Fuori dal coro e le morti improvvise

Una nuova analisi di un servizio TV

Ci avete segnalato un servizio di Fuori dal coro, trasmissione di Rete 4 condotta da Mario Giordano. Il servizio, andato in onda il 14 febbraio, titola:

Vaccini, il mistero delle morti improvvise

Si tratta di un servizio della giornalista Raffaella Regoli, già finita sui giornali nel 2022 per essersi auto-sospesa dalla trasmissione in protesta all’obbligo del Green pass. Il fatto che stia lavorando ancora per Fuori dal coro dimostra che la sospensione non è poi durata tanto.

L’attenzione al dettaglio a Rete4 è tale che hanno i refusi pure nei sottotitoli…

Il servizio va analizzato nella sua interezza, per fortuna stavolta dura davvero poco, ma serve per mostrare come funzioni il giornalismo a tesi fatto dalla trasmissione. Si parte con la giornalista che introduce il servizio con queste parole:

…ecco le verità nascoste che vengono sistematicamente censurate…

Poi si passa alla telecamera che la inquadra mentre guida la sua macchina e ci racconta:

Incontro il mio contatto in un luogo segreto, lui è un agente di polizia e quello che ci racconta sulle morti improvvise e sugli effetti avversi dei vaccini gli può valere il posto… e non solo quello.

Quindi Regoli con questa frase dà a intendere che la Polizia di stato stia coprendo un qualche complotto e che il poliziotto da lei intervistato per queste ammissioni rischierebbe il lavoro, e forse anche la vita. Questo modo di introdurre l’argomento è studiato ad hoc per colpire un pubblico di suggestionabili, purtroppo quegli stessi suggestionabili non si rendono conto di essere di fronte a una narrazione creata apposta per loro.

Il dialogo comincia con Regoli che afferma:

Tra le forze dell’ordine si stanno verificando tantissimi malori improvvisi e tantissime morti improvvise.

L’informatore risponde:

Non soltanto della polizia, anche dei carabinieri, guardia di finanza, guardia costiera, esercito, aereonautica…

Fonte del dato? Nessuna, perché a oggi 21 febbraio ISTAT non ha ancora pubblicato i dati dei decessi del 2020, 2021 e 2022 con la specifica delle cause di morte, così da poter fare paragoni con gli anni precedenti. Quello che sappiamo fino a ora è solo che nel 2020, nel 2021 e in parte del 2022 c’è stato un aumento della mortalità, e che l’anno in cui quest’aumento è stato più evidente è il 2020. Il dato ISTAT ci racconta che la media dei morti totali tra il 2015 e il 2019 è di 645620 all’anno, e che nel 2020 – quindi a campagna vaccinale nemmeno avviata – quel numero cresce di circa 100mila unità, passando a 746146 morti, che nel 2021 diventano 709035 e nel 2022 (dato parziale di novembre) 644760. Quindi nell’anno in cui c’era il Covid, ma non vaccini per contrastarlo, abbiamo avuto una crescita importante delle morti generali.

Come dicevamo non esiste un dato sulle morti improvvise per il periodo 2020-22, ma esiste per gli anni precedenti. E il dato ci racconta che ogni giorno in Italia, pre-pandemia, c’erano in media 1789 morti, di cui 110 all’improvviso. Ripeto, ogni giorno nel nostro Paese muoiono in media quasi 1800 persone (per tutte le cause possibili), e di questi 110 muoiono senza che ce lo si aspetti, nella maggior parte dei casi per infarto o altre patologie fulminanti.

Tutte queste cose Regoli non le spiega allo spettatore: non contribuirebbero al clima di terrore che sta cercando di mettere in piedi, non porterebbero avanti la tesi del suo servizio.

Dopo l’elenco dei corpi delle forze dell’ordine in cui la gente muore, Regoli chiede:

Che sta succedendo? Perché nessuno ne parla?

Informatore:

Nessuno ne parla perché c’è una grandissima omertà.

Regoli:

Perché non si fanno le autopsie?

Informatore:

Non si fanno le autopsie perché c’è un decreto che sconsiglia, se non strettamente necessario

E qui perdonateci ma una giornalista seria avrebbe corretto l’informatore: il decreto a cui fa riferimento non è un decreto, è una circolare del Ministero della Salute che risale a marzo 2020, a inizio pandemia. Circolare che non diceva di non fare le autopsie ma di farle fare solo nelle strutture che fossero attrezzate per farle in sicurezza. Si tratta di una circolare che girava quando del coronavirus si conosceva ancora pochissimo, ma già a fine 2020 la cosa era rientrata completamente: dare a intendere al pubblico a casa che non sia così è tipico di chi sta cavalcando una tesi, e non facendo informazione. Regoli non lo corregge perché anche questo smonterebbe la tesi del servizio.

Ancora Regoli:

Queste morti improvvise come le stanno registrando?

La risposta comincia con un sospiro, poi l’informatore:

Non le stanno registrando, in questo Paese attraverso queste violazioni normative si nasce una volta e si muore due volte, si muore per la causa vera e vieni classificato con un’altra causa di morte. Questo è stato rilevato e questo è stato portato in procura.

Solo chi è più avvezzo ai fatti verificati si farà delle domande riguardo a questa affermazione, gli altri staranno già gridando allo scandalo. Prove di quanto affermato? Nessuna. Fonti dell’affermazione che dimostrino un illecito da parte degli operatori sanitari nel classificare le morti? Nessuno. Denunce da parte di avvocati legati ai movimenti antivaccinisti? Tante, ma senza che queste siano arrivate a provare alcunché.

Poi il servizio trasloca, si va a casa di Roberta, una mamma a cui è morto il figlio, giovane, la si inquadra mentre piange e si dispera. Siamo nella parte emozionale del servizio, quella che, senza portare un dato che sia uno, serve a spaventare ulteriormente lo spettatore, convincerlo della tesi che il servizio porta avanti, il pericolo dei vaccini. Guarda caso la prima cosa di cui si parla è quando sia stata fatta la seconda dose al giovane e quanti giorni dopo sia morto. La cosa che lascia allibiti di questa parte del servizio è che Regoli chiede:

E l’autopsia che cosa ha detto?

Mamma Roberta risponde, spiegando che dall’autopsia si è visto che il cuore si era ingrossato molto e che è quello che ha causato la morte del figlio. Riavvolgiamo il nastro per trenta secondi: l’autopsia? Ma come, il nostro informatore segreto non aveva detto trenta secondi prima che le autopsie non si fanno? Che il pubblico a casa non si renda conto che Giordano, Regoli e la redazione di Fuori dal coro lo stanno prendendo per i fondelli è un conto, che non se ne rendano conto l’editore e il direttore di rete è un’altra storia. Chi permette questo genere di disinformazione andrebbe pesantemente sanzionato, se non cacciato a pedate. E no, non è una questione di censura, perché noi non abbiamo nulla contro chi ha dubbi, quello che infastidisce è che venga fatta malinformazione omettendo fatti noti. Questo è sbagliato, questo, in un Paese normale, soprattutto se mette a rischio la salute pubblica, andrebbe punito.

Subito dopo viene letto il referto autoptico, che riporta che il giovane era affetto da:

…ipertrofia di cuore…

Regoli incalza la mamma:

…mai vista, mai testimoniata…

La mamma risponde:

Cioè, mio figlio è sempre stato bene…

Regoli:

Tutto archiviato.

Un giornalista serio spiegherebbe cosa è l’ipertorfia cardiaca e da cosa è causata nella maggioranza dei casi, riporto:

Le principali cause scatenanti sono: l’ipertensione, la stenosi aortica, la cardiomiopatia ipertrofica e l’allenamento sportivo ad alto livello. Inoltre, concorrono sicuramente all’aumento della massa ventricolare sinistra il sovrappeso, l’obesità e una certa predisposizione genetica al disturbo.
Inizialmente, l’ipertrofia ventricolare sinistra è asintomatica; poi, col trascorrere del tempo, potrebbe dare dispnea, dolore al torace, svenimento ecc.
L’esame diagnostico d’elezione è l’ecocardiogramma.

Il grassetto è nostro, e rivela che la frase sul fatto che il giovane era sano avrebbe avuto senso se gli fosse stato fatto un ecocardiogramma precedente al vaccino, riscontrando che subito prima il cuore era in condizioni normali, ma immaginiamo che non sia stato fatto, o la cosa sarebbe stata citata durante il servizio. Invece non abbiamo nessuna prova del fatto che il suo cuore non fosse già in quella condizione. Non spiegarlo è ulteriore malinformazione.

Ma andiamo avanti, perché dalle carte viene mostrata anche quella che ci racconta la causa di morte, ovvero un edema polmonare acuto. La mamma – ed è normale visto lo stato d’animo – a quel punto chiede con tono accusatorio:

Allora, di cosa è morto mio figlio?

Regoli invece che chiarire getta benzina sul fuoco, chiedendo:

Perché la scheda ISTAT riporta un’altra causa di morte?

Ma non siamo di fronte a due cause di morte diverse. Dall’esame autoptico è stato rilevato che il deceduto era affetto da una patologia che non è la causa della morte, si può campare con l’ipertrofia arrivando anche ad avere una vita praticamente normale una volta trattata la malattia e tenuta sotto controllo. L’autopsia ha rilevato questa condizione, e l’esame ha potuto mostrare che la causa del decesso era appunto un edema polmonare.

Si definisce edema polmonare acuto l’insufficienza ventricolare sinistra grave con ipertensione venosa polmonare ed essudazione alveolare. I reperti sono rappresentati da dispnea grave, sudorazione, respiro affannoso e, talvolta, da escreato rosato. La diagnosi si basa sulla clinica e sulla RX torace. Il trattamento è con ossigeno, nitrati EV, diuretici e, in pazienti con insufficienza cardiaca e frazione di eiezione ridotta, a volte inotropi positivi EV a breve termine e ventilazione assistita (ossia, intubazione endotracheale con ventilazione meccanica o ventilazione a pressione positiva bilevel).

Si torna in sede segreta con il (dis)informatore della polizia, che racconta:

Questa è un’altra delle violazioni che abbiamo riscontrato perché noi siamo in possesso di schede ISTAT dove una persona che entra con un tipo di patologia poi alla fine viene, come causa di morte, emesso un altro tipo di diagnosi.

La malinformazione qui la si fa non a chili ma a tonnellate, il signore dalla faccia oscurata se va bene ha difficoltà di comprensione di concetti semplici, oppure, peggio, sa benissimo di fare intenzionalmente della confusione. La patologia con cui si viene ammessi in ospedale non ha nulla a che vedere con la causa di morte. Se hai un’ipertrofia cardiaca non è quella la causa di morte, quella è la patologia di cui sei affetto, mentre la causa di morte potrebbe essere un edema polmonare (o altri esiti correlati). Non spiegarlo è prendere in giro lo spettatore.

Durante tutto il servizio tra un intervento e l’altro sullo schermo passano velocissime fotografie di persone morte in questi due anni e mezzo, giovani, atleti, e anche mettendoci a contarli non arriveremmo a grandi cifre. Eppure le statistiche parlano chiaro: ogni anno, pre-pandemia, morivano circa 40mila persone all’improvviso, spesso con cause di morte identiche a quelle che abbiamo visto dichiarare in questi due anni e mezzo, come appunto l’edema polmonare. Anche questo modo di fare – le schede con volti, età e descrizione del momento del decesso – rientra in una precisa strategia comunicativa. Imparare a riconoscere questo modus operandi di certe redazioni è basilare per difendersi da questa malinformazione.

Subito dopo la palla passa a una nostra vecchia conoscenza, Barbara Balanzoni, la dottoressa che una volta dileggiava gli antivaccinisti ritenendoli facilmente manipolabili e durante la pandemia è diventata un punto di riferimento degli antivaccinisti stessi, e alla fine è stata radiata dal suo Ordine di appartenenza per ripetute violazioni del codice deontologico. Peccato che Balanzoni venga presentata come “medico e consulente tecnico” senza mai raccontare che è stata radiata. Come mai questa scelta? In Italia abbiamo circa 400mila medici, come consulente tecnico forse non era il caso di scegliere proprio qualcuno che è stato radiato dal suo Ordine, no? C’era ampia scelta. Sì, lo sappiamo che Balanzoni al momento non risulta radiata perché ha probabilmente fatto ricorso sulla sospensione, ma le motivazioni per la radiazione comminata avrebbero forse potuto dare qualche informazione utile alla redazione di Fuori dal coro, o al suo pubblico. Ad esempio:

“La Commissione ritiene molto grave il comportamento della collega che non ha semplicemente tentato di portare comuni cittadini al convincimento della sua posizione pseudo-scientifica senza tentare alcun confronto col mondo scientifico, ma ha millantato teorie che ad oggi non sono accreditate in alcun modo e screditato il lavoro dei colleghi che hanno scelto di rimanere nell’alveo della comunità scientifica, minacciandoli in tutti i modi di efferate ritorsioni (art. 55 CD)”.

Ma torniamo alla trasmissione. Regoli chiede a Balanzoni:

Quindi di autopsie se ne fanno poche e quando vengono fatte sono anche sbrigative?

Balanzoni:

Assolutamente insufficienti, assolutamente sbrigative, superficiali, la ricerca della proteina spike non viene assolutamente fatta. Ci si rende conto che siamo al limite della falsità in atti nella dichiarazione della causa di morte.

Accuse pesantissime, che vengono fatte da un medico radiato dal suo Ordine, accuse per cui però, nuovamente, non viene mostrata una singola prova: come già spiegato, la storia della mamma di cui sopra non è prova di alcun errore in fase di compilazione di scheda e esame autoptico.

Regoli poi ci mostra il cartellone del docufilm INVISIBILI. Sul cartellone si legge CENSURATO, e Regoli commenta:

…censurato in campidoglio il docufilm INVISIBILI sulle morti improvvise… censurate le autopsie e censurata pure la verità scientifica come questo studio che raccoglie 200 ricerche in tutto il mondo.

Regoli scandisce:

I vaccini anticovid portano miocarditi e possono danneggiare il sistema immunitario…

Ma anche qui siamo nel campo della malinformazione: nessuno ha censurato quello studio (osservazionale), l’unica cosa è stata una presa di distanza da parte dell’Istituto Superiore di Sanità che ha rilasciato un chiaro comunicato stampa in merito, comunicato che viene mostrato nel servizio; ma a Regoli interessa sentire la dottoressa Frasca, non l’ISS. La dottoressa non fa altro che confermare che a campagna vaccinale avviata sembra che ci sia un aumento dei casi di miocardite, soprattutto nei giovani, spiega. Ma nessuno lo ha mai negato, esistono svariati studi che hanno riscontrato questo dato, il problema è che quegli studi – su cui probabilmente si basa la ricerca osservazionale di Frasca – hanno evidenziato come lo stesso avvenga nei pazienti che hanno contratto Covid-19 senza vaccino, e che i casi con miocarditi da Covid-19 siano molti di più, e con conseguenze più gravi, di quelli avvenuti in pazienti vaccinati. Ma questo nel servizio non viene detto, l’unica cosa che interessa è confezionare la tesi nella maniera più convincente possibile.

Il servizio si conclude con l’informatore incappucciato, che con tono grave ci racconta:

Io lo so che cosa mi aspetta, tant’è che faccio una vita da fuggitivo, ma ho un dovere, cercare di salvare più persone possibili.

E così finisce il servizio, regalando allo spettatore questa figura di eroico agente di polizia che, solo contro tutti, rischia la vita per noi…

Ognuno di voi è in grado di farsi la propria idea sulla base di quanto letto e delle fonti che vi abbiamo linkato poco sopra. Noi non portiamo avanti una tesi, perché non è sulla conferma di una tesi precedentemente scelta che si può basare il fact-checking. Ma ricordiamo che la verifica dei fatti non dovrebbe spettare a noi, dovrebbe essere alla base del lavoro di ogni buon giornalista, quello che ci interessava era mostrarvi come fosse semplice fare giornalismo a tesi anche con un servizio televisivo di soli sei minuti. Abbiamo fatto analisi simili in altri due casi in precedenza:

Per non parlare delle tante volte che abbiamo trattato servizi delle redazioni legate a Report.

redazione at butac punto it

Se ti è piaciuto l’articolo, sostienici su Patreon o su PayPal! Può bastare anche il costo di un caffè!
Un altro modo per sostenerci è acquistare uno dei libri consigliati sulla nostra pagina Amazon, la trovi qui.