No, il Furry non è una pratica sessuale
Verifichiamo i termini utilizzati da Focus
Siamo stati taggati sotto a un post Instagram di Focus, questo:
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Il post su Instagram riporta informazioni superficiali, che vanno in qualche modo chiarite. Sia chiaro, è vero che qualcuno si eccita indossando o guardando il partner che indossa costumi da animali di peluche (dopotutto se cerchiamo tra i vari feticismi si trova di tutto e di più). Ma “furry” non significa questo, ed è comprensibile che chi è parte della comunità furry italiana si risenta per questa associazione di idee.
Difatti, se cerchiamo online una definizione inglese del termine, la prima che troviamo è questa:
Furry: an enthusiast for animal characters with human characteristics, in particular a person who dresses up in costume as such a character or uses one as an avatar online.
Che tradotta:
Furry: è un appassionato di personaggi animali con caratteristiche umane, in particolare una persona che si traveste in costume come tale personaggio o ne usa uno come avatar online.
Da nessuna parte si parla di sesso o preferenze sessuali. Certo che se andiamo a leggere la pagina Wikipedia dedicata al mondo furry troviamo riferimenti anche agli aspetti sessuali del fenomeno, e se cerchiamo su siti dedicati all’intrattenimento per adulti i video a tema sono catalogati come furry, ma è una semplificazione fuorviante.
Prima però vorrei fare un passo indietro, perché so che alcuni di voi che ci leggono, e non hanno mai sentito parlare di “furry”, stanno spalancando gli occhi sentendo parlare dell’argomento, sorpresi, e probabilmente convinti che sia l’ennesimo feticismo nato per colpa (o merito) della rete.
Nulla di più sbagliato: il furry fandom vede le sue origini negli anni Settanta del secolo scorso, quando alcuni autori si misero a pubblicare fumetti con trame che erano più simili a fotoromanzi, ma con protagonisti animali antropomorfi dalle forme più esplicite. Serie come Omaha the cat dancer:
O lungometraggi animati come l’arcinoto Fritz the cat di Robert Crumb:
Dalla fine degli anni Ottanta esistono fanzine dedicate al mondo furry, e convention che attirano appassionati da tutto il mondo.
Scendiamo nel dettaglio
1) La parola giusta è Yiff
Se si vuole esser specifici e parlare di “sesso a tema furry” si dovrebbe usare il termine Yiff, che definisce tutto quanto riguarda i contenuti espliciti creati all’interno del mondo furry. Anche questo termine esiste da prima dell’avvento dei social network.
2) I costumi usati per questo specifico feticismo si chiamano Mursuits, non Fursuits
Un fursuit è un semplice costume da furry, senza specifiche caratteristiche anatomiche, senza specifica sessualizzazione. Chi lo indossa è un appassionato del mondo furry, senza che debba per forza avere implicazioni sessuali. Il mursuit invece è un costume fatto apposta per ispirare e mettere in pratica quel tipo di attività sessuale. Non fateci pubblicare foto e video, andate a vedere di cosa sto parlando da soli, ad esempio c’è un gruppo Twitter decisamente esplicito. sul tema.
Concludendo
Proprio perché si tratta di una comunità diffusa su scala mondiale, anche se piccola rispetto ad altre, sarebbe il caso, se si sceglie di parlarne, di farlo nella maniera corretta. Anche perché le convention furry sono tutto fuorché un luogo di perdizione, come invece si potrebbe pensare se si associa al termine furry l’idea di un feticismo sessuale.
maicolengel at butac punto it
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