Le censure della Disney e il politically correct
AGGIORNAMENTO DEL 27 GENNAIO 2021
Alcuni profili social, grazie ad articoli malfatti, stanno sostenendo che la Disney stia ulteriormente censurando i propri cartoni animati, non è così, sono solo state introdotti dei limiti d’età per alcuni dei loro cartoni visto i contenuti che includono stereotipi razziali oggi decisamente meno tollerati. Disney non ha eliminato quegli stereotipi, ha fatto precedere i film dal comunicato che trovate più avanti nell’articolo qui sotto, e in certi casi ha messo un suggerimento d’età per vederli oltre i sette anni (e magari con un genitore accanto che spieghi ai bambini come e perché quegli stereotipi sono errati).
L’importante è appunto evitare facili sensazionalismi come ho visto fare ad alcuni soggetti. Non c’è nessuna censura e nessun vero divieto, solo un parental control, per far sì che quei cartoni non possano essere incidentalmente visti da un bambino senza un genitore che gli spieghi il problema nella rappresentazione dei personaggi critici.
Mi è arrivata una segnalazione che avevo già trovato anche in alcuni messaggi in gruppi WhatsApp. Il testo ricevuto è questo qui sotto:
Alcuni film cult della #Disney verranno “restaurati” togliendo immagini che possono, ad oggi, “urtare la sensibilità” di qualcuno. • i corvi in #dumbo richiamano troppo i neri d’America – sfondo razzista . Via • i gatti siamesi in #lillieilvagabondo richiamano il razzismo degli europei verso i cinesi. Via • gli indiani in #Pocahontas fanno il verso agli indiani d’America. Via Tutto questo perché ai bambini di oggi potrebbe arrivare un messaggio sbagliato. Spiegarlo invece no eh? Ma nn era tutto molto più bello prima, quando si guardavano i cartoni animati senza condizionamenti esterni, solo così, per il piacere di guardare un cartone animato in famiglia? E ne vogliamo parlare di #pollon che era una drogata,di #robinhood che era un ladro, o di #occhidigatto, tre sorelle ladre che han fatto un patto? Censuriamo anche questi.
Onestamente credo che chi l’ha scritto abbia un forte disagio funzionale. Visto che paragona grossi stereotipi razziali a elementi chiave di una narrazione (a parte Pollon eh). Non capire come voler eliminare battute e scene chiaramente razziste sia ben diverso dal voler cancellare Occhi di gatto perché le tre protagoniste erano ladre significa davvero non aver capito un cazzo, eh.
Ma veniamo al punto: è vero che l’anno scorso si vociferava che sarebbero state rimosse alcune scene da alcuni classici Disney, scene ritenute offensive oggi. Ma i fatti non sono andati esattamente così. La Disney, infatti, dopo svariate lamentele, ha deciso che invece che rimuovere delle scene, ogni film che ne ha di sensibili viene preceduto da un avvertimento:
This programme includes negative depictions and/or mistreatment of people or cultures. These stereotypes were wrong then and are wrong now. Rather tham remove the contenet, we want to acknowledge its harmful impact, learn from it and spark conversation to create a more inclusive future together…
Esiste anche in italiano la stessa schermata:
Questo programma include rappresentazioni negative e/o trattamenti errati nei confronti di persone o culture. Questi stereotipi erano sbagliati allora e lo sono oggi. Invece di rimuovere questo contenuto, vogliamo ammetterne l’impatto dannoso, trarne insegnamento e stimolare il dialogo per creare insieme un futuro più inclusivo. Disney si impegna a creare storie con temi ispiratori e aspirazionali che riflettano la ricca diversità dell’esperienza umana in tutto il mondo. Per ulteriori informazioni su come le storie hanno avuto un impatto sulla società, visita il sito www.Disney.com/Storiesmatter
Quindi si è fatto esattamente quello che veniva richiesto nel post che sta girando in rete: Spiegarlo invece no eh?
I film colpiti dall’intervento sono:
- Lilli e il Vagabondo, per la scena coi gatti siamesi raffigurati con stereotipo anti asiatici, e c’è una scena con i cani che hanno diversi accenti in base ai Paesi da cui provengono.
- Gli Aristogatti, anche qui abbiamo un gatto siamese che è disegnato apposta per ridicolizzare i caratteri asiatici stereotipati.
- Dumbo, qui abbiamo i corvi che aiutano Dumbo, con accenti (anche in italiano) che ridicolizzano i neri, e poi il corvo capo si chiama Jim Crow, dalle Jim Crow Laws, le leggi che servirono a creare e rinforzare la segregazione razziale (oltretutto sia qui che nei casi precedenti le voci sono state date da attori bianchi, sia nelle versioni inglesi che italiane).
- Il libro della giungla, Re Luigi ha scarse capacità nel parlare, ma canta bene Dixieland, ed è molto pigro. Tutti stereotipi da nero. Anche lui doppiato ovviamente da bianchi.
- Peter Pan, qui lo stereotipo è nei confronti degli indiani d’America, definiti pellerossa, più volte.
- I racconti dello zio Tom, uno dei cartoni più controversi, pur avendo vinto un Oscar. La storia dà a intendere che i neri fossero felici di lavorare come schiavi nelle piantagioni di cotone. Il film in questione non è sulla piattaforma Disney+ e non è mai stato pubblicato in versione home video per il mercato americano. In Europa ha circolato, ma oggi quel film non trova spazio su Disney+ nemmeno in Europa.
Non credo sia necessario aggiungere altro.
maicolengel at butac punto it
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