Indagati per la morte di Camilla Canepa
La colpevolezza si stabilisce dopo le indagini
C’è tanta confusione, davvero tanta, o forse c’è tanto interesse a generare confusione nelle teste di chi, magari perché facilmente suggestionabile, fatica a capire certe differenze lessicali. Scrive il profilo social di Radio Radio:
Se ne erano dette di ogni: “Camilla Canepa aveva una malattia autoimmune”, che poi è diventata una “malattia del sangue”, che poi sono diventati tutti motivi per tacciare di complottismo chi chiedeva chiarezza sulla vicenda.
Quindi è arrivato il giorno della chiusura delle indagini sulla morte della giovane studentessa avvenuta nel giugno 2021, alcuni giorni dopo aver ricevuto una dose di vaccino Astrazeneca.
Ne emergono 5 indagati, 4 dei quali imputati di omicidio colposo.
Riporta cose in buona parte corrette: è vero, infati, che le indagini preliminari si concludono con 5 indagati, ma tale esito non implica una sentenza di colpevolezza per i medici coinvolti, bensì solo la decisione di approfondire la dinamica degli eventi per valutarne eventuali responsabilità. È fondamentale attendere l’esito del processo prima di trarre conclusioni, mantenendo una posizione equilibrata che non veda negli eventi un pretesto per infangare la campagna vaccinale.
Se all’indagine farà seguito una condanna sarà giusto parlarne, spiegandone la sentenza, analizzando i perché. Senza comunque che questo debba per forza essere un attacco ai vaccini, come invece tanti tra i soggetti legati all’antivaccinismo italiano sembrano voler far intendere.
Un esempio di questo modo di fare è il titolo scelto per l’articolo sullo stesso tema dal blog di Gioia Locati:
Ai vaccini è caduta l’aureola
Titolo che punta a influenzare il pubblico a cui si rivolge sfruttando sentimenti legati alla paura e all’incertezza. Chi usa questi toni lo fa proprio in quanto conscio che faranno presa sui propri lettori. Questo approccio ignora un principio fondamentale: i vaccini, come qualsiasi altro farmaco, sono soggetti a un rigoroso processo di monitoraggio post-immissione in commercio, che include la valutazione degli effetti collaterali. La scienza, basata sulle evidenze concrete, invita a un atteggiamento critico e informato, ben diverso dall’accettazione acritica o dal rifiuto pregiudiziale. Altro che aureola.
Essere indagati non significa essere colpevoli, dare a intendere diversamente è malinformazione.
La corretta informazione svolge un ruolo cruciale nel contrastare la disinformazione. A tal proposito, “Avvenire” ha offerto un’analisi equilibrata, evidenziando le mancanze nel trattamento di Camilla Canepa e le omissioni nel seguire le linee guida per la diagnosi e il trattamento della VITT (Vaccine-induced immune thrombotic thrombocytopenia).
Nell’articolo di Avvenire leggiamo:
I medici sotto indagine lavoravano al Pronto soccorso dell’ospedale di Lavagna: dal primario neurologo agli internisti che compilarono la cartella clinica. Gli investigatori contestano al primario del Pronto soccorso di «non avere diffuso formalmente ai medici del proprio reparto le linee guida per il trattamento della sindrome da Vitt» (Vaccine-induced immune thrombotic trombocitopenia, cioè trombocitopenia con trombosi indotta dal vaccino).
Il medico in reparto al primo accesso della ragazza, che aveva detto di essersi vaccinata contro il Covid, «nonostante sapesse delle linee guida riferitele oralmente dal primario, somministrava un antidolorifico e faceva solo un emocromo completo senza avviare il percorso diagnostico per Vitt» senza «prescrivere una risonanza con mezzo di contrasto», e neppure «effettuava il test di coagulazione» e «il dosaggio degli anticorpi».
Il medico subentrato il giorno dopo, con il primario, «nonostante la paziente lamentasse anche un lieve aumento della sintomatologia, non facevano una corretta diagnosi di possibile Vitt e disponevano una Tac senza liquido di contrasto». Anche il neurologo, pur conoscendo la sintomatologia della paziente e il fatto che fosse vaccinata «ometteva di suggerire un appropriato esame diagnostico per immagini, come una angio Tac con mezzo di contrasto».
In attesa di aggiornamenti.
redazione at butac punto it
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