Il nuovo protocollo nucleare

Su alcuni gruppi social sta circolando quest’immagine che ci avete segnalato sia via Facebook che tramite Whatsapp (dove ricordiamo potete trovarci al 3517345645).

Nell’immagine si vede Putin insieme a militari russi e la scritta:

È stato cambiato il protocollo: si passa direttamente al nucleare. I primi paesi Nato ad essere colpiti saranno Polonia, Germania, Francia e Italia.

Si tratta di una delle tante informazioni false che vengono diffuse da mesi tramite canali gestiti da complottisti e troll russi, ne vediamo tante, ma solitamente diffondono solo disinformazione varia, inutile da trattare. Nel caso specifico però si fa leva su uno dei motori più potenti: la paura. E quindi vale la pena parlarne qui su BUTAC. Capiamoci, nessuno di noi lavora nei servizi segreti russi, nessuno di noi può sapere quali possano essere i veri obbiettivi del protocollo nucleare russo, nessuno, neppure chi ha messo in giro quell’immaginetta.

Che circola per un motivo preciso, i 4 paesi menzionati sono quelli che quest’estate hanno firmato una lettera d’intenti per sviluppare missili a lungo raggio, con una gittata superiore ai 500 km. Missili che ad oggi, era una lacuna negli arsenali europei, lacuna messa in luce proprio dal conflitto tra Russia e Ucraina.

Riportava Reuters quest’estate:

Lo sviluppo di un missile con una gittata superiore a 500 km implica che gli alleati europei della NATO reintrodurranno di fatto una categoria di armi vietate dal Trattato sulle forze nucleari a raggio intermedio fino al 2019.
Il trattato INF firmato nel 1987 ha messo al bando i missili nucleari e convenzionali lanciati da terra con una gittata compresa tra 500 e 5.500 km. Ha eliminato un’intera categoria di armi.

Negli anni Novanta anche Germania, Ungheria, Polonia e Repubblica Ceca distrussero i loro missili, seguiti più tardi da Slovacchia e Bulgaria.
Gli Stati Uniti hanno abbandonato il Trattato INF nel 2019, affermando che Mosca stava violando l’accordo, citando lo sviluppo da parte della Russia del missile da crociera lanciato da terra 9M729, noto nella NATO come SSC-8. La Russia ha negato l’accusa e ha imposto una moratoria sul proprio sviluppo di missili precedentemente vietati dal trattato INF.

Il mese scorso il presidente russo Vladimir Putin ha dichiarato che Mosca dovrebbe riprendere la produzione di missili nucleari a raggio intermedio e a corto raggio, dopo che gli Stati Uniti hanno portato missili simili in Europa e in Asia.

Ad oggi non ci risulta alcun progetto presentato. Quello che però vorremmo fosse chiaro è che è proprio grazie a questo genere di disinformazione che vengono radicalizzati gli estremisti, nel nostro paese come all’estero, e sono anni che determinate realtà lavorano alacremente per avere in pugno quanti più soggetti manipolabili.

Ken McCallum, capo dell’MI5 proprio ieri spiegava che in UK (ma non solo) i giovani sono sempre più coinvolti dall’estremismo online, radicalizzati grazie alla disinformazione, che si diffonde anche sfruttando immagini come quella qui sopra.

La nostra Noemi Urso, team manager di BUTAC, proprio in queste ore si trova a Riga per il convegno dei fact checkers europei, convegno a cui a parte Noemi e Giovanni Zagni di Pagella Politica al momento siamo gli unici fact checkers arrivati a rappresentare l’Italia, ma Zagni ha un panel, noi siamo lì per studiare e confrontarci. Serve maggiore consapevolezza dei danni che può fare la disinformazione, specie per quanto riguarda la radicalizzazione di determinati soggetti.

maicolengel at butac punto it

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