L’articolo che segue è stato scritto nel 2016, e spiegava, alla luce degli studi esistenti fino a quel momento, lo stato delle cose. A fine 2022 è uscito un nuovo studio, che riporta altri risultati che troviamo corretto inserire in testa all’articolo del 2016.
È stato trovato che l’esposizione al brillantante, in particolare gli etossilati di alcol presenti, può danneggiare la barriera epiteliale in modo dose-dipendente. Questi effetti sono stati osservati sia in colture cellulari che in piatti lavati con lavastoviglie professionali, indicando un potenziale rischio per la salute umana. Questi risultati suggeriscono che l’uso di brillantante, soprattutto nelle lavastoviglie professionali, potrebbe rappresentare un rischio per la salute, causando infiammazione e danni alla barriera epiteliale.
Lo studio ha esaminato sia le lavastoviglie professionali che quelle domestiche, ma ha evidenziato una maggiore preoccupazione per le lavastoviglie professionali, dove sono stati trovati residui significativi di brillantante dannoso sui piatti lavati. Tuttavia, la ricerca suggerisce che l’esposizione al brillantante potrebbe essere dannosa in modo dose-dipendente, il che potrebbe implicare un rischio anche in ambito domestico, sebbene potrebbe essere ridotto rispetto all’ambiente professionale.
La domanda che molte persone si pongono è se il brillantante per lavastoviglie sia nocivo e in tal caso se possa essere sostituito dall’aceto. Infatti il sito ultimenotizieflash (ULN) ne denuncia la tossicità.
Il brillantante per lavastoviglie è nocivo: ecco come sostituirlo
Dal titolo sembrano non esserci dubbi. E come al solito si pone bene in evidenza il solito tasto “condividi” per “fare circolare” il link e dare più visibilità, quindi denari, a chi pubblica.
Segue il testo dell’articolo:
Il brillantate è un prodotto per lavastoviglie comunemente utilizzato da chiunque possieda un elettrodomestico di questo genere, o quasi. Serve a rendere più rapida l’asciugatura e quindi i piatti più splendenti.
Purtroppo però incappiamo in una prima inesattezza: il brillantante ha la funzione, assieme al sale, di evitare le macchie di calcare durante l’asciugatura. Quindi non un’asciugatura più rapida ma solo esteticamente migliore.
Il brillantante per lavastoviglie però è nocivo, ecco quindi di seguito un piccolo suggerimento su come sostituirlo con un prodotto naturale e di uso domestico, che non faccia male alla salute, un rimedio casalingo che renderà le vostre stoviglie ugualmente belle e brillanti ma senza inquinare né essere nocivi.
Peccato che l’articolo inciampi una seconda volta: l’abbiamo detto e ripetuto tante volte che nulla è nocivo o innocuo perché tutto dipende solo dalle quantità. E quindi anche il brillantante, sotto certe quantità, è innocuo, come l’arsenico, il mercurio e tutte le sostanze su questa terra. E così come l’aceto, che se bevuto in larghe quantità dà disturbi all’apparato digerente, ovvero nuoce.
Ordunque se ingegneri e chimici mettono a punto una lavastoviglie affinché, per una determinata durezza dell’acqua, venga impiegata una determinata quantità di brillantante, perché credere invece che ci vogliano avvelenare? Chi sarebbe così pazzo e autolesionista da produrre una lavastoviglie avvelenatrice?
E ancora: se si potesse usare tranquillamente l’aceto (così come si usa il sale di salgemma e non altri sali) voi pensate che detti ingegneri e chimici non l’avrebbero approvato? Dobbiamo forse pensare che ci sia una collusione tra la lobby dei detersivi e i produttori di lavastoviglie?
Il brillantante è un prodotto chimico e con molta probabilità nel risciacquo che la lavastoviglie opera, non tutto il prodotto utilizzato (così come avviene per il detersivo per piatti) può essere rimosso.
Ancora un inciampo: si parla per certezze o per forse e probabilmente? E nel secondo caso, parlando di probabilità (perché è questa la parola usata) perché saltare già a una conclusione se non si ha la certezza del fatto? “Forse se durante il risciacquo” ergo “è nocivo”!
La classica conclusione di chi vuol fare giornalismo catastrofico! Il solito giornalettismo ottimale per il famigerato condividi-e-getta tanto di moda tra gli italioti sui social network.
Certo che se il vostro dispositivo che dosa il brillantante fosse danneggiato potreste ingerirne delle quantità significative. Ma allora questo vale anche per il risciacquo, che se non è come deve essere lascia tracce di detersivo sulle pentole. Infatti sopra questo viene detto, ma non se ne fa un problema. Ordunque perché allarmarsi solo davanti a un rischio brillantante e non a un rischio detersivo? Solo perché per questo secondo caso non si hanno rimedi della nonna da pubblicare?
Non ho rimedi per il detersivo, quindi non fa male. Ho l’aceto, quindi il brillantante fa male. Si vuol evidenziare, forse, solo il rimedio della nonna all’aceto? La nonna sarà saggia ma è spesso troppo poca tecnologica, e forse non sa bene come funziona una lavastoviglie.
Tra tutti voi che usate l’aceto, in quanti sapete spiegare come funziona la dinamica sale – brillantante? E in quanti potete spiegare perché il vostro aceto non nuoce alla macchina? Quanti di voi conoscono il pH dell’aceto che usate?
Insomma, partendo dal presupposto che un minimo di brillantante rimanga attaccato alle nostre stoviglie ad ogni lavaggio, perché dovremmo rischiare di ingerire poi quel brillantante rimasto appicciato al piatto quando in quest’ultimo mettiamo il cibo che serviremo a tavola a noi e ai nostri figli?
Non so se notate lo stucchevole e nauseabondo tono retorico in cui si sottolinea “il cibo che serviamo a tavola a noi e ai nostri figli”. Perché non al marito o alla moglie? Alla suocera, mamma e papà? Nulla?
Sinceramente a me fa un po’ schifo vedere questi tentativi di falsa moralizzazione e di compassionevole pseudo-amore solo per i piccini, i nostri figli che suona tanto patriottico. Oltre che, ovviamente, a “noi stessi”, che suona piuttosto egoistico. Della serie: fallo per te e per i tuoi figli. Dei loro amici che cenano da te non ce ne frega una mazza: dagli il brillantante così non vengono più a romperti le scatole. Idem per i genitori, sino ai suoceri e nonni, troppo vecchi: hanno un costo all’INPS per cui vai di brillantante a manetta.
Quando la finiremo di mettere i bambini ovunque solo per i nostri sporchi scopi di denaro?
Detto ciò, voglio aggiungere qualcosina al testo sopra, parafrasandolo: partendo dal presupposto che un minimo di detersivo rimanga attaccato alle nostre stoviglie ad ogni lavaggio, perché dovremmo rischiare di ingerire poi quel detersivo rimasto appiccicato al piatto quando in quest’ultimo mettiamo il cibo che serviamo in tavola a noi e ai nostri figli?
Quindi cosa facciamo? Nessuno compra più lavastoviglie? Oppure le usiamo senza detersivi e brillantante? Ristoranti? Alberghi? Tutti vuoti poiché in detti luoghi non si lava certo a mano o si lava senza detersivo?
“Stasera andiamo a mangiare la pizza da Gennaro.”
“È buona? Hanno il forno a legna?”
“No, niente di tutto questo, però lavano i piatti a mano e senza detersivo, che è molto salutare.”
Il concetto dove tutto può nuocere a fronte di un’anomalia vale per ogni cosa: dal cellulare al condizionatore (una micro fuga di gas refrigerante vi spruzzerebbe in casa) sino ai prodotti ortofrutticoli se il produttore ha esagerato in quantità e/o tempi con i pesticidi, per i quali il solito lavaggio che fate abitualmente sarebbe insufficiente.
Ecco quindi come ovviare al problema e sostituire il brillantante utilizzando rimedi naturali e casalinghi: il brillantante può essere tranquillamente rimpiazzato dall’aceto.
Domanda: perchè lo dice il sito UNF e non lo dicono i costruttori? La solita collusione-complotto con le lobby dei detergenti?
L’aceto è un prodotto naturale, studiato e nato per essere ingerito, che problema c’è dunque se ne rimane un po’ attaccato alle stoviglie?
Questo è il classico dei pregiudizi: “se un prodotto è naturale e può essere ingerito allora va bene per qualsiasi uso”. Quanta disinformazione! Vi ricordo che nel nostro stomaco c’è acido cloridrico a delle concentrazioni abbastanza alte (pH tra 1 e 2). “È un prodotto naturale per cui possiamo berlo o usarlo nella lavastoviglie!”.
Non esattamente…
In più l’aceto elimina gli odori: può essere una buona idea utilizzarlo anche solo per questa funzione spruzzandone un po’ sopra piatti, bicchieri, pentole e posate prima di avviare il ciclo di lavastoviglie.
Odori? Perché usare un elimina odori se già il detersivo provvede a questo scopo? Io non ho mai usato aceto nella lavastoviglie ma piatti e pentole escono sempre perfetti, anche con piatti sporchi di pesce lasciati in lavastoviglie uno o
Utilizzare l’aceto in questo senso è particolarmente importante se si è cucinato del pesce, in questo modo gli odori spariranno e le vostre stoviglie saranno perfette e brillanti.
Ecco, appunto… le ultime parole famose.
Insomma, ecco un rimedio naturale ottimo per evitare di utilizzare il brillantante senza perdere però quell’effetto di profumo, pulizia e lucentezza che i piatti hanno una volta usciti dalla lavatrice dopo aver utilizzato il prodotto.
Il profumo? Quale profumo?
Mangereste voi in una stoviglia odorante? Che sia di limone, aceto o detersivo? Provate a servire il caffè in tazzine aromatizzate al limone o all’aceto. Provate a servire in un piatto che odora di detersivo. Ci manca solo l’odore di pulito e poi facciamo l’en plein.
Ancora: l’aceto per la pulizia? E allora il detersivo a cosa serve? Adesso si attribuiscono all’aceto anche proprietà detergenti? Mi chiedo quando lo si potrà usare come carburante per le nostre auto.
Quanti luoghi comuni per cervelli nazionalpopolari. Dispiace solo vedere che, per gli argomenti trattati, il sito in questione abbia tutta l’aria di destinarsi alle donne, e qua non può mancare la mia domanda più classica: ma è mai possibile che i siti più ricchi di inutilità, gossip & ciarle, luoghi comuni, leggende metropolitane se non proprio bufale, siano sempre pregiudizialmente destinati alle donne, come se esse rappresentassero la pubblica stupidità?
Quando per questo si scatenerà la pubblica indignazione sarà sempre e comunque troppo tardi!
La cosa più bizzarra di tutta questa faccenda però è che libero.it (non nuovo a queste forme di “divulgazione giornalistica”) abbia linkato la pagina di UNF nella sua sezione libero.gossip. Verrebbe da chiedersi: se è un gossip, quale autorevole valenza potrebbe avere?
Cosa dice invece Altroconsumo a tal proposito? Questo:
L’aceto può sostituire il brillantante? Falso. L’aceto è un acido e, sul lungo periodo, non si possono escludere danni alla lavastoviglie e alle stoviglie stesse. La sua azione, inoltre, non è equiparabile a quella del brillantante, perché non lascia la patina sulle stoviglie che fa scivolare via l’acqua. Ricorda che, molto spesso, nelle tabs è già incluso il brillantante, quindi se utilizzi un prodotto che contiene già il brillantante è opportuno disattivare quello della macchina.
Secondo Altroconsumo, quindi, l’aceto a lungo andare fa danni alla macchina. Chissà se quelli di UNF lo sapevano oppure interessava loro solo dare la classica notizia condividi-e-getta ?
Ma come funziona il brillantante?
Ce lo spiega Linda (nome ad hoc) su questo sito:
Che funzione ha il brillantante:
Come dice il nome stesso, l’effetto del brillantante è quello di assicurare l’aspetto lucente alle stoviglie alla fine del lavaggio. L’ultima fase del programma di lavaggio infatti prevede un “risciacquo” ad alta temperatura, che fa evaporare l’acqua residua sulla superficie e la lascia relativamente asciutta. È lo stesso effetto di quando, lavando a mano, passate un panno asciutto sulle stoviglie. Per questo è importante che, asciugandosi, l’acqua non lasci residui: a questo scopo la lavastoviglie utilizza resine a scambio ionico che eliminano la durezza dell’acqua e che periodicamente devono essere rigenerate con il sale.
Come agisce il brillantante:
Il brillantante contiene ingredienti che evitano la formazione delle “goccioline” calcaree sulle stoviglie, favorendo la formazione di uno strato uniforme di acqua sulla loro superficie e, grazie alla acidità, dissolve le ultime tracce di calcare. È per questo motivo che talvolta viene proposto l’aceto come alternativa, pur con un’efficacia limitata. In alcuni detersivi per lavastoviglie moderni vengono utilizzati ingredienti che, in condizioni normali di durezza dell’acqua, sono in grado di mantenere disciolto il calcare, rendendo quindi inutile l’uso del sale per rigenerare le resine e del brillantante. Per questo motivo vengono definiti multifunzione.
Uso combinato, occhio all’etichetta.
Tuttavia, in condizioni di durezza elevata dell’acqua o se usate un detersivo tradizionale, l’uso di questi due prodotti è necessario. In ogni caso non è dannoso anche se li usate assieme alle tavolette multifunzione. Per decidere sulla necessità di utilizzare anche sale e brillantante, verificate quanto riportato sull’etichetta del detersivo.
Quindi secondo la redattrice Linda l’aceto verrebbe solo talvolta proposto e non ha comunque la stessa efficacia, così come dichiara che il brillantante non è (ovviamente) dannoso.
A fronte dei contenuti riportati in questo articolo, a tratti contraddittori tra loro, noi riteniamo fondamentale seguire le indicazioni riportate sul manuale d’uso del vostro elettrodomestico e non fidarvi di ciò che si trova scritto in un articolo abbastanza denso di luoghi comuni, inesattezze e facile retorica “volemose bene”.
L’importante è capire che il brillantante nelle quantità utilizzate per una normale lavastoviglie non può essere dannoso per la nostra salute. Per il resto siete liberi di ascoltare chi volete: pro aceto o pro brillantante.
Dopotutto la lavastoviglie è vostra!
Lola Fox
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