Fegati di bambino? La disinformazione antiabortista
Disinformazione già smentita in tribunale, che dimostra la mancanza di argomentazioni valide...
Andiamo avanti nel trattare un argomento che qui su BUTAC negli anni abbiamo incrociato più volte, argomento molto delicato in un Paese come il nostro dove scienza e religione spesso vanno a braccetto.
Come avete capito dal titolo parliamo di aborti, e lo facciamo in merito a un articolo pubblicato sul sito di ProVita e Famiglia il 24 marzo 2024, con la firma di Francesca Romana Poleggi. Articolo dal titolo:
Planned Parenthood vende fegati di bambino: perché no? Se “non è umano”…
Articolo che, come ci viene detto nelle primissime righe, dovrebbe avere come fonte
Steven Ertel, su Life Site News
Che tipo di sito è LifeSiteNews? Riporta Wikipedia:
LifeSiteNews (or simply LifeSite) is a Canadian Catholic conservative anti-abortion advocacy website and news publication. LifeSiteNews has published misleading information and conspiracy theories, and in 2021, was banned from some social media platforms for spreading COVID-19 misinformation.
Che tradotto:
LifeSiteNews (o semplicemente LifeSite) è un sito web canadese cattolico conservatore e antiabortista. LifeSiteNews ha pubblicato informazioni fuorvianti e teorie del complotto e nel 2021 è stato bandito da alcune piattaforme di social media per aver diffuso disinformazione su COVID-19.
Abbiamo deciso di parlarne in quanto LifeSite a fine 2023 ha organizzato un convegno a Roma, insieme ad altre realtà antiabortiste, convegno che ha portato Papa Francesco a rimuovere dall’incarico di vescovo della diocesi di Tyler in Texas Joseph Strickland, uno dei relatori dell’evento.
Su LifeSite non abbiamo trovato traccia di Steven Ertel, ma poco conta, perché quanto riportato da ProVita e Famiglia non è altro che un mix di quanto LifeSite ha pubblicato negli anni contro Planned Parenthood, e nella maggioranza dei casi si tratta di affermazioni che sono state abbondantemente smentite. In qualche caso ce ne siamo occupati anche noi di BUTAC negli ultimi undici anni, senza che nessuno di coloro che le ha diffuse abbia mai ammesso di aver condiviso informazioni che sono state dimostrate false o manipolate.
Come dicevamo su LifeSite non si trova traccia di quanto sostenuto da Pro Vita e Famiglia, ma basta cercare per trovare altri siti che nel corso dell’ultimo mese hanno ripreso la stessa notizia. Come “The Center for Medical Progress”, altra organizzazione antiabortista, che il 21 marzo pubblicava un articolo dal titolo:
NEW VIDEOS: Planned Parenthood Seeks $1,500 Per Fetal Liver “Financial Incentive”, Docs Can “Pull Off a Leg or Two” to Hide Partial-Birth Abortions
Il problema si pone quando si cerca di andare a vedere questi “nuovi video” di cui parlano ProVita e Famiglia e LifeSite, video che su Center for Medical Progress sono linkati. Sono sempre gli stessi video che risalgono al 2015, gli stessi video sfruttati da quasi dieci anni per gettare discredito nei confronti di Planned Parenthood, gli stessi video che furono usati in una causa contro Planned Parenthood nel 2015. L’accusa secondo cui Planned Parenthood venderebbe illegalmente gli organi dei feti non è nuova tra gli antiabortisti, ma non avendo altre carte da giocare nella loro battaglia insistono a usare sempre lo stesso argomento, sebbene sia stato smentito addirittura in tribunale.
Basta infatti saper usare i motori di ricerca per scoprire che questi video e le accuse mosse verso Planned Parenthood non solo sono vecchie di nove anni, ma sono già state trattate in aule di tribunale, con Planned Parenthood scagionata dalle accuse. Come riportato da NPR:
…il gran giurì ha incriminato due attivisti anti-aborto del Center for Medical Progress. Questa è l’organizzazione che notoriamente l’anno scorso ha pubblicato video in cui si diceva raffigurassero Planned Parenthood che tentava illegalmente di vendere parti del corpo dei feti. I video sono serviti come un importante punto di incontro per gli americani contrari all’aborto…
…Dopo l’uscita dei video la scorsa estate, diversi stati hanno deciso rapidamente di verificare se la vendita di tessuti che i video avrebbero mostrato avvenisse all’interno dei loro confini.
…Nonostante tutte le preoccupazioni, le indagini statali non hanno ancora trovato alcuna prova che Planned Parenthood stesse vendendo o traendo profitto dal tessuto fetale.
Siamo nel 2024, quei video sono stati smentiti da tempo, ma ancora oggi vengono sfruttati da chi ha specifici interessi a diffondere disinformazione per portare avanti la propria campagna antiabortista, come, nel caso specifico, i provita italiani.
Perché occorre non abbassare la guardia e continuare a contrastare questa disinformazione? Perché grazie a questi video gli antiabortisti sono riusciti a convincere alcuni politici americani a schierarsi contro le interruzioni di gravidanza volontaria, oltre che a togliere fondi a Planned Parenthood.
Chi continua a sfruttare materiale smentito da anni per portare avanti le proprie campagne ideologiche sta facendo disinformazione, ovvero sta contribuendo al disordine informativo in uno dei modi più subdoli possibili: con la menzogna. Se avete amici o parenti che condividono questo genere di contenuti cercate di mostrargli, prove alla mano, quanti danni questa disinformazione può fare.
redazione at butac punto it
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