Gota fría, DANA e complottismi

Ci sono alcuni profili social e canali video che nei giorni scorsi hanno cominciato a far circolare la notizia che – siccome la serie TV spagnola Respira su Netflix il 30 agosto aveva pubblicato l’ultima puntata di stagione, dal titolo Gota Fria, che riguarda una pesantissima alluvione a Valencia – allora la messa in onda della serie è la dimostrazione che qualcuno sapeva tutto, e che si tratta di un complotto poiché era tutto previsto.

 

Questo è quel modo di fare tipico di chi ha paura delle cose che non conosce e necessita di trovare un colpevole con la pistola fumante in mano. Partiamo però dall’inizio, è vero che l’ottava puntata di Respira s’intitola Gota Fría e narra la vita nell’ospedale pubblico centro della serie mentre fuori è in corso una pesantissima gota fría, doccia fredda, che altro non è che il nome comune con cui gli spagnoli chiamano quella che ora tutti definiamo Dana, Depresión Aislada en Niveles Altos.

Ma questo non significa che quanto successo in Spagna la settimana scorsa sia frutto di un complotto.

Le immagini qui sopra vengono dalla regione della Murcia, sempre in Spagna, nel 2019, anche in quel caso una gota fría, perché non è da quest’anno che fenomeni atmosferici importanti hanno fatto la loro comparsa, succedevano anche prima. Quello che è cambiato è l’intensità degli stessi e la frequenza con cui avvengono. E sostenere che ci sia un complotto su scala mondiale o che le colpe siano di sindaci e singoli governi serve soltanto a distogliere il problema più grosso dal focus della popolazione. Che crediate o meno all’origine antropica dell’attuale fase climatica del nostro pianeta, stiamo comunque attraversando una fase in cui questi eventi avvengono come mai prima di ora. Accusare questo o quell’amministratore cittadino o statale non risolve il problema di fondo. Ovvero che noi, come popolazione mondiale, siamo impreparati a quanto avviene e rischiamo che le cose vadano sempre peggio.

Concludendo

Ridurre un evento climatico complesso a un complotto orchestrato da fantomatici “loro” è un modo per fuggire la realtà dei fatti. Non c’è bisogno di queste dietrologie: la DANA non è un fenomeno nuovo, e purtroppo non è né controllabile né prevedibile in tempi larghi. Questi eventi dovrebbero servire a ricordarci quanto siamo vulnerabili e impreparati di fronte a questi eventi climatici. Dobbiamo renderci conto che bisogna che ci adattiamo al momento storico che stiamo vivendo per cercare di mitigare il più possibile l’impatto di un clima sempre più ostile e imprevedibile. Invece che cercare capri espiatori dovremmo concentrarci su soluzioni concrete. E invece – lo dico da bolognese che ha visto in due anni due eventi climatici devastanti colpire la propria città – sembriamo inconsapevoli dei rischi a cui andiamo incontro. Questi fenomeni saranno sempre più frequenti e intensi, se ci faremo trovare impreparati un’altra volta sarà la dimostrazione di quanto l’information disorder abbia vinto sulla razionalità della popolazione.

redazione at butac punto it

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