Hunter Biden, le accuse di Mosca e le fonti
Il Fatto Quotidiano, il PC del riparatore cieco e i tabloid anglosassoni
Su Il Fatto Quotidiano del 26 marzo ci avete segnalato un articolo a firma Redazione (perché quando si scopiazza da una delle peggiori testate al mondo ci si vergogna a metterci la firma).
Titolo del Fatto Quotidiano:
Daily Mail: “Le accuse di Mosca contro il figlio del presidente Biden trovano riscontri nelle email contenute nel suo pc”
Il Daily Mail è appunto una delle testate al mondo meno affidabili, è noto e ne abbiamo già parlato più volte, sono stati una delle testate che ha portato i cittadini britannici a votare a favore della Brexit. Persino Wikipedia in lingua inglese li ha banditi come fonti delle loro voci enciclopediche vista la scarsa affidabilità. Il fatto Quotidiano specifica che il Daily Mail è scarsamente affidabile, ma lo fa dopo titolo, sotto titolo, l’audio dell’articolo, cinque righe d’introduzione e solo a quel punto:
Il Daily Mail è un quotidiano britannico che sposa spesso posizioni ultra conservatrici, anti Europa, anti immigrazione e anti abortiste. In passato è stato accusato di sensazionalismo e scarsa attenzione alla veridicità delle notizie. Tuttavia dalle e-mail che il Daily Mail pubblica sul suo sito sembra emergere un ruolo del figlio del presidente per garantire milioni di dollari di finanziamenti a Metabiota, un’azienda californiana contractor del Pentagono, specializzata nella ricerca su malattie che causano pandemie da utilizzare come armi
Da dove arrivano queste mail? Da un computer portatile che qualcuno ha lasciato nell’aprile del 2019 a un riparatore nel Delaware per sistemarli dall’acqua che li aveva danneggiati. Non è chiaro chi li abbia lasciati, e il riparatore non ha potuto dire molto, visto che risulta legalmente cieco, ma chi glieli ha portati si è presentato come Hunter Biden. Suggeriamo a tutti (anche ai cronisti del Fatto Quotidiano) di ascoltarsi la sua intervista per rendersi conto di che soggetto sia. Il riparatore, visto che nessuno era andato a ritirare i pc riparati, ha deciso di contattare Rudy Giuliani e consegnare a lui gli hard disk. Da lì il materiale sugli hard disk è finito sul New York Post (testata in tutto e per tutto simile al Daily Mail in quanto ad attendibilità) e sui gruppi di sostenitori di Donald Trump, come quello di Steve Bannon.
Sugli hard disk si trovava materiale già noto sulla vita di Biden Jr, mischiato a materiale sessuale, e altro materiale che riguardava il suo lavoro all’estero, in particolare con una compagnia ucraina di gas. Il materiale su cui si sono concentrati i detrattori di Biden era principalmente quello sulla compagna ucraina, serviva loro per poter accusare Biden di possibile corruzione, se non addirittura tradimento. Sono cose che abbiamo già trattato qui su BUTAC, per cui vi riporto quanto scritto in precedenza:
…è vero che il Dipartimento di giustizia americano, durante il governo di Donald Trump, sulla base di accuse mosse principalmente dal peggior tabloid americano, il New York Post, insieme ad altre mosse da Trump stesso, abbia indagato sui collegamenti di Hunter Biden con Cina e Ucraina. Ma in un anno di indagini non è emerso nulla a carico della famiglia Biden…
… I dubbi sul lavoro di Hunter Biden per un’azienda ucraina comunque sono stati sufficienti perché negli anni passati siano state fatte più indagini, sia negli States che in Ucraina, senza che però nessuna di queste abbia rivelato collegamenti tali da evidenziare motivi di dubitare dell’operato di Biden stesso o di suo figlio. Entrambi hanno accusato il NYP di avere lanciato, insieme a Trump, una macchina del fango mossa proprio da disinformazione russa. Curioso che dopo che il Dipartimento di giustizia americano ha dichiarato che non esistano prove di illeciti, diventi virale un post che nega l’esito delle indagini e ritira fuori le notizie smentite dalle indagini stesse…
Sia chiaro, nelle mail (che siano vere o false a questo punto poco importa) venivano sollevati dubbi su possibili illeciti che valeva la pena indagare. E difatti il Dipartimento di Giustizia ha indagato per quasi due anni e mezzo, senza trovare nessuna prova contro Hunter Biden o il padre. L’unica cosa che è venuta fuori dalle indagini era il mancato pagamento di alcune tasse che ora sono state saldate.
Ovviamente nessuno vieta di continuare a parlare di queste mail e delle accuse mosse, anche il Dipartimento di Giustizia non ha chiuso il fascicolo, ma le cose spiegate poco sopra vanno tutte messe in evidenza, evitando il sensazionalismo.
Se volete approfondire l’argomento sul serio suggeriamo qualche articolo in inglese:
- The New York Times- Hunter Biden Paid Tax Bill, but Broad Federal Investigation Continues
- Vox – The return of Hunter Biden’s laptop
- The Washington Post (2020) Biden relies on pattern of activity to blame Russia for release of data from what is said to be his son’s laptop
Non credo sia necessario aggiungere altro, anche perché non c’è altro di verificabile da aggiungere, checché ne pensiate dopo aver letto il Fatto Quotidiano.
maicolengel at butac punto it
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