Le 10(?) domande di Matteo Gracis

...con 8 risposte regolarmente dotate di fonti.

Il 22 maggio a Bologna si è tenuta l’ennesima manifestazione antiscienza, col il beneplacito del Comune, sotto l’occhio del nostro Nettuno, davanti a Palazzo Re Enzo.

Tra i vari interventi che ci sono stati nell’arco della manifestazione ce ne è uno che ritengo interessante riportare anche qui su BUTAC, lo trovo interessante perché chi parla è un giornalista indipendente, un personaggio che in un anno e mezzo ha guadagnato tantissima popolarità. Come diceva sempre zio Ben “da un grande potere deriva una grande responsabilità”, quindi più aumenta l’esposizione mediatica del giornalista indipendente più ci sentiamo in dovere di verificare quello che dice.

Il giornalista di cui parlo è come avrete capito dal titolo è Matteo Gracis, che già a ottobre 2020 mi scrisse che sarebbe stato costretto a intraprendere un’azione legale per tutelarsi da quello che scrivevo su BUTAC.

Comunque non siamo qui per rivangare il passato, Matteo da allora è cresciuto, ha fondato un giornale ed è sempre più attivo con la sua pagina di lotta alle bufale, dove finora l’autrice più prolifica è una nostra vecchia conoscenza.

Matteo a Bologna ha fatto un elenco di domande che credo sia interessante riportare qui, grazie ai potenti mezzi di YouTube non è stato complesso farlo.

Il suo monologo, dopo una breve introduzione, comincia raccontando che:

Per la giornata di oggi mi sono immaginato di trovarmi di fronte a uno dei nostri ministri, a uno dei nostri politici, o a qualche esperto di scienza per poterlo finalmente intervistare in prima serata. Ecco allora mi sono appuntato queste dieci domande che in realtà hanno tutte un unico cappello ovvero: perché non c’è più nessuno che domanda? … questi sono i 10 perché che rivolgerei a qualunque e rappresentante delle istituzioni che da un anno e mezzo decide di condizionare così pesantemente la nostra vita.

Su una cosa posso essere d’accordo con Matteo, i due governi che si sono trovati ad affrontare la pandemia (prima Conte e ora Draghi) dal punto di vista comunicativo hanno fatto pena, ma pena davvero. Nessuno ha studiato campagne informative valide, nessuno ha informato la popolazione in maniera precisa e responsabile. Si è lasciato tutto ai divulgatori, che spesso lo fanno nel loro tempo libero e su iniziativa personale con tutto ciò che questo comporta, e ai giornalisti, che come ben sappiamo fanno informazione un tanto al chilo da anni. Certo, ci sono le eccezioni, ma non bastano.

Vi ho messo le domande una dietro l’altra cercando di far sì che risultassero chiare, risultato non sempre facile da raggiungere quando si trascrive dal parlato:

  • 1) Perché nonostante stiamo entrando nell’era delle pandemie no? Come hanno detto prima di me, ce l’ha detto l’Europa, non si è mai parlato un singolo giorno dell’importanza del sistema immunitario, perché? Dello stile di vita, dello sport, dell’alimentazione perché?

Partiamo con una prima inesattezza: in realtà tra gennaio e marzo 2020 sono tantissime le testate che hanno dato “ricette” su come rafforzare il sistema immunitario e sull’importanza dello stesso. Il Ministero della Salute aveva dato a marzo 2020 suggerimenti proprio per rafforzare le difese immunitarie e il nostro corpo. Suggerimenti che comprendevano sia consigli alimentari che sportivi. Lo stesso avevano fatto svariate testate giornalistiche intervistando medici e nutrizionisti.

  • 2) Perché non si è mai pensato di tutelare le fasce deboli ovvero gli anziani e di lasciar vivere tutto il resto della popolazione? Perché è l’Istituto superiore della sanità che ci dice che la media dei decessi per covid in italia è 80 anni su soggetti con 3 o più patologie, allora è giusto difendere gli anziani, ci mancherebbe altro, sono la nostra storia, le nostre radici, però sono anche il nostro passato e non si può pensare di castrare il nostro futuro per tutelare il nostro passato, è un ragionamento schizofrenico.

Questo è un esempio da manuale di disinformazione paracula. Perché Matteo non sta dicendo nulla di sbagliato: è vero, la fascia dove si ha la più alta mortalità è quella degli anziani. Il problema della pandemia però non è solo il numero dei decessi, ma soprattutto le tantissime ospedalizzazioni e le conseguenze a breve, medio e lungo termine per chi si è ammalato. Quelle non riguardano solo gli 80enni: le terapie intensive in quest’anno e rotti si sono riempite anche di tante persone più giovani, a volte molto più giovani, gente che non è ancora fuori dal mondo del lavoro, gente che fa parte del tessuto produttivo e sociale del nostro Paese.

Detto ciò, quello che Matteo evita accuratamente di spiegare – ma in questo è in ottima compagnia – è che il lockdown non sono stati fatti per tutelare anziani o persone di una qualsiasi fascia d’età in particolare, ma per tutelare gli ospedali, strutture che stavano arrivando al collasso a causa dell’alto numero di pazienti ospedalizzati. Pazienti che non sono tutti morti come qualche simpatico influencer vorrebbe farvi credere. I morti una volta morti non pesano più sul nostro SSN, i malati e i guariti che soffrono le conseguenze del long covid sì. Ha davvero senso prendere come unico metro di valutazione il numero dei decessi?

  • 3) Perché adesso la narrazione è che grazie ai vaccini stanno calando i contagi, nel momento in cui un anno fa senza vaccini i numeri erano gli stessi se non migliori?

Questa è una di quelle domande a cui chiunque con un minimo livello di spirito critico è in grado di dare una risposta in pochi secondi, curioso che la faccia perché non riesce a capirne il motivo proprio l’ottimo giornalista Matteo Gracis. Vedete, un anno fa il numero dei tamponi che venivano fatti era meno della metà di quelli che facciamo oggi. Il paragone lo si può fare con ottobre, quando il numero di tamponi giornalieri è arrivato ad essere simile a quello attuale. Ed è proprio da lì che si capisce la differenza fatta dal vaccino.

Grafico preso dall’ottima pagina dedicata al Covid in Italia de Il Sole 24 Ore

Inoltre come spiegato da alcuni lettori nei commenti l’anno scorso il lockdown era stato generale e molto più restrittivo di quest’anno e le temperature medie molto più alte. Insensato il paragone.

  • 4) Perché nessuno dei miei colleghi in televisione cerca di porre una riflessione e chiedere? È troppo comodo dare la colpa di tutto quello che è successo e sta succedendo a un virus. La colpa non è di un virus ma della sua gestione, è  completamente diverso. Ecco qua non stiamo parlando di negazionismo, di complottismo, è una critica politica, penso anche lecita nel momento in cui ha modificato così tanto le nostre vite.

Qui la domanda è un filo confusa: se si parla di critica politica si intende che riguardi il nostro governo, ma la gestione della pandemia è stata fatta in maniera simile in larga parte del mondo, perlomeno quello colpito in maniera più grave dall’emergenza sanitaria. Non tutti i Paesi del mondo hanno avuto gli stessi danni e le stesse misure di contenimento, siamo tutti d’accordo su questo. Ma in occidente quasi tutti abbiamo fatto lockdown, quarantene, distanziamenti, regolamenti sulle mascherine. Qui su BUTAC abbiamo cercato più volte di fare chiarezza in merito, mi pare di capire che Matteo non ci legga con costanza. Peccato, potrebbe dire anche alla sua amica Enrica di farlo, potremmo esserle utili.

  • 5) Perché continuiamo a mandare in televisione ogni giorno questi esperti virologi che si contraddicono tra di loro e da un anno e mezzo continuano a cambiare versione dei fatti?  Uno dice “ho l’ospedale pieno di pazienti con varianti del covid” e il giorno dopo viene smentito dal suo stesso ospedale…

Beh la domanda in questo caso nella prima parte è corretta, e concordo con Gracis, ma la colpa qui è dei colleghi di Matteo, giornalisti con tanto pelo sullo stomaco che sono interessati solo all’audience. E l’audience la si fa con le contraddizioni, col sensazionalismo, con le esagerazioni. Quindi con virologi che dicono tutto e il contrario di tutto, a cui si è continuato a dare spazio anche dopo essersi resi conto che stavano contribuendo in maniera sostanziale all’infodemia dilagante. L’esempio di Gracis però è la classica buccia di banana. Infatti Galli non ha mai detto “il mio ospedale è pieno e sono tutti casi con la variante” La trascrizione della sua dichiarazione a TgCom24 è questa:

Intervistatrice: Com’è la situazione nel suo reparto qui al Sacco di Milano per quanto riguarda le varianti e la variante inglese in particolare?

Prof.Galli: Certamente ne abbiamo e ne abbiamo in una misura importante, per quanto riguarda però l’essere o non essere pieni è una questione di tempo.

L’intervista presenta moltissimi tagli, la frase “il mio ospedale è pieno di casi di nuova variante” che viene usata da tutti come titolo non è però stata detta. Galli stava spiegando che aveva casi di variante inglese e che sarebbe stata questione di tempo prima di avere ospedali pieni di quella variante. La smentita del Sacco è basata sul virgolettato usato dai giornalisti, e sui dati in mano ai dirigenti del Sacco, dati che risalivano al 4 febbraio. Il Prof. Galli parlava basandosi sui dati raccolti dal suo laboratorio all’interno del Sacco, perché sono loro che si occupano di fare i test e analisi. I suoi dati erano aggiornati al 15 febbraio. 11 giorni in casi come questo possono fare la differenza. Tutte informazioni che bastava fare due ricerche per verificare.

  • 6) Perché in televisione, sui giornali nazionali nelle radio, nessuno parla di questo grande reset? Non è una teoria cospirazionista, l’hanno citata anche prima, è un programma che fa parte dell’agenda politica presentato dal world economic forum in cui assistiamo alla sua messa in atto giorno dopo giorno alla velocità della luce grazie a una pandemia.

Cosa vuol dire non se ne può parlare? Ma siamo seri? Great reset è il titolo dato al 50esimo meeting del World Economic Forum, non c’è nulla di segreto. Il sito del WEF spiega tutto per filo e per segno, è questo il modo di nascondere qualcosa che viene fatto in segreto? Chi sfrutta il tema del WEF per diffondere disinformazione sono i cospirazionisti, che danno a intendere ci siano cose losche sotto. E non lo dico io, ma lo spiegano gli stessi colleghi di Matteo, colleghi un attimo più titolati a parlare, come i giornalisti del New York Times, della BBC, del Guardian ecc ecc. La teoria cospirazionista del Grande Reset, quella per cui c’è sotto qualcosa di losco come fa supporre Matteo, viene direttamente da QAnon, e dall’estremismo di destra americano. Matteo dà a intendere che la pandemia serva a mettere in atto le idee di questo Grande Reset, ma è il contrario: la Grande Reset Initiative del WEF è stata teorizzata proprio perché eravamo in una pandemia. Il “grande ripristino”, se proprio vogliamo, lo potremmo definire una conseguenza della pandemia, non il contrario. E nessuno fa finta che non esista, dare a intendere che sia qualcosa di cui non si può parlare serve solo alla narrazione cospirazionista. Se ne parla tantissimo, ed è materia su cui i governi discutono ormai da un anno. Ne hanno parlato i giornali, anche in Italia, e se ne sono occupati pure siti di fact-checking come FACTA. Ma Matteo ha il suo sito di fact-checking, che ci racconta le cose come piace a lui. Non importano i fatti, basta che siano credibili…

  • 7) Perchè nessuno si preoccupa che abbiamo creato un popolo di ipocondriaci? Siamo un popolo di ipocondriaci ma nessuno pare  preoccuparsi di tutto questo. Ci vorranno decenni per uscire da questo virus che non è il Sars-Cov-2, che personalmente non ho mai negato, ma il vero virus è quello della paura. Perché il problema più grande signori, che è qui da più di un anno, la stragrande maggioranza della popolazione italiana, la paura ha superato la voglia di vivere, e allora si è già morti quando succede una cosa del genere.

Mi avete fatto notare che avevo saltato questa domanda, ammetto che l’avevo saltata a più pari perché è una di quelle domande che ritengo inutili e senza possibile risposta. Intanto andrebbe verificato se davvero sia così: io posso raccontare la mia esperienza che è che, a parte usare la mascherina quando obbligatorio, non ho aumentato la mia ipocondria, e lo stesso in famiglia. Ci siamo preoccupati per nostri parenti quando sono stati male, ma la cosa è finita lì. Non vedo una generazione di ipocondriaci, i ragazzi qui a Bologna, appena si sono allentati i controlli, hanno ricominciato a uscire, senza locali dove andare fanno feste a casa di amici ma sono tutt’ora attivi, non chiusi in casa con l’ansia. Certo, abbiamo capito sulla nostra pelle che un’epidemia seria può fare grossi danni, ma la maggior parte ha compreso come difendersi e tanti hanno riscoperto il piacere di stare di più coi loro cari. Vedo tantissima voglia di vivere in giro, ma evidentemente non frequento le stesse zone del Gracis dove “la paura ha superato la voglia di vivere”.

  • 8) Perché si continuano a ignorare gli evidenti conflitti d’interessi che ci sono, uno fra tutti: l’Agenzia europea per il farmaco ovvero coloro che dovrebbero essere preposti a dire se un farmaco può andare in commercio o no, compreso un vaccino. E la gente pensa beh, da chi vuoi che sia finanziata? Sarà finanziata da noi con le nostre tasse perché deve essere un ente indipendente, no? All’84% è finanziata dalle case farmaceutiche, ma che credibilità può avere, e come faccio io a fidarmi di un ente del genere?

Niente, Matteo a dire le cose come stanno proprio non ci riesce, basta andare sul sito dell’EMA, che riporta:

Per il 2021, il budget totale dell’Agenzia europea per i medicinali (EMA) ammonta a 385,9 milioni di euro. Circa l’86% del bilancio dell’Agenzia deriva da commissioni e oneri e il 14% dal contributo dell’Unione europea (UE) per questioni di sanità pubblica e meno dell’1% da altre fonti..

Certo che quei diritti e oneri sono pagati dalle case farmaceutiche, ma sono appunto spese, come spiega sempre l’EMA nella stessa pagina:

L’Agenzia addebita una commissione per l’elaborazione delle domande di aziende che vogliono portare un medicinale sul mercato. Inoltre addebita commissioni per servizi relativi alla commercializzazione di medicinali nell’UE in settori quali consulenza scientifica , ispezioni e definizione di limiti massimi di residui.

Quindi quel 86% (non 84) non sono fondi versati volontariamente come finanziamento, bensì spese coperte dalle case farmaceutiche per la valutazione dei farmaci proposti. Si tratta di cose completamente diverse, e tra l’altro questo meccanismo garantisce anche che le case farmaceutiche propongano i prodotti solo quando sono certe della loro validità, per non vedersi negare l’approvazione e poi doverne richiedere un’altra. E sono sicuro che Matteo lo sappia bene. O preferirebbe che fossero i cittadini a pagare le spese per la valutazione dei farmaci, magari molteplici richieste per ogni prodotto?

  • 9) Perché il governo continua a  ostruzionare (sic) le cure domiciliari? Perché? Ci devono dare una risposta! Hanno fatto un ricorso per tornare al paracetamolo e la vigile attesa senza una motivazione e nessuno che gli fa questa domanda…

Voi che leggete BUTAC sapete bene che siamo di fronte all’ennesimo tentativo di disinformazione. Non è mai stata Tachipirina e vigile attesa, e non esiste un “protocollo di terapie domiciliari” che abbia visto un calo di ospedalizzazioni e morti. Non c’è nessun interesse a fare ostruzionismo alle suddette terapie, se ci fossero prove che funzionano saremmo tutti molto contenti. A oggi però quelle prove non sono mai state presentate, la motivazione che ci viene data più spesso quando ci troviamo a parlare con i sostenitori di queste terapie sui social è che i medici che le propongono non abbiano tempo per raccoglierle perché dedicano le loro giornate a salvare vite, ma intanto per manifestazioni e conferenze il tempo lo si trova sempre, come lo si è trovato per interviste sui giornali e alla tanto disprezzata televisione mainstream. Nel frattempo l’unico studio su cui si appoggiano tutti è quello dell’Istituto Mario Negri, un pre-print che non fornisce protocolli di alcun genere e che non porta particolari evidenze scientifiche a supporto per sua stessa ammissione, e la pandemia va avanti, e la gente continua a morire.

Siamo arrivati alla fine, e abbiamo un ultimo problema: Matteo a inizio video ci diceva che sarebbero state dieci domande, io nel suo monologo non ne ho trovate più di otto, e anche quelle otto in certi casi ho fatto un po’ di fatica a estrapolarle dal resto di quanto diceva. Il video lo trovate qui, con anche la trascrizione del testo. Vi prego, se le trovate segnalatemi le due domande che mi sono sfuggite.

maicolengel at butac punto it

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