Legittima difesa e difesa politica
Un approfondimento sulla vicenda di Walter Onichini
Ci sono articoli che vanno scritti anche quando non siamo di fronte a bufale, vanno scritti come ha detto uno dei lettori che ci ha segnalato questa vicenda perché, anche se non è proprio una bufala, ma dovrebbe essere classificabile come “facciamo chiarezza”.
E il nostro lettore ha pienamente ragione, qui è importante fare chiarezza.
Sul Gazzettino è uscito un articolo che titola:
Onichini in carcere, Fratelli d’Italia chiede la grazia a Matterella. La moglie e i figli davanti al penitenziario
L’articolo racconta di come la Lega e Fratelli d’Italia siano al fianco di Walter Onichini, macellaio che nel 2013 sparò e ferì uno dei ladri che erano entrati nel suo giardino per rubargli l’auto. Ci racconta il Gazzettino:
«Andrò a trovarlo in carcere», ha detto Matteo Salvini che domenica e lunedì è atteso in Veneto per la campagna elettorale delle prossime Comunali. Ma i meloniani lo batteranno sul tempo: non solo i senatori di Fratelli d’Italia, il bellunese Luca De Carlo (che è anche coordinatore veneto del partito) e il bolognese Galeazzo Bignami, si recheranno in carcere a Venezia già domani, alle 11, ma l’azione politica punta al Quirinale: «Stiamo valutando se esistono i presupposti per chiedere al presidente della Repubblica la grazia – ha detto De Carlo -. Non è tollerabile assistere ancora al paradosso tutto italiano che vede chi si difende in galera e chi delinque in libertà».
Capiamoci, visto il mestiere che faccio nella vita di tutti giorni ho ben presente la rabbia quando qualcuno cerca di fregarmi qualcosa, che si tratti di un prodotto del mio negozio, della mia auto o di altro poco conta. Sono oggetti che ho pagato io col mio lavoro, non è giusto che qualcuno se li porti via. Qua però subentrano altri fattori in gioco: vale di più il mio oggetto o la vita di chi me lo sta rubando? In questo caso ammetto che entra in gioco quell’etica che vede la vita come il bene più prezioso, mia, tua, sua poco conta. Quindi a meno che chi ho di fronte non stia fisicamente minacciando me o dei miei familiari, onestamente, penso che la sua vita valga sempre più dell’oggetto che sta tentando di rubare. Se posso bloccarlo senza rischi bene, altrimenti pago appositamente un’assicurazione che mi copra da questo genere di danni.
Il pessimo giornalismo italiano fa sì che ricostruire i fatti sia quanto mai complesso. Se andiamo a cercare gli articoli del 2013 Il Gazzettino raccontava:
«Ho sparato per difendere la mia famiglia e la casa». È la versione che il macellaio padovano avrebbe fornito agli investigatori durante l’interrogatorio-fiume di ieri nella caserma dei carabinieri prima che gli fosse contestata l’accusa e il conseguente fermo per tentato omicidio Agli inquirenti il commerciante è parso consapevole di ciò che ha fatto. Ha ripetuto più volte che avrebbe agito d’istinto.
Mi sono sentito violato nella mia intimità – avrebbe riferito alla pm Orietta Canova -. A quel punto ho preso il fucile». Secondo una prima ricostruzione prima avrebbe esploso un colpo in aria; solo in un secondo momento avrebbe mirato contro il malvivente. Ci sono però molti punti da chiarire. Davvero Onichini ha caricato e poi abbandonato il ferito in via Ferrarin perché era stato minacciato con un cacciavite? Così avrebbe ripetuto più volte agli investigatori. «Mi ha intimato di lasciarlo a bordo strada all’altezza di via Ferrarin – sarebbe la sua versione dei fatti -. Aveva un cacciavite in mano. A quel punto ho fatto come mi ha detto, non volevo correre pericoli».
…Ho sentito il cane abbaiare intorno alle 3 e mezza – ricorda la sua compagna – Lì per lì non ci ho dato molto peso, pensavo ce l’avesse con un gatto». Poco dopo il rumore dell’auto accesa ha messo in allarme la coppia. «Walter è uscito alla finestra appena ha sentito la macchina avviata – continua – Non so cosa sia accaduto in seguito. Ero pietrificata dal terrore e sono rimasta dentro casa. In questi casi si è portati ad agire d’impulso. Negli scorsi mesi nel nostro quartiere si sono verificati diversi furti. Mio marito è stato coraggioso; è triste sapere che una persona, dopo aver tentato di difendersi, possa passare addirittura dalla parte del torto»
Solo che di quest’ultima parte non si trova traccia negli articoli successivi, anzi, sul Fatto Quotidiano nel 2019 viene confermato il fatto che Onichini abbia caricato in auto il ladro ferito e l’abbia abbandonato:
Nel luglio 2013, Onichini sparò a un gruppo di ladri che era appena entrato nel suo giardino, ferendo Nelson Ndreaca, 24 anni. Lo caricò in auto e lo lasciò in un campo a più di un chilometro di distanza, dove venne ritrovato solo all’alba da un passante. Dopo quella notte al giovane è stata asportata la milza.
Ma si aggiunge questa notizia, che invece manca dalle cronache dei primi giorni dopo il fatto:
Il macellaio ha sempre dichiarato di aver aggredito il ragazzo perché convinto che il gruppo avesse rapito il figlio di 20 mesi.
Curioso che la cosa venga completamente omessa nelle cronache di quel 2013.
Solo nel 2017 questa notizia appare in un articolo di Libero Quotidiano:
“Onichini ha sparato perché temeva che i ladri avessero rapito il figlioletto”, ha spiegato l’avvocato dell’indagato, Ernesto De Toni.
Io non ero presente ai fatti, così come non c’erano pm, giudici e avvocati, ma fa strano che i racconti del 2013, scritti in seguito alle interviste anche della moglie non riportino mai questo “piccolo” particolare, e venga messo in evidenza solo in occasione della prima udienza del 2017. A oggi la condanna è causata in primis dal fatto che Onichini ha sparato su persone che, pur essendo nella sua proprietà, non è stato dimostrato che lo stessero minacciando, secondo perché dopo aver sparato ai ladri ha caricato quello ferito e l’ha abbandonato in un campo. Sostenendo oltretutto che quel gesto sia stato fatto sotto la minaccia di un cacciavite. Voi lo capite che le cose sono raccontate davvero male, vero? Onichini era in possesso di un fucile da caccia e si sarebbe fatto intimidire da un cacciavite in mano a un ferito a cui poi è stata asportata la milza?
Nell’articolo del Gazzettino del 16 settembre poi è riportata questa dichiarazione:
L’avvocato difensore Ernesto de Toni ritiene che si tratti di una condanna ingiusta soprattutto alla luce del fatto che nel 2019 la legge sulla legittima difesa è cambiata, non ammettendo più la proporzionalità della difesa dall’aggressione.
L’avvocato ha ragione, come spiegavamo anche noi nel 2019:
…sono in diritto di difendermi di giorno se subisco violenza fisica o se chi mi sta derubando è penetrato nella mia proprietà forzando ad esempio la porta di casa, mentre di notte sono in diritto a difendermi a priori, anche se non sono stato attaccato fisicamente o non ho potuto verificare se l’aggressore abbia sfondato la porta per entrarmi in casa.
In pratica viene riconosciuto dalla legge che di notte chi si sveglia di soprassalto può essere meno lucido di chi invece subisce un furto o un’aggressione di giorno, e quindi ha più spazio d’azione giustificato dal trauma che sta subendo. Ovviamente restano comunque da verificare le circostanze del caso, come sempre, quindi non sentitevi in diritto di sparare alle spalle di qualcuno solo perché l’avete visto aggirarsi vicino alla vostra proprietà, anche se di notte.
Ma quella mancanza di lucidità data dai primissimi momenti di veglia poi arriva quando carichiamo il corpo di un ferito, lo portiamo in un campo e lo molliamo lì. Dai racconti sui giornali risulta evidente che Onichini non è poi andato a denunciare l’accaduto, sennò il ferito sarebbe stato trovato ben prima che la mattina dopo da un passante. Quindi abbiamo un soggetto che nel cuore della notte spara su un gruppo di ladri, ne colpisce uno, lo carica in macchina lo porta in un campo, torna a casa e fino al mattino dopo non avvisa le autorità. Io non sono un magistrato quindi non ho nessuna intenzione di dare un mio parere. Ma credo sia interessante riportare i fatti, perlomeno quelli che è stato possibile capire dagli articoli di giornale nel corso degli anni.
Non posso aggiungere altro.
maicolengel at butac punto it
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