Il magistrato, l’FDA e i vaccini

Su alcuni siti italiani sta spopolando una notizia, riportata così ad esempio da L’Indipendente:

USA: magistrato ordina alla FDA di rilasciare i documenti sull’approvazione dei vaccini Covid

Notizia che, quando ce l’avete segnalata, mi è suonata come un déjà vu: io questa storia l’avevo già trattata, e non aveva senso che tornasse a circolare a distanza di anni senza quanto avevamo appunto già spiegato nel nostro approfondimento del 2021. Oltretutto era un approfondimento che si era reso necessario sempre a causa di un articolo della testata di Matteo Gracis, fare un po’ più attenzione non sarebbe male.

Oggi, grazie a questa premessa, ci metteremo davvero poco.

Perché la notizia è ricominciata a circolare?

Perché lo stesso giudice federale che nel 2021 aveva chiesto la produzione di quel documento ora ha emesso una sentenza specifica che intima all’FDA:

…to produce its “emergency use authorization” file to a group of scientists who wanted to see licensing information that the FDA relied on to approve the Pfizer-BioNTech coronavirus vaccine.

La notizia è di venerdì scorso, per questo la storia sta circolando nuovamente anche in Italia.

Ma se è vero cosa manca?

Alla storia manca lo stesso approfondimento che mancava nel 2021, e manca perché così si può dare alla notizia quel tono complottista che piace tanto ai negazionisti della pandemia. Vi riporto parti del nostro vecchio articolo, visto che i fatti non sono cambiati di una virgola:

FDA ha spiegato chiaramente che quei dati non possono essere rilasciati come richiesto, in quanto devono prima essere redatti. All’interno sono presenti svariate informazioni che dovrebbero restare riservate in quanto protette da brevetto o diritto d’autore, informazioni commerciali che non possono essere rese pubbliche.

FDA ha spiegato che l’ufficio che si occupa di redigere i documenti ha dieci dipendenti, e che i documenti sono composti da quasi 330mila pagine. L’ufficio, con i dipendenti attuali, non è in grado di elaborare più di 500 pagine al mese, anche per evitare di ingolfarsi con quella singola richiesta (ci sono altre pratiche che stanno andando avanti).

…se si legge per intero il documento texano ci sono alcune cose che vengono fuori, la prima e per noi più rilevante è che prima di arrivare alla causa FDA aveva chiesto al denunciante se fosse possibile accordarsi per ridurre il numero di pagine, partendo magari con l’eliminare tutte quelle non pertinenti a quanto cercato. Ma i richiedenti non hanno accettato la proposta. FDA spiega ancora che ha già offerto di produrre una parte rilevante e consistente di materiale il 17 novembre e una seconda parte il 1° dicembre di quest’anno, e solo dopo di lavorare a braccetto con i richiedenti per analizzare insieme cosa sia rilevante e cosa non lo sia.

Quindi, per riassumere, siamo di fronte a un giudice federale (uno di quelli nominati a suo tempo dal presidente Trump) che non ha accettato la proposta di FDA di produrre solo i documenti pertinenti e insiste nel chiedere che vengano divulgati tutti, anche le parti che non hanno nulla a che fare con la sicurezza dei vaccini.

L’articolo de L’Indipendente, invece che spiegare queste cose, conclude riportando una citazione del rappresentante dell’associazione che ha fatto richiesta di accedere a quei documenti:

La FDA chiaramente non ha fiducia nella revisione che ha condotto per concedere la licenza al vaccino anti-COVID-19 di Pfizer perché sta facendo tutto il possibile per impedire a scienziati indipendenti di condurre una revisione indipendente.

Ma, come è invece evidente, si sta disinformando: non c’è motivo di pensare che FDA non abbia fiducia nella revisione condotta, visto che è stato spiegato che si tratta di una problematica completamente diversa. Chi omette questo “dettaglio”, facilmente reperibile per qualsiasi giornalista, non sta facendo informazione.

maicolengel at butac punto it

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