JD Vance, i ProVita e l’information disorder
Quando a diffondere disinformazione è il vicepresidente degli USA che parla a una platea di europei, forse è il caso di cominciare a preoccuparsi

Il vicepresidente americano sta dimostrando di essere l’uomo perfetto per fare da secondo in carica a Donald Trump: difatti anche lui, come il suo presidente, vuole salire sul carro della disinformazione lanciata da posizioni di potere e la settimana scorsa si è lanciato in alcune dichiarazioni che riteniamo interessanti da trattare.
Nel corso della Conferenza sulla Sicurezza a Monaco ha sostenuto che la più grande minaccia per il nostro continente non venga da Russia e Cina, bensì dal suo interno. Il suo discorso, come riportato dalla BBC, è stato un lungo attacco ad alcuni Paesi europei, in cui si sosteneva che si sarebbero allontanati dai loro valori ignorando le preoccupazioni degli elettori su tematiche come l’immigrazione e la libertà di parola. Sembrava di sentire un senatore della Lega e invece era il vicepresidente del Paese più potente al mondo (per adesso).
Ma non è di queste accuse che ci vogliamo occupare oggi, bensì di una frase specifica pronunciata da Vance che dimostra come gli stessi politici in carica – lui come Trump e svariati altri – siano di base degli ignoranti disinformati che riportano storie che hanno sentito senza prima fare la benché minima verifica (e questo, sottolineiamo perché sia chiaro, è gravissimo).
A un certo punto del suo discorso Vance si è messo a parlare di aborto, sfruttando il caso di un militare che è stato multato in Scozia per essersi messo a pregare di fronte a una clinica in cui vengono praticate interruzioni di gravidanza, violando la legge scozzese che prevede che non si possa manifestare contro l’aborto a meno di duecento metri dalle cliniche stesse. Si tratta di una legge chiamata Safe Access Zone, fatta per tutelare medici e pazienti delle suddette strutture dopo che episodi decisamente poco edificanti erano avvenuti a causa dei protestanti. Come spiegato dal Ministro per la salute delle donne Jenni Minto:
Le nuove zone di 200 m (656 piedi) attorno a tutti i servizi di aborto aiuteranno a garantire alle donne un accesso sicuro all’assistenza sanitaria, libero da intimidazioni. Questa legge riguarda la protezione delle donne in un momento in cui molte si sentiranno incredibilmente vulnerabili nel prendere una decisione profondamente personale e difficile.
Quindi la legge a cui faceva riferimento Vance e per cui è stato multato l’antiabortista di cui sopra è vera, e dunque il racconto di Vance fin qui è corretto. Il problema è quello che il vicepresidente americano ha detto subito dopo:
…just a few months ago the Scottish government began distributing letters to citizens whose houses lay within so-called safe access zones, warning them that even private prayer within their own homes may amount to breaking the Law …
Che tradotto:
…solo pochi mesi fa il governo scozzese ha iniziato a distribuire lettere ai cittadini le cui case si trovavano all’interno delle cosiddette zone di accesso sicuro, avvertendoli che anche la preghiera privata all’interno delle proprie case può equivalere a infrangere la legge…
Questa è una bufala, di quelle grosse e facilmente verificabili, specie se sei il vicepresidente del più potente Paese del mondo (per adesso) e ti appresti a parlare a una folla di politici europei.
Qualcuno probabilmente dirà che questa è una sciocchezza di poco conto, ma per noi che ci occupiamo di fatti è essenziale aspettarsi che una delle persone che rappresentano il potere degli Stati Uniti, e che parla a una platea di quell’importanza per meno di venti minuti, debba aver approfondito con attenzione le tematiche affrontate nel proprio discorso, verificando quanto dice; ed è gravissimo che invece dimostri di non averlo fatto, rischiando tra l’altro incidenti diplomatici col Paese sul quale sta diffondendo falsità, e diffondendo informazioni errate che possono creare fratture sociali all’interno di quel Paese.
Vance con quella frase ha dimostrato che i fatti non sono la sua priorità e che si fida delle voci non verificate che circolano in rete, materialmente il luogo dove abili disinformatori da qualche mese fanno circolare la bufala del divito di preghiera in casa.
Un conto sono le opinioni personali, che è normale possano avere una visione diversa dalla nostra, un altro conto sono invece i fatti, quelli verificabili. Finché a cascare in quel tipo di disinformazione è un comune cittadino è una cosa, ma se si tratta del vicepresidente degli Stati Uniti allora è il caso di cominciare a preoccuparsi. Perché, come raccontiamo da tempo, è in atto una campagna di disinformazione massiccia per colpire l’Unione Europea, campagna che opera a livello globale con migliaia di siti gestiti da fabbriche di troll che generano notizie in continuazione per contribuire al disturbo dell’informazione.
Viviamo tempi inquietanti.
Non credo di poter aggiungere altro.
maicolengel at butac punto it
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