodinamica®, e sono gli stessi che hanno informato la trasmissione tv e fornito i documenti “scientifici” per parlarne. Lo capite che questo non è informare, ma raccontare una storia vista da un singolo punto di vista?
Fare le cose per bene
Se davvero la redazione avesse voluto fare le cose per bene, quando hanno contattato noi avrebbero dovuto proporre al Prof. Bucci un servizio come voleva lui, dandogli tempo per prepararlo (come avete letto, Carlo ha lavorato con la redazione per due mesi per arrivare alla realizzazione di quel servizio spontaneo col giovane consulente scientifico), e permettendogli di dire tutto quello che si sentiva. Invece la proposta è stata di andare in tv in fretta, per pochi minuti, con un contraddittorio basato su un false balance.
Se cerco su Google News biodinamica®, a parte i nostri articoli e video, un pezzo de Il Foglio e uno di Open, quasi tutti gli altri sono link a favore.
Alla faccia del lobbismo
La cosa che in tutta questa vicenda mi ha lasciato la bocca più amara però è quando, nel cercare di spiegare alla redazione perché il loro servizio fosse sbagliato, mi sono reso conto che parlavamo due lingue diverse.
Mi spiego meglio: il responsabile con cui parlavo confutava il fatto che non c’è un prodotto da vendere, l’azienda che detiene il marchio biodinamica® è solo un ente certificatore, quindi non capiva dove stesse la “pubblicità occulta” di cui accusavo il servizio. L’inghippo sta proprio qui. Il prodotto sono i certificati, che vengono venduti da certificatori che sono pronti, dietro compenso, ad aiutare il coltivatore che non abbia usato i preparati biodinamici® corretti ad avere la certificazione. Quindi per capirci: abbiamo un’azienda, proprietaria del marchio, che (con corsi a pagamento) forma soggetti che girino il mondo per certificare (a pagamento) che un campo è coltivato secondo le regole di Steiner. Se il coltivatore non ha seguito quelle regole, nessun problema: dietro ulteriore pagamento può avere un consulente (lo stesso certificatore, di solito) che la aiuta a ottenere la certificazione.
Lo capite perché non spiegare queste cose è fare cattiva informazione?
Questo ovviamente non significa che il prodotto di quel campo sia peggiore di uno coltivato con metodi più convenzionali. Non è quello che sto cercando di dirvi. Non fraintendetemi, può essere che ci siano ottimi prodotti fatti seguendo il metodo steineriano, ma nessuno può convincermi che sia merito del metodo e non di una somma di fattori differenti.
Concludendo
Qualche ulteriore link d’approfondimento:
- Biodinamica®: ciò che non sanno i consumatori – Scienza in rete Donatello Sandroni
- Intervista a Elena Cattaneo da Repubblica
- Omeopatia, agricoltura e biodinamica®
maicolengel at butac punto it
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