Il conduttore di Radio Rai e il clima
Fare confusione, o non avere ben chiara la differenza, tra clima e tempo atmosferico contribuisce alla causa dei negazionisti del riscaldamento climatico. Vediamo come
Tra le tante segnalazioni che ci sono arrivate negli ultimi giorni, una riguardava un video condiviso con queste parole da un conduttore di Radio Rai:
Scene che si ripetono… quando Greta non era ancora nata. A proposito… è nevicato sulla Marmolada, forse è il raffreddamento globale.
Il video, che circola da tempo, parla della canicola del 1964 e viene sfruttato per sostenere che anche negli anni Sessanta ci fossero estati molto calde. Ed è assolutamente vero, anche negli anni Sessanta ce ne furono, ma chi cerca di negare il riscaldamento globale condividendo questo genere di contenuti evidentemente non ha ben chiare alcune cose.
Tempo e clima sono cose diverse
Il riferimento alla canicola del 1964 (o di qualsiasi altro anno) è un esempio di “tempo”, non di “clima”. Mentre il tempo atmosferico rappresenta le condizioni meteorologiche a breve termine in una specifica regione, il clima riguarda le tendenze a lungo termine in tutto il mondo. Il riscaldamento globale si basa su dati climatici a lungo termine, non su eventi isolati. Osservare un’unica ondata di calore non nega le prove scientifiche accumulate nel corso di decenni che mostrano un aumento costante delle temperature medie globali.
Sono tutte informazioni che abbiamo già riportato in precedenza. E sono informazioni che vengono evidenziate anche dai follower di De Gerardis, che cercano di sottolineare le tante differenze rispetto al passato. Ad esempio, uno di loro scrive:
Ciao. Si è vero ma non del tutto. Io ho memoria ed età per ricordare. All’epoca le ondate di calore c’erano, si, ma duravano pochi giorni. Oggi durano mesi e sono di gran lunga più aggressive di allora. Sic et simpliciter
O ancora:
14 gradi sulla Marmolada e 0 termico a 5000 metri, ma hai ragione tu.
Ma De Gerardis non risponde e lascia che il video resti lì, sulla sua bacheca, a diffondere disinformazione. Tanto chi casca in questo tipo di disinformazione difficilmente va a fare verifiche ulteriori.
Un suggerimento: evitate di rispondere al post. Non fareste altro che rafforzare le convinzioni di chi l’ha condiviso.
Meglio segnalarlo al social network su cui si trova, aggiungendo alla segnalazione il nostro link o ad altri fact-checking che spieghino la distinzione tra tempo e clima.
Per un approfondimento sullo zero termico vi riportiamo da Jacopo Zannoni su Meteo e Radar:
…registrato in Italia, precisamente dal radiosondaggio di Cameri, con il nuovo incredibile valore di 5328 metri. La media dello zero termico, in questo periodo dell’anno, sulle Alpi dovrebbe attestarsi sui 3500m. Appare evidente l’anomalia termica registrata, con valori assolutamente fuori dal normale.
Per quanto riguarda la nevicata citata da De Gerardis, basterebbe consultare 3bmeteo per vedere i dati storici di agosto sulla Marmolada. Si può notare che da anni la temperatura è in aumento e, se ciò non fosse sufficiente, esistono dati che mostrano quanto il ghiacciaio si sia ritirato.
Ciò che troviamo fastidioso è che a diffondere disinformazione tramite le loro bacheche siano personaggi con una certa visibilità. Una visibilità finanziata da tutti i cittadini, considerando che chi lavora in Rai riceve uno stipendio pagato anche dal canone.
redazione at butac punto it
Sostieni il crowdfunding per il decennale di BUTAC e Minerva – Associazione di divulgazione scientifica. Abbiamo realizzato magliette, spille e quant’altro per ringraziare tutti quelli che vorranno aiutarci a organizzare una due giorni di eventi gratuiti in autunno a Bologna!
Oppure, come sempre, sostienici su Patreon o su PayPal! Può bastare anche il costo di un caffè!
Un altro modo per sostenerci è acquistare uno dei libri consigliati sulla nostra pagina Amazon, la trovi qui.