La macchina del fango – Giuseppe Conte e Cesare Paladino – versione 2020
ARTICOLO AGGIORNATO il 13 agosto 2020
Nelle ultime ore quest’articolo di BUTAC ha ripreso a circolare, a distanza di quasi un anno dalla sua pubblicazione. Come mai? Perché su alcune testate giornalistiche sono uscite notizie in merito a una regola presente nel Decreto rilancio che depenalizza a sanzione amministrativa il mancato pagamento al Comune della tassa di soggiorno.
La notizia appare su Il Tempo in un articolo che titola:
Il “favorino” di Conte al suocero che non scandalizza i grillini (a differenza del bonus…)
Il titolo serve da cappello a quella che secondo quanto riporta Il Tempo, avrebbe detto Lucio Malan, senatore di Forza Italia:
chi si scandalizza per 600 euro presi legalmente, cosa ne pensa di 2 milioni di euro sottratti ai cittadini fraudolentemente e poi “depenalizzati”?
Se la frase è stata detta solo così il giornalista del Tempo non è assolutamente interessato ai fatti e al loro approfondimento, ma solo alla narrazione di quel che ha capito. Come riportato qui su BUTAC nel 2019 (trovate l’articolo originale a seguire di quanto state leggendo) il “suocero” di Giuseppe Conte ha già pagato il suo debito, l’anno scorso, patteggiando la condanna al carcere col pagamento in toto dei suoi debiti. È vero, ci sono altri albergatori che hanno processi col Comune ma non il “suocero” di Conte. Lui ha pagato.
E invece, grazie ad articoli come quello de Il Tempo ho già visto circolare memini come questo:
Non ho onestamente voglia di rileggermi il Decreto rilancio per verificare se la depenalizzazione sia avvenuta li. Ma capiamoci, come spiegavo nella versione di quest’articolo del 2019, che trovate poco sotto, chi è condannato al carcere per il reato di peculato patteggia e paga quanto dovuto. La depenalizzazione, come spiega il Corriere, non significa affatto che vengano abbuonati i denari ai debitori. Ma invece che una procedura penale, dove la pena detentiva non viene comunque scontata, si passa a una procedura amministrativa. Ovvero, tu, albergatore che non paga, diventi direttamente debitore nei confronti dell’amministrazione comunale che potrà direttamente chiederti quei denari senza il passaggio di un tribunale. Senza tutta la procedura penale le cose si sveltiscono, e dovrebbe essere più facile evitare di arrivare a debiti come quelli pagati da Paladino, e ancora dovuti da altre strutture.
Condividere meme come quello qui sopra, o articoli di testate che non verificano significa fidarsi ciecamente di gente che non ha alcun interesse ad informarvi. Ma solo ad avvelenare il pozzo. Oggi ho avuto la dimostrazione pratica dell’incapacità nell’uso delle fonti. Vengo taggato sotto a una condivisione del meme qui sopra. Un’amica aveva linkato il mio articolo del 2019, e in risposta aveva ricevuto un link al Corriere con queste parole:
Sembra non sia una bufala invece
L’articolo del Corriere portato come ulteriore fonte conclude così:
Nel luglio del 2019 Cesare Paladino, gestore del Grand Hotel Plaza, ha patteggiato una condanna a un anno e due mesi per non aver versato due milioni della tassa di soggiorno. Paladino è il padre di Olivia Paladino, compagna del premier Giuseppe Conte.
Nell’articolo del Corriere si fa preciso riferimento ad altri Hotel, nessuno di proprietà di Paladino. Ma questo evidentemente è sfuggito al giornalista de Il Tempo, e ai sempre velocissimi autori di memini da social.
Qui a seguire l’articolo originale dell’anno scorso, con fonti e tutto, quello qui sopra era solo l’aggiornamento dovuto visti i titoloni:
Siete in tanti ad avermi segnalato che sui social stanno circolando post dove viene attaccato Giuseppe Conte per una storia che lo riguarda in maniera davvero marginale.
Credo sia il caso fare chiarezza.
Il post che mi avete segnalato di più gira in chat private, ripreso e condiviso da tanti:
Olivia Paladino Figlia di Cesare Paladino proprietario del Plaza hotel di Roma di via del Corso. La mamma è Eva Aulin. Te la ricordi? Ora il padre è stato condannato e ha patteggiato un anno e sei mesi di condanna perché per anni faceva pagare la tassa di soggiorno ai clienti e poi se la intascava. Importo accertato della evasione che più che evasione è furto oltre 2 milioni di euro. Ma uno cosi dovrebbe essere in galera. E la figlia pure perché essendo amministratore del Plaza non poteva non sapere. Ma è la compagna di Conte. Paese di merdaaaaaa! Fai girare perché è un vero schifo.
Vediamo di capirci, siamo a ottobre 2019, questa storia è finita sui giornali a giugno 2019, ma evidentemente all’epoca a chi la fa girare oggi non interessava attaccare il Primo Ministro. Cambiano le alleanze, cambiano i giochi e la macchina del fango si mette in movimento.
A giugno 2019 sui giornali veniva raccontato che Cesare Paladino era indagato per non aver versato 2 milioni di euro di tassa di soggiorno. La tassa di soggiorno va versata al Comune 15 giorni dopo la fine del mese in cui i turisti l’hanno pagata all’hotel. Paladino non l’ha fatto per gli anni che vanno dal 2014 al 2018. Giuseppe Conte in quegli anni non era parte del governo. Come sapete è stato proposto a maggio 2018. Non è chiaro quando si sia separato dalla moglie e si sia fidanzato con la figlia di Paladino, ma è lampante che gli eventuali problemi di tasse di Paladino non abbiano nulla a che fare con la carica ricoperta da Conte dopo maggio 2018.
Detto ciò, il post che circola sui social comunque non racconta la storia nella maniera corretta. È vero che l’Hotel di Paladino non ha versato la tassa di soggiorno per quattro anni, ma la questione era stata già trattata a giugno quando Paladino ha patteggiato, versando tutte le quote mancanti. Quello che sembra restare in discussione è se debba o meno versare anche gli interessi che ha guadagnato. Ma l’indagine non è limitata solo a Paladino, secondo i giornali sono almeno 25 gli hotel di Roma nella stessa condizione, e altri ancora sul territorio italiano.
Sfruttare la notizia dando a intendere qualche collusione tra Paladino e Conte è tipico di chi sta cercando di gettare fango su una figura poco gradita. L’abbiamo già visto fare in altre occasioni, cercando tra i parenti di politici poco amati magagne tali da poterli denigrare.
Ma condividere questa roba è dimostrare la mancanza totale di spirito critico. Al momento non esiste nessuna prova che la fidanzata di Conte fosse al corrente di quanto avveniva, e comunque nessuna prova che lo sapesse lo stesso Conte. Concordo che sia il caso fare chiarezza sulla vicenda, e che sia il caso che tutte le tasse di soggiorno non pagate dagli alberghi siano riscosse nei vari Comuni italiani. Ma basterebbe fare controlli incrociati coi database delle presenze registrate. Database che evidentemente non sono (o non erano) collegati con centri di controllo. Si spera che le amministrazioni si rendano via via più digitali permettendo di fare questi controlli in automatico e rendendo di fatto questo genere di evasione praticamente impossibile. Come dovrebbe già essere visto che le strutture ricettive devono tenere le liste delle presenze che hanno e comunicarle alla questura. Basterebbe che le stesse liste fossero comunicate anche all’Agenzia delle entrate per fare un controllo incrociato su quanto ognuno deve. Senza dover attendere un’inchiesta e quattro anni di possibili evasioni.
maicolengel at butac punto it
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