L’ameba mangia cervelli
D’estate è abbastanza normale andare nei parchi acquatici, fa voglia a tutti, chi resta in città se ne ha nelle vicinanze li sfrutta per sfuggire alla calura, chi è già al mare ci va per provare quel brivido in più. Il rischio quindi a far circolare una notizia con un titolo come questo:
AMEBA-MANGIA CERVELLO NELLE PISCINE. MORTO UN RAGAZZINO: CHIUSO ACQUAPARK. E’ ALLARME
…accompagnato da una foto che ritrae un parco acquatico con scivoli e piscine come questa:
…significa fare sciocco allarmismo (È ALLARME, mancano solo i punti esclamativi)!
Specie quando andando a cercare per bene salta fuori che sì, la notizia è vera e recente, ma il parco in questione è questo:
Ovvero un lago artificiale, dove migliaia di americani passano l’estate a fare kayak e rafting nel canale artificiale di ricircolo più grande del mondo. Questo Whitewater river purtroppo di white ha proprio poco visto quanto spiega l’emittente CBS :
The rushing water channels at the U.S. National Whitewater Center had become so murky with debris that the chlorine and ultraviolet light that might have killed the Naegleria fowleri amoeba didn’t work.
Ovvero:
I canali d’acqua che scorrono presso il US National Whitewater Center sono diventati così torbidi a causa di detriti che il cloro e raggi ultravioletti che potrebbero aver ucciso l’ameba Naegleria fowleri non hanno funzionato.
Il parco è stato chiuso, verrà riaperto solo dopo che saranno state verificate le condizioni dei depuratori. Ma quello che è importante spiegare è che (sempre da CBS news):
The amoeba is very common in lakes and other kinds of warm, fresh water, yet it’s very rare that it will make anyone sick, said Dr. Thomas Kerkering, chief of infectious diseases cat Virginia Tech Carilion School of Medicine in Roanoke, Virginia. The amoeba won’t infect a person who drinks or swallows water containing it, and must enter the body through the nose to cause harm.
“Where most people get it is when they wipe out waterskiing and the water goes up their nose,” Kerkering said.
The odds that the organism will cause the dangerous, brain-eating disease are just about chance, Kerkering said, since some people jumping into the water might contract the illness while most others don’t.
Che tradotto:
L’ameba è molto comune nei laghi e in altri luoghi dove si trovi acqua fresca con temperature tiepide, ma è molto raro che infetti qualcuno, ha detto il dottor Thomas Kerkering, capo del dipartimento malattie infettive della Virginia Tech Carilion School of Medicine a Roanoke. L’ameba non infetta una persona che beve o inghiotte l’acqua che lo contiene, deve entrare nel corpo attraverso il naso per causare danni.
“Dove la maggior parte la gente si ammala è quando viene sollevata acqua con gli sci d’acqua e la stessa va dentro al naso”, ha detto Kerkering.
Le probabilità che l’organismo provochi l’infezione al cervello sono casuali, Kerkering ha detto, dato che alcune persone che saltano in acqua potrebbero contrarre la malattia, mentre la maggior parte degli altri non lo fanno.
Guarda caso nello stesso articolo un amico della ragazza morta da poco racconta che probabilmente è successo mentre facevano rafting, durante uno dei tre giri effettuati il gommone si è ribaltato in un punto e tutti sono caduti in acqua, l’unica che ne ha avuto conseguenze è stata lei.
Io voglio sperare che filtri e sistemi di depurazione dell’acqua negli acqua parchi italiani siano attentamente controllati, trovo sciocco lanciare un’allarme come questo, sia per chi lavora nel settore che può venirne penalizzato, sia per chi frequenta le piscine e ora ha l’ansia da “mangia cervelli”.
Anche perché come spiega Wikipedia italiana:
Anche il nuoto in piscina costituisce un fattore di rischio, nel caso in cui le acque e i filtri della stessa non vengano puliti con accuratezza e regolarità. Fondamentale è, altresì, una adeguata clorazione dell’acqua (una concentrazione di cloro di 0,5 mg/l è, in genere, un presidio profilattico sufficiente).
E sempre da Wiki:
È da segnalare comunque che l’infezione da Naegleria fowleri sembra essere un evento relativamente raro. In Italia è stato finora segnalato un unico caso[1].
È allarme? No, solo sensazionalismo a caccia di click.
Ma d’altronde è estate, i giornalisti sono in ferie, e in redazione si raschia il fondo del barile per tirare su qualche migliaio di lettori. Attendiamo gli allarmi per nubifragi, lo squalo assassino, le previsioni per l’inverno più gelido degli ultimi vent’anni e così via.
maicolengel at butac punto it
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