Lupi riportati in vita e misinformazione

Notizie scientifiche che fanno il giro del mondo, ma sono basate solo sui comunicati stampa dei ricercatori: cerchiamo di fare chiarezza

L’8 aprile 2025 su tante testate italiane viene pubblicata una notizia che ci ricorda Jurassic Park. Titola ad esempio La Repubblica:

“Riportato in vita il lupo del pleistocene”. Lo annuncia la biotech che vuole ricreare la preistoria

A noi avete segnalato la notizia la sera dell’8 aprile, ma in realtà io avevo già visto un video dell’amico Francesco Cacciante (A Caccia di Scienza) che spiegava tutto con chiarezza.

Il clickbait generato da quegli articoli però ha fatto che si che scegliessimo comunque di parlarne su BUTAC, perché questo è un esempio da manuale di misinformazione scientifica ben confezionata, partita da un comunicato stampa pompato a dovere da chi ha tutto l’interesse a vendersi come i nuovi “maghi del DNA”.

La Colossal Bioscience – sì, sono modesti, si chiamano proprio così – ha annunciato di aver sequenziato il genoma dell’Aenocyon dirus, noto anche come “dire wolf” o lupo terribile, quello che ha ispirato i metalupi di Game of Thrones.

Fin qui, nulla da eccepire: è ricerca genetica, e va bene così. Peccato che subito dopo ci venga raccontato che sono nati lupi del pleistocene.

John Hammond scansati…

Il problema? Come spiegano bene divulgatori seri, tra cui appunto Cacciante, non hanno creato un Aenocyon dirus, ma hanno introdotto venti modifiche distribuite su tredici geni nel genoma di un lupo grigio moderno. Non esattamente una resurrezione…

Come ha spiegato a Science Alert (citando anche un articolo del New Scientist del 7 aprile – quindi prima delle pubblicazioni italiane: bastava voler fare un minimo di fact-checking) Jeremy Austin, direttore dell’Australian Centre for Ancient DNA:

Tutto ciò che Colossal ha fatto è stato creare un lupo grigio geneticamente modificato che assomiglia a ciò che l’azienda pensa avrebbe potuto essere un lupo terribile.

La ricerca, ad oggi, non è stata pubblicata su riviste scientifiche peer-reviewed. I dettagli tecnici sono quindi sconosciuti. E diverse dichiarazioni rilasciate dai ricercatori coinvolti hanno lasciato molti scienziati perplessi, se non decisamente scettici. Ad esempio Beth Shapiro, responsabile scientifico della Colossal, ha dichiarato ad ASB News che:

I think that the best definition of a species is if it looks like that species, if it is acting like that species, if it’s filling the role of that species then you’ve done it.

Ovvero:

Credo che la migliore definizione di una specie sia: se assomiglia a quella specie, se si comporta come quella specie, se ricopre il ruolo di quella specie, allora è fatta.

Non commentiamo, ma ci sembra una dichiarazione che in effetti può lasciare perplessi. Quello che è certo è che nessun Aenocyon dirus è stato riportato in vita. Ma qualcuno, cavalcando l’entusiasmo e la fretta di titoloni a effetto, è riuscito a far parlare ovunque della propria azienda – ignota ai più fino al giorno prima.

Perché parliamo di misinformazione? Perché in questo caso non c’è dolo, non c’è un intento malevolo (se non per i click) da parte dei giornalisti. C’è solo ignoranza scientifica, unita a poca voglia di approfondire. E forse anche la consapevolezza che una versione corretta e meno sensazionalistica della notizia non avrebbe avuto alcuna eco mediatica.

Non credo sia necessario aggiungere altro.

maicolengel at butac punto it

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