Femminicidi e provenienza dei colpevoli

È vero che sette colpevoli di femminicidio su dieci sarebbero musulmani? Siamo andati a cercare i dati

ARTICOLO AGGIORNATO ALLE ORE 10:00 DEL 16 APRILE 2025

Alcuni lettori nella sezione commenti hanno giustamente osservato come i dati riportati nel nostro articolo vadano rapportati alla popolazione di riferimento come abbiamo imparato durante la pandemia.

Quindi occorre partire da dei dati più completi:

Dati di base (2025)

  • Popolazione totale Italia ≈ 59 milioni
  • Popolazione straniera residente ≈ 5,4 milioni (9,2%)
  • Popolazione italiana ≈ 53,6 milioni (90,8%)

Femminicidi (primi 11 mesi del 2024)

  • Totale vittime = 99
  • Vittime italiane = 75
  • Vittime straniere = 24
  • Totale autori noti = 99
  • Autori italiani = 83
  • Autori stranieri = 16

In effetti, partendo dai numeri relativi alla popolazione ci si accorge che i colpevoli stranieri sono circa il doppio di quelli italiani.

Tasso di autori per 100.000 abitanti
Italiani: 83 autori / 53,6 milioni = 1,55 ogni 1.000.000 → 0,155 ogni 100.000

Stranieri: 16 autori / 5,4 milioni = 2,96 ogni 1.000.000 → 0,296 ogni 100.000

Sia chiaro, questo non deve portare a concludere che la provenienza dei colpevoli sia di per sé un fattore determinante, ci sono molte variabili che vanno prese in considerazione, bisognerebbe distinguere tra stranieri regolari e irregolari, livello di istruzione, reddito e integrazione.

Quello che qui sotto ci premeva dire, in risposta alla lettrice, è che non è vero che “sette volte su dieci l’autore è straniero”. Ma, come è stato correttamente rilevato nei commenti, è altrettanto vero che gli stranieri, proporzionalmente alla loro presenza in Italia, compaiono nei dati più degli italiani, e che questa è una complessità che va trattata nella maniera corretta, non usata né per creare allarme ma neanche per negare il problema.


Abbiamo ricevuto una richiesta d’aiuto, non una specifica segnalazione, a cui però non abbiamo saputo dire no. La mail che ci è stata inviata è questa:

Buongiorno,  vi disturbo per chiedervi una “dritta” riguardante i dati sui femminicidi. Mi sento ripetere spessissimo che gli autori sono uomini (OK) e sette volte su dieci mussulmani (?) o comunque non italiani (?).

I miei tentativi  per scoprire l’origine di queste informazioni si scontra contro frasi tipo: si sa; lo dicono i telegiornali; eh ma dove vivi?
… rimango interdetta. Alquanto interdetta.
Se mai poteste darmi un aiuto per “capire meglio dove vivo”….
Grazie, a prescindere, per gli squarci di conoscenza/informazioni che ci fornite.

Purtroppo il rapporto completo coi dati, pubblicato da Eures, è a pagamento, ma esistono siti dove vengono riassunti i dati in questione permettendoci di fare un’analisi dei numeri e dare una risposta chiara a chi ci ha scritto.

BlueNews riporta:

I dati arrivano dall’XI Rapporto Eures che registra una forte crescita delle figlie uccise, passate da 5 a 9, generalmente all’interno di «stragi familiari» o in quanto vittime collaterali di una violenza orientata a colpire la coniuge o la ex partner.

Sale inoltre il numero di autori under 25 (da 4 nel 2023 a 12), anche se, coerentemente alla dinamica rilevata per le vittime, sono gli autori di oltre 64 anni a registrare l’incidenza più elevata (27 autori, pari al 27,8%).

Aumentano le vittime, ma diminuiscono gli autori stranieri

Significativo il dato relativo alle vittime straniere che, in controtendenza rispetto a quelle italiane, risulta in forte crescita, passando da 17 a 24, arrivando a rappresentare un quarto delle vittime totali (24,2%), con un incremento del 41,2% tra il 2023 e i primi 11 mesi del 2024. Diminuisce invece del 21,1% il numero delle vittime italiane, passate da 95 a 75.

L’aumento delle vittime straniere si accompagna ad una forte diminuzione degli autori di femminicidio di nazionalità non italiana, passati da 23 a 16, con un decremento del 30,4%, mentre rimane stabile il numero degli autori italiani (83 nei primi 11 mesi del 2023 e del 2024).

Ciò significa – spiegano i ricercatori – che, mentre il 45,8% dei femminicidi con vittime straniere sono commessi da autori italiani, «soltanto» nel 4% dei casi (3 vittime in valori assoluti) le vittime di femminicidio italiane sono state accise da un autore straniero (una percentuale, questa, in forte calo rispetto al 13,5% censito nel 2023).

Quindi se prendiamo il numero di femminicidi nei primi 11 mesi del 2024 – 99 donne, di cui 24 straniere – abbiamo come colpevoli 83 italiani contro “solo” 16 stranieri. Questi numeri quindi ci dicono che la stragrande maggioranza delle vittime di femminicidio muore per mano di un italiano. Sfatando la percezione che vuole la maggioranza dei colpevoli stranieri.

Quello che lascia un filo allibiti è che per trovare questi numeri si debba comperare un’analisi fatta da un’azienda privata e che invece sui siti ufficiali del governo italiano i numeri che vengono riportati sono scarsi, con analisi che andrebbero bene forse per un compito da scuola media, non per poter comprendere appieno il fenomeno (e magari prevenirlo).

Di questo ha parlato recentemente Donata Columbro – giornalista specializzata in data journalism – nella sua newsletter Ti spiego il dato, dopo aver “scioperato” per una settimana proprio per diffondere consapevolezza sulla mancata pubblicazione dei dati più aggiornati sui femminicidi (comunque, come dicevamo, privi di molte informazioni):

Due vittime, in 24 ore, e quella pagina non aggiornata del ministero dell’interno mi hanno fatto salire una rabbia e una tristezza che ho trasformato in un manifesto di cose che non funzionano nel modo in cui contiamo e definiamo i femminicidi in Italia.

(…)

L’interruzione della pubblicazione  era passata inosservata fino a mercoledì scorso, anche se ne avevo già scritto a febbraio, perché con la mia associazione onData avevamo provato a dialogare con il servizio analisi criminale per cambiare e migliorare quella pubblicazione di dati.

Così hanno ripreso la notizia Wired, Il Post, Domani, Repubblica, Internazionale, Will Media, Pagella Politica, e molti altri. Le mie colleghe hanno bene fatto il loro mestiere e dopo aver chiamato me hanno telefonato anche al Viminale che, il giovedì successivo, 3 aprile, ha pubblicato il report trimestrale.

Niente di nuovo. Un pdf (e un file csv correlato) di cinque pagine con gli omicidi volontari disaggregati per genere di vittima e autore, con la relazione tra i due. Il formato è lo stesso di quello settimanale, non ci sono informazioni in più, non sono state accolte le nostre proposte di avere dati sull’età delle vittime e dell’autore, la presenza di denunce pregresse, indicazioni sull’eventuale numero di orfani di femminicidio, e molto altro.

Se la pubblicazione diventa trimestrale per consolidare i dati, bene. Ma perché non completare l’opera e rendere quelle informazioni ancora più utili per studiare e quindi prevenire questo tipo di violenza?

L’altra cosa che ci lascia un filo allibiti è che se cerchiamo più indietro troviamo che nel 2023 il Ministero dell’Interno ha usato un servizio di Sky TG24 per presentare questi dati. Cioè sul sito del Ministero, nella pagina intitolata “Femminicidi. I dati del ministero dell’Interno”, troviamo un servizio di una televisione privata.

Bah, che Paese curioso che siamo.

redazione at butac punto it

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