Il Giappone e i danni della misinformazione

Uno studio scientifico americano sta facendo rivoltare la popolazione giapponese contro un vaccino. Lo studio però non ha basi scientifiche.

Oggi voglio toccare un argomento di cui abbiamo parlato molte volte qui dentro, ovvero i danni della misinformazione. E lo faccio prendendo come esempio quello che sta succedendo in Giappone, dove un paper scientificamente senza basi sta causando tantissimi problemi.

Partiamo dal principio: uno dei cinque vaccini inclusi nel programma di vaccinazione di routine contro il COVID-19 del governo giapponese, iniziato il primo ottobre, è il vaccino Kostaive. Questo vaccino, di tipo “replicon”, è strutturato per creare autocopie dell’mRNAcome sappiamo, un modello di una parte di un virus – all’interno delle cellule e viene definito “autoamplificante” perché permette la creazione di copie dell’mRNA all’interno dell’organismo. Arcturus Therapeutics, la ditta farmaceutica che ha sviluppato questo vaccino, lo ha fatto per affrontare le carenze dei precedenti vaccini a mRNA, che possono tenere a bada l’infezione o lo sviluppo dei sintomi solo per pochi mesi, mentre questo vaccino può evocare una risposta immunitaria più forte e più duratura con una minore dose rispetto ai vaccini mRNA convenzionali.

Questo agosto la Japan Nursing Ethics Association, un gruppo di ricercatori sull’etica infermieristica, ha rilasciato un comunicato in cui metteva in dubbio la sicurezza del vaccino citando un articolo pubblicato in una rivista scientifica statunitense, ventilando il pericolo di diffusione di questo vaccino, il cosiddetto “shedding”, dai vaccinati ai non vaccinati. Questa posizione ha sollevato reazioni allarmate nei confronti di tale vaccino, arrivando a fare sì che la nota catena di palestre di yoga Lava annunciasse il divieto di ingresso per coloro che lo hanno ricevuto “fino a quando la sua sicurezza non sarà confermata”, mentre una clinica nel Kita Ward di Tokyo ha dovuto sospendere le prenotazioni per il vaccino replicon dopo essere stata sommersa di minacce e calunnie sui social.

La questione principale che ha scatenato tutta questa ondata di odio e di paure è però lo studio scientifico, ovvero l’articolo “Worse Than the Disease? Reviewing Some Possible Unintended Consequences of the mRNA Vaccines Against COVID-19”, pubblicato sull’International Journal of Vaccine Theory, Practice, and Research (IJVTPR) nel maggio del 2021 da Stephanie Seneff e Greg Nigh. E qui cominciano a sorgere i problemi, perché Seneff è un’ingegnera informatica nota per le sue posizioni antivacciniste di cui abbiamo già parlato svariate volte in passato, mentre Nigh è un naturopata che studia oncologia naturopatica. La rivista è nota per le sue posizioni antiscientifiche e per promuovere misinformazione sui vaccini contro il COVID-19 e il suo redattore capo, John Oller, è famoso per aver pubblicato nel 2009 un libro che collega falsamente i vaccini all’autismo, teoria ampiamente smentita e da noi affrontata tante volte in passato. Di tale rivista abbiamo parlato solo pochi giorni fa citando tra l’altro un articolo di Enrico Bucci del 2022 dal titolo “Una rivista (anti)scientifica alimenta l’armamentario dei No vax” che si riferisce, indovinate un po’, proprio all’IJVTPR.

Riguardo la pericolosità del vaccino Kostaive, il ministro giapponese della Salute Takamaro Fukuoka ha ribadito in una conferenza stampa il 4 ottobre che “non ci sono prove scientifiche che i componenti del vaccino possano essere trasmessi ad altri e causare danni alla salute” e che non esiste nessuno studio scientifico che provi la pericolosità di questo vaccino, dato che contiene solo mRNA capace di produrre la proteina spike e non quindi capace di ricreare il virus completo. Nonostante questo, una clinica dentistica con sede a Tokyo ha chiesto ai pazienti che avevano assunto i vaccini repliconici di attendere sei mesi dopo le iniezioni prima di entrare nuovamente in clinica, affermando di aver preso questa decisione sulla base delle informazioni ottenute attraverso Internet. E questo è solo uno dei tanti casi che si stanno verificando in questi giorni. E, se anche il razionale Giappone cede alla misinformazione, non è assolutamente un buon segnale.

Questa volta non credo sia il caso di dormire sereni.

SP

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