I limiti dei campi elettromagnetici
Politici, lobbyisti, disinformatori seriali sanno benissimo come comportarsi per creare allarmismo nel pubblico generalista... analizziamo l'ennesimo esempio
Ci avete segnalato un articolo apparso sul Blog del Fatto Quotidiano. Il giorno che la sezione blog (come quella magazine) del FQ verrà chiusa tireremo tutti un sospiro di sollievo. L’articolo, o post, che ci avete segnalato titola:
I limiti soglia d’inquinamento elettromagnetico salgono: vince la lobby del 5g, perde la salute
Titolo tipicamente allarmista, come ci ha abituato l’autore del testo, Maurizio Martucci, uno dei fondatori del movimento Stop al 5G.
Di campi elettromagnetici qui su BUTAC abbiamo parlato più e più volte, al punto che lo stesso Martucci ci dedicò un articolo dove sembrava volesse sbufalare le nostre affermazioni e invece si limitava al classico attacco ad hominem che non trattava alcun fatto particolare, se non elencare chi in precedenza ci aveva querelato; chissà se aggiornerà il suo pezzo specificando che a oggi ognuna delle querele da lui citate è stata archiviata o siamo stati assolti.
Ma a noi non interessa parlare di Martucci, bensì solo trattare, come sempre, i fatti. E i fatti sono che sì, è vero che sono stati alzati i limiti delle onde elettromagnetiche in Italia, limiti che però, come spieghiamo da anni, sono inferiori a quelli usati nella maggior parte del mondo occidentale. E che anche con il nuovo innalzamento restiamo di molte lunghezze più in basso di quanto siano i limiti sul territorio europeo.
Vi siete mai domandati perché, varcati i confini nazionali, spesso la rete sia più stabile e veloce? Perché i limiti arrivano a 61 volts per metro, quando in Italia finora erano di 6 volt per metro e ora, grazie all’aumento, diventano 15 volt.
Quindi ricapitolando l’articolo esprime una posizione allarmistica, dando a intendere esistano rischi per la salute pubblica, senza considerare il contesto internazionale dei limiti di esposizione elettromagnetica e le evidenze scientifiche attuali. Sia chiaro, la cautela verso ogni cambiamento normativo che riguarda la salute pubblica è comprensibile. La chiave è bilanciare queste preoccupazioni con dati e pratiche consolidate a livello internazionale. Informazioni che invece le varie associazioni contrarie a questo innalzamento non riportano in maniera trasparente, giocando più sull’emotività e le paure di chi li segue che sulla scienza.
Triste notare che anche agenzie giornalistiche internazionali come Reuters siano inquinate dai comunicati stampa che vengono pubblicati senza alcuna aggiunta critica ai fatti, come nel caso di un articolo di ottobre pubblicato appunto da Reuters che riportava l’opinione del leader dei verdi Angelo Bonelli, omettendo completamente di evidenziare come appunto quell’aumento fosse piccola cosa rispetto ai limiti vigenti nel resto d’Europa.
Politici, lobbyisti, disinformatori seriali sanno benissimo come comportarsi per creare allarmismo nel pubblico generalista, pubblicare comunicati stampa solo perché arrivano da movimenti politici o associazioni riconosciute contribuisce all’information disorder. Ogni affermazione che viene pubblicata andrebbe inquadrata nel suo contesto con verifiche e analisi che permettano al pubblico di capire se quella riportata è solo una frase isolata, o se quanto riportato meriti attenzione.
La nostra Noemi è andata a parlare di bufale su 5G e onde elettromagnetiche negli studi di Giornalettismo, se non l’avete ancora recuperata qui (o qui se non frequentate Facebook) la sua intervista:
maicolengel at butac punto it
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