La calunnia è un venticello
Lo so, l’articolo che state per leggere non cambierà assolutamente niente, come non l’ha fatto il precedente, ma il modo in cui l’informazione è cavalcata sui social è tale per cui non posso esimermi dal trattare per la seconda volta il caso Bibbiano. Anche stavolta quanto segue non è una sbufalata, ma un invito allo spirito critico.
Premetto che non prendo alcuna posizione su quanto possa essere accaduto a Bibbiano e dintorni, ritengo che l’unica cosa da fare sia attendere gli esiti delle indagini per capire chi è colpevole e di cosa. Fino a quel momento non credo si possa dire nulla di specifico sulla vicenda.
Ma la storia di Bibbiano è l’emblema di come nel nostro Paese la diffamazione e l’attacco politico possano scaturire da qualsiasi cosa. In tutto questo i primi complici sono i giornalisti, alla ricerca dello scoop e incapaci di essere obbiettivi e affidabili, accecati loro stessi dalla voglia di bucare la notizia e dal proprio pregiudizio.
Mi segnalate una foto di Maria Elena Boschi:
Condivisa con queste parole:
Il
#PD ignorava cosa stesse succedendo a Bibbiano. Nella foto a sinistra Elena Boschi e a destra il sindaco di Bibbiano
o ancora
Ecco a voi Elena Boschi con il Sindaco di Bibbiano, tristemente agli onori delle cronache con l’arresto per gli abusi perpetrati a danni dei minori….e nel l’intelligentia del PD dicevano di non conoscerlo, che miserabili bugiardi !
Dovrebbe bastare un pizzico di spirito critico per capire che l’accusa che viene mossa è sciocca e insulsa. EDIT: quello nella foto è comunque Paolo Calvano, segretario regionale del PD non Carletti, sindaco di Bibbiano. Come riporta ReggiOnline, Andrea Carletti, sindaco di Bibbiano è:
…accusato di abuso di ufficio e falso ideologico per presunte irregolarità amministrative nell’ambito dell’indagine della procura reggiana che mira a fare luce su un presunto sistema illecito nella gestione degli affidi dei minori in Val d’Enza.
Questo è far giornalismo: spiegare subito che si tratta di presunti illeciti e che fino a che non sarà dimostrato il contrario Carletti è solo indagato. Non trovo traccia di affermazioni fatte dalla Boschi sostenendo di non aver mai conosciuto Carletti, come in generale non trovo traccia di prese di distanza dalla giunta comunale di Bibbiano da parte del PD. Non avrebbe senso. Certo che il PD conosce la giunta di Bibbiano e il suo sindaco. Ma questo non implica affatto che ci sia un complotto per l’affido dei bambini gestito dal PD, o che il partito sapesse qualcosa di eventuali illeciti.
Vedete, il problema è sempre lo stesso: ridurre tutto a tifo politico. Se la magistratura rileverà che sono state fatte cose sbagliate ci saranno dei colpevoli che pagheranno per quel che hanno fatto. Ma questo non significa che tutti gli amici e conoscenti di quei colpevoli siano loro complici o che fossero a conoscenza dei fatti. Pensare che le cose stiano così dimostra l’assoluta mancanza di spirito critico, e questo purtroppo è grave.
Se andiamo a spulciare i profili social degli indagati potremmo scoprire che uno è socio di un club del cucito, questo significa che tutti gli altri soci di quel club hanno colpa del suo essere indagato? Ovviamente no… a nessuno verrebbe in mente di attaccarli sulla base di questo. Ma se invece che un club del cucito si tratta di un partito allora subito scatta l’attacco. Con Giorgia Meloni (che sa benissimo che fino a che le indagini non sono concluse ogni sua mossa è solo pubblicità elettorale) che va a manifestare di fronte al Comune di Bibbiano. Tanto lo sapete tutti, se la sentenza scagionerà i protagonisti della vicenda alla vicenda verrà dato zero risalto da chi oggi attacca.
In contemporanea alla foto della Boschi c’è un altro post che mi segnalate da giorni, post che sta vivendo di vita propria:
Lo stesso post dicevamo ora vive di vita propria, all’inizio veniva condiviso come le parole di Don Francesco Minervino, ma i tanti che lo fanno circolare han cambiato un po’ il post e testo dello stesso aggiungendo in fondo “Tratto e ampliato da un post di Don Francesco Minervino”. Poco conta cosa avesse scritto il Don, lui stesso conferma le sue parole dalla sua bacheca:
A me quello che continua a infastidire è vedere una gogna su qualcosa che non è ancora definito, anche da parte di chi, come Don Minervino, dovrebbe avere ben chiaro come i processi vadano fatti dai tribunali e non dal popolo, o ci siamo già scordati di Barabba?
C’è un’indagine in corso, ci sarà una sentenza che metterà il punto alla questione, continuare a parlarne prima della sentenza è solo per fare visualizzazioni. I giornalisti non hanno nuove informazioni dalla magistratura, anzi, quelle che avevano dato all’inizio sono state rivedute e corrette (l’elettrochoc, l’indagine sul sindaco) rispetto a come erano state passate in prima istanza. Se avete amici che continuano a condividere articoli sul caso silenziateli, non stanno facendo informazione di alcun genere. Solo la conclusione delle indagini potrà porre fine alla vicenda e fare chiarezza sulle colpevolezza o meno degli indagati. Fino a quel momento tacere sarebbe la cosa migliore.
maicolengel at butac punto it
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