Giornalismo, gender e smentite
[message_box title=”NOTIZIA” color=”red”]In una scuola in provincia di Bologna secondo alcune testate sarebbe stato messa in scena un matrimonio gender[/message_box]
Venerdì 26 maggio 2017 il Giornale titolava:
Gender, lezione choc alle elementari: “Matrimonio gay tra due bimbi”
Poi a distanza di due giorni era costretto a pubblicare ben due smentite dello stesso articolo, purtroppo come spesso in questi casi ci sono altre testate che delle smentite se ne infischiano, come il Secolo d’Italia che ha ripreso l’articolo solo domenica, ma si è ben guardato dall’aggiornarlo con la smentita. No, il Secolo ha titolato così:
Gender, l’hanno fatta grossa: “nozze gay” a scuola tra due bambini
Fregandosene bellamente di pubblicare alcun aggiornamento. Perché informare non è interessante, il Gender fa parlare la gente, fa clikkare sui link, figuriamoci se si modifica un titolo così perfetto.
Siamo al delirio. Se non è violenza psicologica, se non è un assedio ideologico questo, come definireste mandare i vostri figli a scuola e venire a sapere che vengono “usati” per simulare un matrimonio gay in classe, con la benedizione delle maestre? Non è il massimo della vita, non è il sogno educativo della stragrande maggioranza delle famiglie. E’ una vera e propria pugnalata alle spalle da parte di certe maestre pericolose che si sovrappongono surrettiziamente alle famiglie: due maschietti vengono fatti mettere di fronte ad un immaginario altare per pronunciare il fatidico sì e poi scambiarsi il bacetto gay.
Io qui su BUTAC ho parlato di gender svariate volte, e in ogni occasione quello che riportavano certe testate era falso, peccato che nessuna abbia smentito negli anni, perché è così che ci si guadagna il favore di un certo genere di lettori, quelli che necessitano qualcuno che li aiuti ad indignarsi meglio.
La storia raccontata dal Giornale comunque veniva smentita così :
“Noi sottoscritte Sig.re Valeria Pritoni e Silvia Bertozzi, insegnanti nella scuola elementare di Poggetto (frazione di San Pietro in Casale, BO), intendiamo smentire ogni circostanza di fatto riferita nell’articolo apparso sull’edizione online di questo quotidiano, secondo il quale nel nostro Istituto sarebbe stato celebrato “un vero e proprio matrimonio omosessuale, benedetto dalle maestre (…) nel corso del quale due maschietti, di fronte ad un immaginario altare” avrebbero “pronunciato il fatidico sì” e si sarebbero scambiati “un bacetto”.
Questo episodio è totalmente inventato e si pone al di fuori di ogni possibile attività e/o progetto didattico al quale ci atteniamo nel solco dei programmi e delle direttive ministeriali e di Istituto. Pur non essendo espressamente indicati i nostri nominativi, altri elementi descrittivi contenuti nell’articolo hanno portato i genitori, colleghi e dirigenti scolastici ad attribuire a noi i fatti ivi riportati, costringendoci pertanto ad intervenire nel nostro interesse ma anche in quello degli altri docenti potenzialmente attaccati in quanto operanti nel medesimo Istituto. Riteniamo infatti doveroso richiedere ed ottenere questa precisazione per tutelare sia la nostra immagine e la nostra reputazione professionale che quella dell’Istituto nel quale orgogliosamente svolgiamo il nostro ruolo di educatrici e formatrici delle nuove generazioni. Crediamo che sia fondamentale evitare la diffusione di simili notizie inventate anche al fine di preservare la tranquillità della nostra piccola comunità e la crescita dei bambini e delle bambine“.Riceviamo dal dirigente scolastico Elena Accorsi e pubblichiamo:
“In riferimento all’articolo pubblicato in data 26/05/2017 sulla testata web “Il Giornale.it”, dal titolo: “Gender, lezione choc alle elementari: “Matrimonio gay tra due bimbi””, dopo aver acquisito agli atti le dichiarazioni delle docenti della classe terza della scuola primaria “Rodari” di Poggetto, come Dirigente Scolastico e Rappresentante Legale dell’Istituto Comprensivo di San Pietro in Casale chiedo esplicita smentita, poiché le insegnanti affermano che i fatti riportati nell’articolo non si sono verificati“.
Il fatto che al Giornale non si siano minimamente preoccupati di cambiare il titolo e il sottotitolo può darvi un’idea del quanto poco fossero contenti d’aver dovuto aggiornare l’articolo.
Avevamo già parlato di teoria gender, giornalismo e sistema scolastico italiano più e più volte, qui ne trovate alcuni esempi.
maicolengel at butac punto it
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