La Svezia, 20 pagine per prepararsi alla guerra
Ci risiamo, vi ricordate? A gennaio 2018 vi avevo parlato di un opuscolo svedese che sarebbe stato distribuito a giugno. Lo spunto di partenza era un articolo pubblicato da La Stampa la cui giornalista Monica Perosino, autrice di un articolo completo, che riportava un titolo allarmistico – ma sappiamo bene che chi fa i titoli non è chi scrive l’articolo – ci aveva spiegato:
La mia fonte … è il gabinetto del Ministero della difesa, il portavoce dell’Agenzia svedese per la difesa civile (come correttamente riportato dal blog, una sorta di protezione civile svedese), nonché l’addetto stampa del premier. Interpellati telefonicamente dopo la pubblicazione della notizia sui quotidiani svedesi e su alcuni quotidiani americani hanno tutti confermato la correttezza dell’informazione, con un’eccezione: il premier ha voluto vuole sottolineare come la minaccia principale, soprattutto in vista delle elezioni, siano le inferenze – soprattutto in termini di cyber attacchi – di paesi terzi. A domanda: paesi terzi intendete la Russia? La risposta è stata affermativa. Che sia una mossa spinta da interessi politici in vista del voto di settembre non c’è dubbio, e spero fosse sufficientemente chiaro anche nel pezzo….
Avete letto attentamente? La giornalista, nel raccontare di questo opuscolo, spiegava chiaramente perché veniva pubblicato: la paura di inferenze russe in vista delle elezioni di settembre. Non la guerra, almeno non come argomento principale. Il Corriere della Sera ieri 22 maggio 2018 ha pubblicato:
Svezia, un manuale di venti pagina per “prepararsi alla guerra”
L’articolo racconta della pubblicazione dell’opuscolo, cosa che stanno facendo nelle ultime ore in tanti. La differenza però sta nel come la notizia viene data.
Un paragone. Così (tradotto) inizia l’articolo della CNN:
È difficile prevedere quando scoppierà la guerra, ma la Svezia vuole assicurarsi che la popolazione sia sempre pronta al peggio. Il governo svedese sta rilasciando un opuscolo di guerra istruttivo a tutti i 4,8 milioni di famiglie nel paese, informandoli per la prima volta in oltre 30 anni sui pericoli della guerra. L’opuscolo intitolato “Om krisen eller kriget kommer (Se la crisi o la guerra arriva)” è stato compilato dall’agenzia svedese per le contingenze civili (MSB) e incarica i civili su cosa fare se “la loro vita quotidiana è capovolta”. La brochure fornisce informazioni su tutto, da come identificare notizie false e prepararsi contro le condizioni meteorologiche estreme a cosa fare in caso di attacchi terroristici e conflitti militari.
La Svezia si prepara alla guerra. E lo fa informando i suoi cittadini su come agire in caso di conflitti ma anche di disastri naturali o attacchi informatici. Il governo di Stoccolma ha presentato un opuscolo di venti pagine, scritto in 13 lingue, che sarà recapitato a 4,8 milioni di svedesi dal 28 maggio al 3 giugno sulle istruzioni d’uso «In caso di crisi o guerra» (è il titolo). Una scelta che arriva in un momento di forti tensioni con la Russia. L’ultima volta che una pubblicazione del genere è stata distribuita era il 1961, in piena Guerra Fredda. L’opuscolo, illustrato, prepara la popolazione ad affrontare le possibili emergenze e quindi, ad esempio, come procurarsi cibo e acqua, quali sono i punti sicuri, i significati di sirene e allarmi.
I dati sono più o meno simili, ma ci sono delle differenze, grosse a mio avviso, pur trattandosi solo di percezione.
Se avete letto bene la CNN nel descrivere l’opuscolo elenca in quest’ordine le materie di cui si parla: identificare le notizie false, preparasi in caso di meteo avverso, cosa fare in caso di terrorismo e guerre. Il Corriere usa un altro ordine: prima la guerra, poi i disastri naturali, e infine gli attacchi informatici. Le fake news sono relegate all’ultimo paragrafo dell’articolo. L’altra differenza risiede nelle date, la CNN parla di un opuscolo dopo trent’anni da quello precedente, il Corriere invece parla di 1961, che sarebbero 57 anni, quasi il doppio.
Chi ha ragione?
Entrambi probabilmente, o nessuno dei due, chissà.
Vediamo di capirci meglio. L’opuscolo ha avuto ben 6 edizioni tra il 1943 e il 1991. L’ultimo distribuito risale al 1991, e aveva come obiettivo le famiglie con figli, il titolo era: Se arriva la guerra o il disastro che facciamo con i bambini? E quindi risale a 30 anni fa, ma se si esclude l’edizione del 1987 che era pensata per usi all’interno del Ministero della difesa, esiste un’edizione 1983, che pur non essendo stata distribuita a tutti era disponibile per chiunque ne facesse richiesta. Ogni 20/30 anni l’opuscolo viene aggiornato e ristampato, l’unica notizia è appunto quella riguardante le inferenze russe di cui parlava già a gennaio Monica Perosino.
Ma vorrei andare oltre, negli articoli allarmistici che trovo in giro si parla di spesa militare in crescita, di reintroduzione della leva, di costruzione di nuovi bunker, tutte cose che, secondo molti giornalisti, sarebbero legate alla paura di un possibile attacco russo.
Ma se invece che limitarsi a riprendere le ultime notizie si cercasse un po’ più a fondo si scoprirebbero molte cose. La Svezia non ha renitrodotto la leva obbligatoria per paura della Russia, l’abolizione della leva risaliva al 2010, quando c’erano sufficienti volontari per supplire alle necessità di un esercito formato ridotto. Nel 2017 questi volontari scarseggiavano, mentre allo Stato servono per poter avere un esercito funzionale, da qui la reintroduzione per il 2018 e 2019 (con l’inclusione delle donne). Un minimo esercito serve per mantenere in funzione la struttura militare, che se abbandonata diventa velocemente obsoleta e da rinnovare. Esattamente come è successo ai bunker. Non si stanno costruendo nuove strutture, si è solo deciso di rinnovare e aggiornare quelle costruite ai tempi della Guerra fredda sull’isola di Gotland. Il tutto anche alla luce dei nuovi sistemi d’attacco esistenti oggi. Sono cose che vanno fatte proprio in tempo di pace. Non significano affatto che ci si stai preparando alla guerra. Ma forse ci sono giornalisti che non vedono l’ora, almeno avrebbero qualcosa di cui scrivere che appassioni il lettore.
Non credo serva aggiungere altro.
maicolengel at butac punto it
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