Il progetto Abigail, l’Area 51…
...e indovinate un po'? La fuffa!
Perdonatemi ma ogni notizia non relativa alla pandemia o alla politica è vista in questi giorni come oro, dopo un anno di Sars-Cov-2 ho il coronavirus che mi esce dalle orecchie, specie in questi giorni in cui sono in isolamento forzato in quanto positivo al tampone: è infatti dal 30 gennaio che non esco di casa se non per fare tamponi. Quindi ho accolto a braccia aperte la segnalazione che è arrivata in redazione.
La segnalazione ci chiedeva una mano a indagare su un fantomatico Progetto Abigail che, sempre secondo la segnalazione, sarebbe stato uno dei primi esperimenti fatti nella famosa Area 51. Una velocissima ricerca mi mostra due link in italiano, uno a firma Nina Witch sul sito ElCartelDelGaming e un post su Facebook nella pagina Mondo Misterioso. Entrambi danno per vera la storia che segue (copiata e incollata da Mondo Misterioso):
L’Area 51, anche se con altro nome, esisteva già durante la Seconda Guerra Mondiale, ed è proprio alla fine dell’ultimo conflitto mondiale che si iniziò a discutere sul futuro della stessa, ovvero su ciò che sarebbe dovuta diventare, una base scientifica ultra segreta per lo sviluppo e la sperimentazione di nuove armi e attrezzature militari. Gli americani però non si limitarono solo a questo, infatti al fine di attestarsi come unica potenza mondiale, chiamò in servizio presso la suddetta base, scienziati di un certo spessore, tra i quali figurava un certo Albert Western, il quale decise di avviare un progetto alquanto strano, voleva creare infatti un essere molto simile a Capitan America, un super soldato insomma. Il progetto però stentava a decollare in quanto nessuno voleva farsi utilizzare come cavia da laboratorio e pertanto mettere a rischio la propria incolumità solo per realizzare il sogno o la folle idea di uno scienziato. Così non trovando volontari, Albert decise che la cavia sarebbe stata nientemeno che sua figlia, Abigail Western, una giovane universitaria, la quale non molto tempo dopo l’inizio degli esperimenti cominciò ad avere inquietanti conseguenze. Il padre infatti notò che l’aspetto di Abigail giorno dopo giorno cambiava drasticamente, la sua pelle diventava sempre più rugosa, i suoi denti crescevano a dismisura e la sua mente sempre meno lucida. A seguito di ciò, altri scienziati partecipanti al progetto, chiesero ad Albert di fermare gli esperimenti e annullare il progetto, ma Western non volle sentir ragione, ormai era convinto che il progetto doveva andare avanti e non perché non gli importasse nulla di sua figlia, per lui infatti era la cosa più preziosa al mondo, ma perché consapevole che se avesse fermato gli esperimenti, la ragazza sarebbe morta subito dopo in quanto il suo corpo ormai dipendeva da tutti i farmaci che quotidianamente gli venivano iniettati. Altri dipendenti dell’Area 51 che occupavano altre mansioni, come cuochi o addetti alle pulizie, nelle loro interviste, riferirono di aver preparato o visto piatti enormi che venivano portati in una grande gabbia, alla quale però non gli era permesso avvicinarsi e davanti alla quale in più occasioni erano riusciti a intravedere Albert Western piangere o parlare con qualcosa che di umano aveva ben poco. A due anni di distanza dall’inizio del progetto, non sopportando il dolore per aver trasformato sua figlia in un mostro, Albert Western si suicida ma non senza lasciare una lettera in cui pregava i colleghi di uccidere Abigail qualora non fossero riusciti a farla tornare alla normalità. Con la morte dello scienziato però l’esercito non più disposto ad investire ulteriori risorse per questo progetto, né tantomeno per far tornare Abigail alla normalità, decise di accontentare l’ultima richiesta di Albert, ovvero uccidere la figlia o quel che ne restava, ma non direttamente, semplicemente non portandole più da mangiare, loro intenzione infatti era farla morire di fame. Affamata, la bestia cominciò ad ululare per giorni, sino a quando gli addetti alla sicurezza dopo l’accensione degli allarmi collegati alla gabbia, accorsi a controllare, notarono la stessa vuota, Abigail era riuscita a liberarsi. Impauriti ordinarono l’immediata chiusura dell’intera ala Ovest della base, ove ancora oggi a distanza di 70 anni, provengono ululati e strani rumori…Già! secondo alcuni infatti Abigail sarebbe ancora lì, viva e affamata. Nelle foto che vedete e che circolano in rete, Abigail com’era e com’è diventata, anche se sinceramente dubito fortemente che quest’ultima corrisponda a realtà.
Le foto allegate su Mondo Misterioso sono queste:
Partiamo dalle foto, che come credo sappiate sono una delle cose spesso più semplici da verificare. La prima foto, ripresa in più o meno tutti gli articoli in rete che parlano di questo fantomatico progetto Abigail, non è un’immagine della supposta Abigail Western, ma è una normalissima foto da una rivista di moda degli anni Cinquanta. La modella è Sunny Harnett, qui raffigurata su Harper Bazar del 1957.
L’altra immagine la si trova un po’ ovunque in rete, i principali luoghi dove appare sono video YouTube (bufale anche quelli) in cui si raccontano altre storie dell’orrore, in particolar modo la si ricollega a un esperimento russo sul sonno: ma anche in questo caso è appunto un creepypasta inventato negli ultimi vent’anni. Quella nella foto non è una trasformazione di Abigail o di una vittima di questo fantomatico esperimento del sonno. Si tratta di una decorazione di Halloween, denominata Spazm, sfruttata da svariati video creepypasta perché particolarmente inquietante.
Cercando in rete è semplice rendersi conto che ogni racconto di questo fantomatico progetto Abigail in realtà è apparso solo negli ultimi dieci anni, prima non ne esiste traccia negli archivi. Come non esiste traccia di uno scienziato chiamato Alfred Western nei registri americani.
Tutto il racconto non è altro che un creepypasta, ve ne riporto la definizione da Wikipedia:
I creepypasta sono leggende legate all’orrore che sono state copiate e incollate su Internet. Queste voci su Internet sono spesso brevi, storie paranormali generate dagli utenti destinate a spaventare i lettori. Includono racconti raccapriccianti di omicidi, suicidi e avvenimenti ultraterreni.
Ci siamo già occupati di creepypasta qui su BUTAC, in certi casi le leggende che si sono generate hanno portato alcuni giornalisti a cascare in notizie fasulle. Ma siamo di fronte a contenuti fatti appositamente per inquietare e generare paure in chi li legge. Il caso probabilmente più noto di creepypasta è legato a Slender Man che portò anche a un tentato omicidio da parte di due dodicenni nei confronti di una loro coetanea. L’orrore reale a volte può superare la peggior fantasia.
Non credo sia necessario aggiungere altro.
maicolengel at butac punto it
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