L’insediamento di Trump tra bufale e imbarazzi

Il fact-checking di alcune delle affermazioni fatte dal neopresidente durante la cerimonia di insediamento

Il 20 gennaio 2025 si è insediato il 47° Presidente degli Stati Uniti: per la seconda volta c’è Donald Trump alla guida del Paese. Nel corso della cerimonia di insediamento ci sono stati alcuni momenti che per un fact-checker è stato impossibile non notare. Abbiamo pensato che, anche se non sarà il “nostro” presidente, fosse interessante evidenziarli. Per chi fosse interessato a leggere tutto il discorso dell’insediamento lo potete trovare qui.

Il canale di Panama

Dice “The Donald”:

President McKinley made our country very rich through tariffs and through talent. He was a natural businessman and gave Teddy Roosevelt the money for many of the great things he did, including the Panama Canal, which has foolishly been given to the country of Panama after the United States — the United States, I mean, think of this, spent more money than ever spent on a project before and lost 38,000 lives in the building of the Panama Canal. We have been treated very badly from this foolish gift that should have never been made. And Panama’s promise to us has been broken. The purpose of our deal and the spirit of our treaty has been totally violated. American ships are being severely overcharged and not treated fairly in any way, shape or form, and that includes the United States Navy. And above all, China is operating the Panama Canal. And we didn’t give it to China, we gave it to Panama, and we’re taking it back.

Che tradotto:

Il presidente McKinley rese il nostro Paese molto ricco grazie ai dazi e al talento. Era un uomo con un talento naturale per gli affari e diede a Teddy Roosevelt i fondi per molte delle grandi cose che fece, incluso il Canale di Panama, che è stato scioccamente ceduto al paese di Panama. Gli Stati Uniti — pensateci — hanno speso più denaro di quanto fosse mai stato speso in un progetto fino ad allora e hanno perso 38.000 vite durante la costruzione del Canale di Panama. Questo dono insensato, che non avrebbe mai dovuto essere fatto, ci ha portato a subire un trattamento ingiusto. E la promessa di Panama nei nostri confronti è stata infranta. Lo scopo del nostro accordo e lo spirito del nostro trattato sono stati totalmente violati. Le navi americane vengono pesantemente penalizzate con costi eccessivi e non ricevono alcun trattamento equo, nemmeno la Marina degli Stati Uniti. Ma ciò che è ancora più grave è che oggi il Canale di Panama è gestito dalla Cina. Non lo abbiamo ceduto alla Cina, ma a Panama, e ora è arrivato il momento di riprendercelo.

Ma in realtà i dati raccolti dicono che il Canale di Panama ha visto “solo” 5600 morti sul lavoro tra gli americani che hanno partecipato alla sua costruzione. Sia chiaro, le morti pare siano state molto di più, almeno 22mila tra i lavoratori assunti durante la fase francese del Canale, prima dell’arrivo degli americani, e tra questi si contano tanti panamensi e afro-panamensi. Dare a intendere fossero 38mila lavoratori americani è disinformare. È stata smentita anche l’affermazione secondo cui a gestire il Canale sarebbero i cinesi, come ha spiegato l’amministratore del Canale, Ricaurte Vásquez, in un’intervista con Associated Press:

…denied Trump’s claims that China was controlling the canal’s operations, and said making exceptions to current rules concerning its operation would lead to “chaos.”

He said Chinese companies operating in the ports on either end of the canal were part of a Hong Kong consortium that won a bidding process in 1997. He added that U.S. and Taiwanese companies are operating other ports along the canal as well.

Che tradotto:

…ha respinto le affermazioni di Trump secondo cui la Cina controllerebbe le operazioni del canale, affermando che fare eccezioni alle regole attuali relative alla sua gestione porterebbe al ‘caos’.

Ha inoltre spiegato che le compagnie cinesi che operano nei porti situati alle due estremità del canale fanno parte di un consorzio di Hong Kong che si è aggiudicato una gara d’appalto nel 1997. Ha aggiunto che aziende statunitensi e taiwanesi gestiscono altri porti lungo il canale.

L’inflazione

Trump ha detto:

I will direct all members of my cabinet to marshal the vast powers at their disposal to defeat what was record inflation and rapidly bring down costs and prices. The inflation crisis was caused by massive overspending and escalating energy prices.

Che tradotto:

Darò istruzioni a tutti i membri del mio gabinetto di sfruttare al massimo i vasti poteri a loro disposizione per sconfiggere quella che è stata un’inflazione da record e ridurre rapidamente costi e prezzi. La crisi inflazionistica è stata causata da una spesa pubblica massiccia e dal continuo aumento dei prezzi dell’energia.

Ma siamo di fronte a una semplificazione di quelle a cui Trump (e molti altri politici) ci hanno abituato da tempo. Con le sue parole il neopresidente sembra sottintendere che la colpa sia di chi l’ha preceduto. In realtà la crisi dell’inflazione post pandemia è stata comune a tanti, e non è il record statunitense, che c’è stato nel 1920 con un tasso al 23,7%. Nel 2022 l’inflazione americana ha toccato il 9,2% – decisamente lontana dal record del 1920 – e a dicembre 2024 il tasso era già sceso al 2,9%. Occorre vigilare che Trump non si attribuisca il merito di quella diminuzione.

Le emergenze causate da problemi ambientali

We have a government that has given unlimited funding to the defense of foreign borders, but refuses to defend American borders, or, more importantly, its own people. Our country can no longer deliver basic services in times of emergency, as recently shown by the wonderful people of North Carolina been treated so badly and other states who are still suffering from a hurricane that took place many months ago. Or more recently in Los Angeles, where we are watching fires still tragically burn from weeks ago without even a token of defense. They’re raging through the houses and communities, even affecting some of the wealthiest and most powerful individuals in our country, some of whom are sitting here right now. They don’t have a home any longer. That’s interesting. We can’t let this happen.

Che tradotto:

Abbiamo un governo che ha destinato finanziamenti illimitati alla difesa dei confini stranieri, ma si rifiuta di difendere i confini americani, o, cosa ancora più importante, il suo stesso popolo. Il nostro Paese non è più in grado di fornire servizi di base in tempi di emergenza, come dimostrato di recente dal trattamento vergognoso riservato alle straordinarie persone della Carolina del Nord e ad altri stati che stanno ancora soffrendo per un uragano avvenuto molti mesi fa. Oppure, più recentemente, a Los Angeles, dove stiamo assistendo a incendi che continuano a divampare tragicamente da settimane, senza che sia stato fatto nemmeno il minimo per difendersi. Le fiamme stanno devastando case e comunità, colpendo persino alcuni degli individui più ricchi e influenti del nostro Paese, alcuni dei quali sono presenti qui oggi. Non hanno più una casa. È incredibile. Non possiamo permettere che accada.

Trump da tempo disinforma sulla materia, raccontando ai propri elettori cose non vere, cavalcando teorie portate avanti dai suoi compagni di partito come Marjorie Taylor Greene, che sostiene (crede) che gli Stati Uniti siano in grado di modificare il clima e controllare gli uragani. O ancora dando a intendere che non ci siano soldi per le emergenze climatiche in quanto sarebbero stati deviati per l’immigrazione:

Ma si tratta appunto di affermazioni già smentite da svariati quotidiani americani, che hanno puntualmente fatto fact-check delle sue dichiarazioni. Qui ad esempio la CBS che parla degli aiuti legati all’uragano Helene e alle bugie diffuse dal neopresidente.

Concludendo

La cerimonia di insediamento ha dimostrato per l’ennesima volta – non che ce ne fosse bisogno – quanto Trump e i suoi sostenitori contino sull’incapacità del proprio elettorato di accendere lo spirito critico. Il dubbio che lui stesso ci creda e sia convinto di quanto dice è alto. L’idea che per i prossimi quattro anni sarà alla guida del più potente (almeno per ora) Paese al mondo genera un po’ di inquietudine, vedremo cosa sarà capace di fare. Ma sarebbe il caso di mantenere l’attenzione sulle prossime elezioni che si svolgeranno in Europa, dove il rischio che la manipolazione dei fatti possa influenzare l’elettorato è, a nostro avviso, particolarmente elevata.

maicolengel at butac punto it

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Foto di charlesdeluvio su Unsplash