La vita dopo la morte, la scienza e i medium

Un nostro follower di Patreon, Archie, ci ha inviato una segnalazione che non potevamo non trattare. La segnalazione riguarda un video di Border Nights, canale YouTube di Massimo Mazzucco che da anni ospita tra l’altro le dirette di Massimo Mazzucco sui più svariati temi, video caricato a febbraio 2025, dal titolo:

UNA MEDIUM RACCONTA – ELISABETTA LUPANO – Sguardi sull’invisibile

E che come descrizione riporta:

Enrico Pietra intervista Elisabetta Lupano, medium certificata dal GRIM (Gruppo Italiano Ricerche sulla Medianità), per parlare di medianità e rivolgerle alcune domande che sono state formulate direttamente dal pubblico. La medianità è un fenomeno straordinario che, quando è autentico, impatta pesantemente sulla vita delle persone guarendo traumi e sciogliendo blocchi legati alla perdita. La scienza si sta occupando sempre più di questa fenomenologia, e anche in Italia il team di Patrizio Tressoldi, Laura Liberale e Fernando Sinesio ha pubblicato un’importante ricerca scientifica sulla rivista internazionale Omega Journal a fine 2022 che comprova la realtà della comunicazione medianica, indagata con metodo galileiano e triplo cieco.

La cosa che ci interessa è quella parte finale della descrizione: la ricerca scientifica a triplo cieco peer reviewed. Lo studio è linkato nella descrizione del video e potete andarlo a leggere anche voi qui, noi ci limiteremo ad alcuni elementi che riteniamo importanti e che non vengono evidenziati nel video linkato poco sopra. Ma prima vediamo…

…cosa sostiene lo studio?

Il lavoro è stato condotto da Patrizio Tressoldi e colleghi dell’Università di Padova e dal GRIM (Gruppo di Ricerca Italiano sulla Medianità). In breve, lo studio ha coinvolto 28 medium autodichiarati e 100 letture medianiche condotte sotto un protocollo a triplo cieco, cioè:

  • I medium ricevevano solo il nome di battesimo del defunto, senza nessuna altra informazione.
  • I ricercatori che interagivano con i medium non conoscevano nulla sui defunti o sui “sitters” (i parenti o conoscenti del defunto).
  • I sitters valutavano due letture — una vera (intesa per il loro defunto) e una di controllo — senza sapere quale fosse la corretta.

I risultati

  • I sitters hanno identificato correttamente la lettura giusta nel 65% dei casi (contro il 50% atteso dal caso).
  • Le letture “vere” avevano un punteggio medio di 2.4 su 6, rispetto a 1.7 per quelle di controllo.
  • Le informazioni “giuste” superavano quelle “sbagliate” in media del 19% in più nelle letture vere rispetto a quelle di controllo.

Gli autori concludono che, date le condizioni sperimentali e i controlli applicati, l’unica spiegazione plausibile sarebbe che i defunti abbiano attivamente partecipato al processo comunicativo.

Cosa possiamo dire noi?

La prima cosa da dire è che 28 medium (tutte donne) sono un numero decisamente esiguo per uno studio che vuole dimostrare qualcosa, un campione così piccolo (oltretutto con 28 soggetti autodichiaratisi medium) il rischio è che ci sia un bias di selezione nella scelta dei soggetti.

Valutazione soggettiva dei sitters

I giudizi sulle letture fatte dai medium non sono venuti da analisti esterni, ma dagli stessi “sitters”, ovvero parenti e amici dei defunti. Questa metodologia di valutazione introduce un possibile bias emotivo di conferma: chi spera di parlare con un proprio defunto può essere molto più indulgente e suggestionabile nel valutare ciò che gli viene riferito come corretto. Uno studio fatto bene avrebbe dovuto avere un’analisi esterna a dare un giudizio sulle letture fatte, e poi comparare i risultati. A questo va aggiunto che il metodo di punteggio usato indica una scarsa affidabilità nella scala di valutazione. Nello studio spiegano infatti che ogni elemento della lettura medianica viene classificato secondo questa scala:

  • perfectly correct=1
  • somewhat correct= 0.5
  • clearly wrong=-1

Si tratta di un modo di assegnare punti non oggettivo, che può essere facilmente distorto da interpretazioni personali. Inoltre, viene eliminato il somewhat wrong in quanto ritenuto ambiguo ma non il somewhat correct, rendendo a nostro avviso la scala punti sbilanciata verso i positivi. A questo va aggiunto che, anche se un nome può sembrare anonimo, nel nostro Paese molti nomi hanno delle connotazioni regionali e/o culturali che possono dare indizi impliciti da cui partire.

Scarsa trasparenza sulle letture fatte

Leggendo lo studio non si trovano esempi concreti delle affermazioni che sono state fatte dai medium e come siano state valutate per concludere che fossero corrette; senza questo genere di trasparenza sui contenuti delle letture medianiche non è possibile verificare se si tratti di affermazioni vaghe, generiche o altamente interpretabili (come quelle che troviamo negli oroscopi personalizzati, i cosiddetti cold reading*).


*Cold Reading:

è una tecnica usata da sensitivi, medium, cartomanti e mentalisti per dare l’impressione di conoscere informazioni personali su una persona… senza saperne davvero nulla in anticipo.

In pratica, è un insieme di strategie psicologiche e osservazione sottile che sfrutta:

    • il linguaggio vago e universale,

    • la reazione del soggetto (anche solo facciale o corporea),

    • una buona dose di statistica e intuizione.

Un esempio classico, il cartomante ci dice:

“Sento che hai avuto un lutto importante… qualcosa di irrisolto, vero?”

Ma dopo una certa età quasi tutti hanno perso qualcuno o hanno qualche rimpianto. L’affermazione sembra personale, ma in realtà potrebbe valere per chiunque.


Conclusioni fortemente speculative

Le conclusioni dello studio sono riportate in toni che riteniamo essere molto discutibili proprio in base a quanto detto qui sopra: sostenere che “l’unica spiegazione plausibile” sia che i defunti stessi abbiano partecipato alle letture è una conclusione assurda che va ben oltre le evidenze disponibili e sconfina nella pura speculazione metafisica. Anche con dati significativi la scienza richiede che i fatti possano essere replicati, qui invece si passa da dati poco trasparenti a conclusioni che impongono come unica possibilità l’esistenza della vita dopo la morte. Ma come abbiamo cercato di riportare qui sopra, ci sono troppi punti che minano la credibilità scientifica delle conclusioni dello studio.

Per poter accettare quel genere di conclusioni sarebbe fondamentale:

  • Pubblicare i dati grezzi delle letture (con contenuti testuali reali)
  • Usare valutatori esterni indipendenti
  • Replicare lo studio in ambienti accademici terzi

Concludendo

Noi non vogliamo mancare di rispetto a nessuno: se volete credere nella possibilità di comunicare con l’aldilà fate pure, ognuno è libero di credere a ciò che vuole. Detto ciò lo studio, seppur strutturato in modo apparentemente rigoroso, presenta troppi elementi problematici per poterne trarre delle conclusioni forti come quelle riportate. A nostro avviso siamo di fronte a una forma un po’ più scivolosa di cherry picking.

maicolengel at butac punto it

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