Leggende urbane ed economia fascista
Su BUTAC non facciamo politica. Ogni tanto la grande industria della disinformazione ci costringe ad affrontare argomenti che andrebbero trattati con meno superficialità, ma andiamo a scovare la disinformazione o bufala, non il merito politico. Purtroppo vedo a fasi alterne girare delle immagini che inneggiano alle grandi qualità di economista del Duce e di come bisognerebbe agire come lui per risanare l’Italia. Ne ho riportati un paio, ma immagino che ce ne siano a centinaia. Ora, non c’è modo che possa convincere una persona di estrema destra di quanto sia stato un personaggio negativo, ma c’è gente che condivide o viene a contatto con queste informazioni parziali e faziose e finisce per credere a quello che dicono perché è faticoso andare a cercare la verità.
C’è gente che non sa neanche chi sia il Presidente del Consiglio (beh in questo momento un po’ nessuno) o il Presidente della Repubblica, e giocare sulla immagine super riconoscibile del Duce può portare solo danni a chi non mastica di politica.
Sia la leggenda delle biciclette che il pareggio del 1924 (e partiamo malissimo perché è successo nel 1925 e in altra data) calcano la mano sul concetto fondamentale che il governo fascista fu in grado di pareggiare il bilancio dello Stato mentre i governi attuali siano degli inetti. Che ci sia riuscito non c’è dubbio, ma era già successo prima che Mussolini salisse al governo (fu Minghetti a realizzarlo) nel 1876. Quindi dovremmo replicare anche le politiche economiche di due secoli fa? Perché non facciamo una bella immagine di Minghetti?
Per la par-condicio eccolo:
All’inizio del Ventennio l’Italia arrivava da un periodo di indebitamento causato dalla Guerra Mondiale e furono adottati dei provvedimenti corretti come le liberalizzazioni e la riduzione delle spese, e l’espansione industriale aiutò moltissimo, ma è possibile secondo voi paragonare l’economia di inizio Novecento con quella attuale?
Come ogni disinformazione che si rispetti è più importante quello che si sta dimenticando di dire, e cioè che negli anni successivi andò tutto in vacca: la crisi mondiale in parte e il disinteresse del Duce per l’economia, molto più interessato a fare la guerra, portarono il bilancio in negativo vanificando tutti gli sforzi fatti. La politica di autarchia messa in atto limitò moltissimo le importazioni e le esportazioni, politica totalmente inapplicabile oggi. Oltre ad aver causato la distruzione della nazione nella Seconda Guerra Mondiale.
Citando Totò: “L’operazione è riuscita, ma il paziente è morto”.
Che Mussolini abbia o meno rinunciato al suo stipendio è irrilevante, essendo stato un dittatore: dubito che le sue spese personali fossero proporzionate al suo stipendio e il “dover finanziare una guerra” fu proprio quello che portò a rovinare quello che aveva fatto (per Mussolini era inconcepibile che non si facessero guerre, erano nella natura dell’uomo).
A parte i primi anni, non è vero che le tasse non furono aumentate, un po’ alla volta nuove tasse colpirono gli italiani e la lira che aveva inizialmente rafforzato venne svalutata più volte per poter tirare avanti. In parole povere davanti alle difficoltà il governo prese di volta in volta decisioni diverse e logicamente variavano anche di molto in base al momento storico. Non si può dire “Mussolini non aumentò le tasse”.
Non sono riuscito a trovare nessuna conferma sulla fiaba delle biciclette. Anzi a un certo punto per spingere l’industria dell’automobile si mise una tassa sulle bici e, almeno in alcune grandi città, si cominciò a limitarne l’uso. Sull’effettivo risparmio di questa manovra, come prima, pesa il non detto: a chi è stata tolta l’auto? Quante erano le auto? Furono risparmiati miliardi di lire? Se parliamo di miliardi di lire (ne considero almeno due per essere plurale) del 1925 parliamo di circa 1.5 miliardi di euro oggi. Al 2012 la spesa per auto blu e auto grigie in italia è stato di circa 1 miliardo di euro, quindi dobbiamo dedurre che negli anni Venti in Italia c’erano più auto pubbliche che adesso? Vi sembra possibile? E cercando tra i documenti del parlamento di quegli anni ho trovato stanziamenti per le automobili al servizio del Governo…
Insomma, nel periodo fascista sono state introdotte tante innovazioni come leggi sulla tutela del lavoro, l’istituzione dell’INPS e INAIL, la tutela delle famiglie numerose e così via, ma ha senso paragonare le scelte fatte quasi cento anni fa a quelle attuali? Non è corretto né economicamente né storicamente. Conosciamo tutti la classe politica che abbiamo e abbiamo avuto finora e capisco che ci sia delusione, ma un modello che è crollato su se stesso non è il miglior modello.
La prossima volta che vi imbattete in un’immagine che inneggia alla saggezza del Duce e di quale potrebbe essere la salvezza dell’Italia fatevi una ricerca sulla storia del fascio.
Spolier: il Duce è morto, quindi o siamo fottuti o bisogna cercare un’altra soluzione.
Ricordatevi di amare col cuore, ma per tutto il resto di usare la testa.
neilperri @ butac.it
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