L’Alfabeto dei complotti lunari (A-L)
Se ne sono sentite davvero tante, di motivazioni secondo le quali lo sbarco sulla Luna è stato un falso architettato dagli USA per imbrogliare il mondo. Ma nessuna, ripeto nessuna, che abbia mai avuto un fondamento scientifico valido e dimostrato. Ed infatti bastano 4 nozioni base di fotografia, fisica o quant’altro alla portata di una 1° liceo, per capire quanta disinformazione ci sia tra i complottisti. E anche quanta creduloneria e ottusità.
A COME ATMOSFERA
Quella di essere andati in un luogo senza atmosfera, ha permesso di mostrare a tutti l’ulteriore prova a favore della veridicità delle missioni Apollo. La sabbia che ricadeva dalle ruote del Lunar Rover (il veicolo spaziale delle missioni “J2 le ultime tre) senza fare polvere (non c’è aria, quindi le micro parti di sabbia non polverizzano) e la caduta dei graviti nel vuoto come sempre sostenuto da Galileo. L’equipaggio di Apollo 15 fece cadere al suolo contemporaneamente un martello e una piuma: arrivarono a terra contemporaneamente. Provateci sulla Terra dove c’è aria se siete capaci. E proprio l’assenza di atmosfera ha permesso di soggiornare in luoghi con temperature massime oltre 100°C. (Vedi capitolo Temperatura). Infine, dalle immagini della partenza del lem di Apollo 17 si può vedere come tutti i “residui” (pezzi di stagnola del modulo di atterraggio rimasto sulla Luna, polvere e quant’altro) ricadano tutti contemporaneamente, cosa impossibile in presenza di aria o altro fluido.
B COME BANDIERA CHE SVENTOLA
Per far stare aperta la bandiera in un ambiente senza vento, serve una staffa orizzontale posta a sostegno del drappo. La bandiera lunare americana misurava 91 cm di altezza x 152 di larghezza. Provate ora a prendere un palo d’alluminio e sulla sommità, saldateci una barra sempre d’alluminio lunga 1 metro e mezzo. Provate ora a piantare questa “L” rovesciata nella sabbia. Per quanto oscillerà la parte orizzontale superiore lunga 1.50 metri? Se ci fosse una bandiera appesa, l’aria farebbe da “ammortizzatore” aiutando a stabilizzare l’oscillazione in un tempo minore rispetto alla “L” rovesciata senza bandiera. Ma sulla Luna non c’è atmosfera, per cui che ci sia o no la bandiera, la “L” rovesciata continuerà ad oscillare fino alla sua auto stabilizzazione. E’ facile quindi per un complottista di professione (colui che deve vendere libri e riviste in materia di presunti falsi) sostenere che il vento abbia mosso la bandiera facendo credere che siano sulla terra, come se alla Nasa siano tutti fessi da non accorgersi, in un ipotetico falso, del vento in essere (che comunque solleverebbe anche polvere da terra)
C COME CRATERE MANCANTE
La domanda ricorrente è: “perché quando il Lem si stacca dal suolo lunare non lascia un cratere?” La mia domanda è: chi ha mai visto il terreno lunare sotto il motore del Lem al decollo? La risposta è nessuno! Esiste solo 1 filmato di una partenza del Lem dalla Luna. Fu nell’ultima missione Apollo, la 17, che venne ripresa la partenza con una telecamera pilotata da terra e piazzata sul Lunar Rover a 145 metri dal Lem, sufficientemente distante quindi per riprendere la partenza considerando il ritardo Luna-Terra-Luna di circa 2 secondi. E come si può anche chiaramente vedere dal filmato, lo stadio di ascesa del Lem (quello fatto un po’ a “cipolla” tanto per capirci) parte staccandosi dallo stadio di discesa (quello fatto a zampe di ragno) che rimane fermo sopra il terreno. Com’è possibile quindi andare a vedere se c’è un craterino sotto? Inoltre i motori dello stadio di ascesa sparavano sullo stadio di discesa fermo, non sulla superficie lunare, per cui, se mai, il craterino si sarebbe dovuto formare all’arrivo. Diamo qualche numero per far capire qualcosina di più. Quando il Lem è allunato, pesava circa 1500 kg lunari (sulla terra è 6 volte maggiore) a fronte di un motore da 45 KN massimi, con regolazione della potenza tra il 10 e il 60%. Quando è partito, il modulo di ascesa (la nostra bella “cipolla”) pesava poco più di 800 kg lunari (la vostra Panda sulla terra pesa di più) con un motore da 16 KN. Va da se che l’area di allunaggio era già stata spazzata all’arrivo da un motore di potenza tripla rispetto a quello della partenza. Ovvero: che può soffiare un motore da 16 KN in una zona già soffiata da uno di 45 KN anche non a piena potenza, dove tra l’altro sotto non c’è nemmeno il suolo lunare diretto ?
D COME DURATA DEL VIAGGIO
Domanda: ma se dalla Terra alla Luna ci sono circa 400.000 km e se la velocità di fuga era di circa 40.000 km/h perché non ci hanno impiegato 10 ore ma 3 giorni ? (e altrettanti per tornare ?). Chi sospetta il falso adducendo a queste motivazioni dimostra di essere scarso in fisica elementare. Una volta raggiunta la velocità di fuga, la nostra navicella spaziale spegneva i motori e procedeva per inerzia, dato che nel vuoto non c’è attrito da aria. Ma andando “in folle” la Terra faceva sentire la sua forza di gravità, facendo quindi da “freno” all’Apollo. Di mano in mano che essa s’allontanava dalla terra, la forza attrattiva era sempre minore, fino al punto Langrangiano, cioè il punto di equilibrio tra le gravità terra-luna, oltre il quale si entra in gravità lunare. Ma questo punto si trova a 9/10 del percorso, cioè a circa 360.000 dalla Terra e a soli 40.000 km dalla Luna. Quindi 9/10 del viaggio fatti in rallentamento, che portavano a 3 giorni la sua durata effettiva. Domanda: e al ritorno? Avrebbe dovuto trascorrere 9/10 del viaggio accelerando, ma perché ci ha sempre impiegato 3 giorni ? All’andata la decelerazione per 360.000 partiva da una velocità di fuga terrestre di 40.000 km/h. Al ritorno, l’accelerazione partiva da una velocità minore della velocità di fuga lunare di 8.200 km/h in quanto il mezzo veniva rallentato dalla Luna per 40.000 km per poi riaccelerare e raggiungere la velocità massima proprio nella fase di entrata in atmosfera, prima che questa rallenti la capsula fino a 400 km/h.
E COME ENERGIA
In tanti sospettano che sia impossibile lanciare un missile che pesa come 3000 auto utilitarie e sia alto come il Torrazzo di Cremona, il grande campanile di oltre 110 m. d’altezza. Senza addentraci in elaborati conti, che comunque chiunque può fare in quanto i dati tecnici sono tutti disponibili (dopo 45 anni sarebbero i segreti di Pulcinella), pensiamo solo che i 5 endoreattori F1 del primo stadio (S-IC) del Saturno V “spingevano” un totale di circa 34 Mega Newton (MN). Il missile fermo sulla base di lancio esercitava una forza di 3.000 ton. * 9.8 = 29.4 MN. Guarda caso (si fa per dire), i fermi che ancoravano il missile a terra, quelle potenti leve che nelle immagini del decollo si vedono alzarsi liberando il razzo, erano impostate per un rilascio al raggiungimento del 90% della potenza massima dei 5 motori, che era quindi di 34MN*0,9= 30.6 MN appena poco più di 0.1 MN cioè 100 KN di spinta iniziale per garantire lo stacco da terra, il primissimo movimento verso l’alto. Negli istanti a seguire i motori raggiungevano il 100% della loro potenza conferendo ulteriore spinta, quindi velocità, al nostro bel razzo. Ma ogni secondo che passava, il razzo consumava 1790 kg di ossigeno liquido (LOX) e 788 kg di cherosene super raffinato (RP1) ovvero si alleggeriva di oltre 2,5 tonnellate al secondo. E questo si trasformava in ulteriore velocità perché i motori spingevano una massa progressivamente più leggera. Aiutava anche l’allontanamento progressivo dal suolo dovuto al calo della forza di gravità: a soli 1000 m. di quota il razzo risentiva già per l’equivalente di una tonnellata in meno di peso. Se conoscete qualcuno diplomato al liceo scientifico, con una semplice equazione differenziale sarà in grado di calcolarvi di quanta energia in meno necessitasse il razzo via via che si allontanava dalla terra e si alleggeriva di carburante e comburente. Ma siccome la spinta dei motori era costante (tranne che negli ultimi istanti quando il motore centrale veniva spento prima degli altri) a fronte di un minor “sforzo” ne risultava una accelerazione, fino allo spegnimento dei restanti 4 motori dopo soli 6 minuti, a 65 km di quota quando si sganciava il primo stadio e, alleggeritosi così di 2300 ton (senza calcolare la minor forza di gravità) si proseguiva con il secondo fino all’orbita di parcheggio a 180 km di quota dove si sganciava pure il secondo stadio. Ora, senza calcolare l’ulteriore minor gravità, erano altri 480 kg in meno, cioè un alleggerimento di 2780 ton rispetto al decollo. La nostra navicella pesava quindi 220 ton che a 180 km di quota per la minor gravità era come se sulla terra pesasse circa 208 tonnellate. Questa forza era controbilanciata dalla forza centrifuga dovuta alla rotazione orbitale attorno alla Terra. Bastava quindi l’accensione del motore del terzo stadio (da 1 MN di spinta) per circa 7 minuti per schizzare a 40.000 km/h sfuggendo all’orbita terrestre.
F COME FASCE DI VAN ALLEN
Chi sostiene che non sia possibile attraversare le fasce di Van Allen dimostra di non sapere cosa dice, e di parlare per bocca di altri: pessima abitudine. In rete ci sono ampie e divulgative spiegazioni di cosa sono queste fasce e soprattutto di come sono fatte. Si, perché a noi interessa il come: infatti il caso vuole che esse siano toroidali. Cosa significa? Immaginate una camera d’aria di camion gonfia o se preferite la caramella Polo, quella mentina col buco in mezzo, di dimensioni molto grandi con al centro del buco la terra. Ma sui poli tali fasce sono zero. Dunque se io lancio un astronauta dal Polo Nord o Sud, le fasce non esistono. Siccome però le missioni venivano lanciate dalla Florida, si trattava di usare una rotta sufficientemente polare (quanto basta) per ridurre al minimo l’effetto negativo dell’energia di queste fasce in fase di attraversamento.
G COME GRAVITÀ
Chi sostiene che le sequenze girate sulla Luna siano frutto di un film girato sulla Terra e mandato al rallenty non conosce la fisica elementare, quindi probabilmente manco è andato a scuola. Se io infatti faccio un filmato di una persona che sulla Terra cammina sulla sabbia (o di un mezzo che viaggia su un terreno sabbioso) e lo rallento, tutti i movimenti, dico tutti, saranno ovviamente rallentati. Ma sulla Luna erano “rallentati” (dalla minor gravità terrestre) esclusivamente i movimenti che riguardavano appunto la gravità. Come per esempio camminare o saltellare, oppure la ricaduta della sabbia. Ma se io sposto un braccio da destra a sinistra, l’unico “impedimento” sarà dovuto all’ingombro della tuta spaziale (e del sottotuta) ma non certo della gravità. Va da se quindi che sarebbe impossibile fare un rallenty che tenga conto solo dei movimenti relativi alla gravità. Ovvero, forse oggi Hollywood con i suoi computer potrebbe anche farlo, ma non certo lo si poteva fare tra il 1969 e il 1972. Per esempio dalle immagini volutamente rallentate del mezzo lunare (il Lunar Rover) che sulla Luna viaggiava a 4-5 km/h sebbene potesse spingersi fino a 15 km/h, avrebbero mostrato una velocità molto minore. Mentre invece minore erano solo i “sobbalzi” che faceva in quanto dai 210 kg (+180+180 dei 2 astronauti con relative tute) che pesava sulla Terra diventava di soli 35 kg (+30+30 sempre i due astronauti con relative tute).
H COME HANNO
Hanno nascosto la verità. Ci vogliono far credere che… Sono stati capace di… Non ci dicono che… Ci tengono nascosto che… L’impersonale nei complotti dilaga. Ovviamente! Quando non si sa cosa dire si rimane sul vago. Sperando di raccogliere creduloneria collettiva in giro. E già perché bisogna essere davvero sprovveduti per credere a soggetti impersonali, luoghi e fatti imprecisi. Una fonte autorevole cita sempre nomi e cognomi, dettagli e quant’altro, proprio per permettere a chiunque di fare le opportune verifiche. La Nasa, all’epoca non doveva convincere il mondo dello sbarco lunare, ma battere i sovietici. E basta. Solo questo contava, al punto che un anno dopo hanno deciso lo stop a tutto per i costi esorbitanti non più necessari (i sovietici erano battuti). Chissà mai che i primi a portare le prove del falso sbarco fossero mai stati proprio i sovietici ? (Vedi capitolo Russi). Serve molta presunzione, per sostenere una verità negata persino dai nemici (e dai mezzi che disponeva e che dispone) del tempo che fu.
I COME INFORMAZIONE
Chi sostiene in maniera assidua il falso allunaggio, per sostenere le sue teorie, dà errate informazioni. Se così non fosse, non potrebbe sostenere ciò che sostiene. Nessun fisico ha mai messo in dubbio le missioni Apollo. Nessun ingegnere aerospaziale. Solo giornalisti, scrittori ed editori, semplicemente perché devono vendere le loro pubblicazioni. Chi crede a queste teorie complottiste non è mai andato a farsi 4 calcoli di fisica elementare, roba da I liceo, per verificarne la veridicità. Ho visto persone parlare di “Astronavi madre” degne più di un cartone animato di Jeeg Robot che non della realtà (non esiste nessuna astronave madre alla Nasa). Ho letto di altre persone mescolare il falso lunare con gli “Illuminati”, con la massoneria, con il gruppo “Bilderberg” e addirittura con la provvidenza divina, dichiarando persino che “quello che ci ha insegnato la scuola potrebbe non essere vero”. Certo, ognuno può raccontare e sostenere la propria verità, ma mettere in discussione l’informazione scolastica (e di conseguenza quella scientifica) fa capire quanti interessi economici ci siano dietro un complotto. Poi, sta nell’intelligenza di ognuno di noi capire se ascoltare i libri di fisica o gli “illuminati”.
Per la seconda parte dovrete attendere domani…
Della Luna e dei complotti su Butac avevamo parlato altre volte:
- Il complotto dell’Apollo 20
- L’astronauta delle missioni Apollo e gli alieni
- L’Apollo 11 e il filmato scomparso
- Ominidi sulla luna
Lola Fox
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