La sovranità italiana e la propaganda russa
L'Unione Europea ci ha tolto la sovranità? I Paesi che non ne fanno parte non hanno più diritti? Vediamo da dove proviene questa narrazione e a cosa ha portato in altri Paesi
Su EUvsDisinfo, sito che si occupa di smontare la disinformazione che circola nell’Unione Europea, è stata pubblicata la verifica di un articolo russo, verifica che riteniamo sia utile diffondere anche qui da noi.
Si parte dal sito web Geopolitika.ru, che a metà dicembre ha pubblicato un pezzo dal titolo:
La fine dell’Europa, insieme alla Russia sulla via del multipolarismo
Titolo che ricorda molto quello di un convegno che si sarebbe dovuto tenere a Lucca al Grand Hotel Best Western e che è stato annullato (anche se probabilmente verrà spostato altrove) e di cui avevo parlato sul mio profilo Facebook.
Ma non è di Lucca che vogliamo parlare, bensì dell’articolo su Geopolitika, o meglio dell’affermazione con cui l’articolo si apre:
L’Italia è un Paese a sovranità limitata, dove ogni scelta politica è subordinata agli ordini di Bruxelles e Washington, non mi aspetto nulla di più.
Affermazione che secondo Jacopo Brogi, autore dell’articolo, sarebbe da attribuire a Eliseo Bertolasi, ricercatore associato e analista all’Istituto di Alti Studi in Geopolitica e Scienze Ausiliarie (IsAG) di Roma, e redattore della rivista Geopolitica, nonché corrispondente dal Donbass per “Voce della Russia – Italia”. Senza che la cosa ci sorprenda più di tanto, Jacopo Brogi è anche autore sul sito Come Don Chisciotte. Ma non è di Brogi o Bertolasi che ci interessa parlare, quello che vorremmo fare è spiegare perché quell’affermazione sia una sciocchezza.
L’Italia è una Repubblica parlamentare con un Primo ministro e un Presidente, ed è membro fondatore dell’UE, ovvero sostenitore dell’integrazione europea. La narrazione che sostiene sia stata persa o sia stata limitata la sovranità viene usata da tempo per manipolare l’opinione pubblica istigando alla nostalgia per un passato nazionale che viene presentato come mitico. Si tratta di una scelta ben precisa, applicata a svariati contesti europei per sollevare gli spiriti più populisti presenti nei vari Stati. L’abbiamo vista usare in tanti contesti politici, non solo italiani: da quando è stata sfruttata per spingere gli inglesi a votare per la Brexit, fino al referendum sull’indipendenza in Catalogna, per non parlare di praticamente ogni elezione nazionale degli ultimi anni.
Lo scopo è chiaro: indebolire e magari arrivare a far crollare l’Unione Europea, dando a intendere che i Paesi che ne fanno parte non siano altro che sudditi senza più diritti. La cosa che fa più sorridere è veder sostenere che ci sia un “controllo statunitense”, quando tutti sappiamo che fino a quattro anni fa al comando degli Stati Uniti c’è stato Donald Trump, che non è minimamente stato in grado di piegare l’Unione Europea al suo volere.
Il fatto che nel nostro Paese, come in altri dell’UE, ogni mese si svolgano convegni ed eventi gestiti da filo putiniani DOC preoccupa, perché vediamo troppi punti di contatto con quanto successo negli States con le elezioni che furono poi vinte da Trump, e con il referendum che ha appunto portato il Regno Unito fuori dall’UE. Insistiamo con la necessità di non abbassare la guardia e continuare a monitorare chi, seppur italiano, porta avanti narrazioni che vanno in quella direzione.
redazione at butac punto it
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